Egitto e Israele, scambio di ambasciatori ma II Cairo dice no a Gerusalemme capitale di Giorgio Romano

Egitto e Israele, scambio di ambasciatori ma II Cairo dice no a Gerusalemme capitale Cerimonie in tono minore, manifestazioni di oppositori arabi Egitto e Israele, scambio di ambasciatori ma II Cairo dice no a Gerusalemme capitale NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE GERUSALEMME — Due cerimonie, parallele ma diverse, hanno marcato ieri mattina al Cairo e a Gerusalemme la presentazione delle credenziali dei primi ambasciatori dei due Paesi rispettivamente al presidente Sadat e al presidente Navon. In ognuna di esse i diplomatici e i capi di Stato hanno sottolineato l'importanza della data che apre una nuova pagina della storia tra i due Paesi. Il diplomatico egiziano — che aveva presentato un documento aggiunto in cui si precisa che II Cairo non riconosce Gerusalemme unita come capitale dello Stato di Israele — ha riconfermato la fedeltà dell'Egitto agli impegni col mondo arabo e islamico nonché agli accordi dell'Onu e ha auspicato che Gerusalemme Est torni sotto la sovranità araba. Mentre la cerimonia di Gerusalemme, pur nella sua semplicità tradizionale, ha avuto il carattere dell'avvenimento eccezionale, quella cairota — pur nella fastosa cornice del palazzo ex reale di Abdin — ha avuto carattere di ordinaria amministrazione e si è svolta dopo che altri diplomatici avevano presentato le lettere che li accreditavano presso la Repubblica egiziana. L'ambasciata israeliana al Cairo già funziona da alcuni giorni in una villetta in un quartiere residenziale della capitale, quella egiziana che si trova a Tel Aviv (come la maggior parte delle sedi diplomatiche estere) non ha ancora una sede propria: tanto la residenza dell'ambasciatore che la cancelleria si trovano provvisoriamente in un grande albergo della città. L'ambasciatore egiziano Sa'ad Murtada. un diplomatico di carriera di 57 anni, ha parlato in arabo e il presidente Navon (che conosce perfettamente questa lingua) gli ha risposto protocollarmente in ebraico e un funzionario ha poi tradotto le sue parole in arabo; ma nella conversazione dopo la cerimonia formale, in una stanza adiacente al salone di rappresentanza, i due hanno parlato in arabo con grande sollievo del diplomatico egiziano che ha potuto esprimersi senza l'intermediazione di un interprete. Al Cairo. Eliau Ben Elissar (che non è un diplomatico di carriera ma fino alla settimana scorsa è stato il capo di gabinetto di Begin) ha parlato dopo che Sadat aveva ricordato le diverse fasi delle trattative cui lo stesso Ben Elissar aveva preso parte. Un'altra differenza è degna di nota: mentre in Israele i partiti dell'opposizione non hanno colto l'occasione per contestare la cerimonia, in Egitto si sono levate voci di protesta non solo da parte del partito unionista progressista, ma anche da esponenti del gruppo rivoluzionario degli ufficiali che avevano fatto la rivoluzione nel 1952, di due ex sostituti di Nasser e di membri di sindacati professionali. Duecento avvocati hanno dato alle fiamme nella capitale egiziana una bandiera israeliana e issato quella palestinese, pronunciando discorsi contro Sadat, gli Stati Uniti e Israele. Venticinque membri del partito progressista filosovietico sono stati arrestati dopo che avevano indetto manifestazioni sulla tomba del Milite Ignoto e su quella di Nasser. Anche nei Paesi arabi (dalla Siria, dove il traffico si è fermato in tutti i centri per alcuni minuti, all'Arabia Saudita e al Libano) ci sono stati cortei di protesta e violenti discorsi contro il.. tradimento di Sadat.,. Nei territori occupati da Israele ci sono state manifestazioni e scioperi, specialmente a Ramalla, Gerico, Cenili e Tulkarem. Giorgio Romano

Persone citate: Begin, Nasser, Navon, Sadat