Arrestato il cameriere-buttafuori che uccise dopo la rissa al night

Arrestato il cameriere-buttafuori che uccise dopo la rissa al night Indagini sull'omicidio di via Principe Tommaso, tre mesi fa Arrestato il cameriere-buttafuori che uccise dopo la rissa al night E' Francesco Ricciardi, scovato dalla Mobile a Trezzano sul Naviglio - La vittima, Calogero Culmone, voleva imporre la «protezione» al locale - Preso un complice del morto E' durata poco meno di tre' mesi la latitanza di Francesco Ricciardi, il cameriere-buttafuori del locale notturno «Maxim» ricercato perché ritenuto l'assassino del pregiudicato Calogero Cilmone. I dirigenti della Squadra Mobile l'hanno arrestato a Trezzano sul Naviglio (Milano), dove aveva trovato lavoro come cameriere. Quasi contemporaneamente all'arresto del Ricciardi, sono scattate le manette ad un migliaio di chilometri di distanza, ad un altro protagonista dell'irruzione e rissa al «Maxim». Si tratta di Biagio Rizzo, 35 anni, residenza ufficiale a Grugliasco in via Battisti 26, un «esperto» nel taglieggiamento dei locali notturni. Dopo la rissa e il fatto di sangue aveva preferito tornare nella sua terra, a Cittanova (Reggio Calabria) per sfuggire all'ordine di cattura per procurate lesioni gravi. Al momento dell'arresto il Rizzo aveva addosso due pistole col proiettile in canna. L'episodio che ha portato in carcere i due risale alla notte del 28 novembre scorso. Al «Maxim» di via Principe Tommaso 5 si danno appuntamento alcuni individui ben noti al proprietario Giovanni Vola. Sono giovani prepotenti alla ricerca della rissa, spavaldi. Appartengono a quello che rimane del famigerato -clan dei catanesi-, decimato dopo l'arresto del capobanda Rosario Condorelli e l'uccisione di quattro suoi fedelissimi. I resti dell'organizzazione, capeggiata da Calogero Culmone, 33 anni, via Belmonte 7, e da Biagio Rizzo, vorrebbero provvedere alla «protezione» dei night clubs del centro, in cambio di consistenti tangenti fatte pagare ai proprietari. Il sistema per arrivare allo scopo è quasi sempre lo stesso: si entra nel locale stabilito e via con le provocazioni, minacce, violenze. Al «Maxim» la notte del 28 novembre succede tutto questo. II proprietario Giovanni Vola viene colpito con una bottigliata in testa da Biagio Rizzo. Gli aggressori fuggono, inseguiti dal cameriere e buttafuori Francesco Ricciardi. Quando esce in strada, impugna una pistola e non esita a premere il grilletto più volte contro uno dei fuggitivi. Si tratta di Calogero Culmone che colpito al torace, stramazza, trova la forza di trascinarsi qualche decina di metri, attraversa la piazza del mercato di via Madama Cristina, si rifugia sotto una bancarella. Muore poco dopo. Poco prima della mezzanotte un pensionato s'insospettisce ne! vedere il suo cane che s'agita stranamente attorno ad una sagoma d'uomo sotto la bancarella. S'avvicina, scopre il cadavere, dà l'allarme. Il morto non ha documenti di riconoscimento ma i funzionari della Squadra Mobile l'identificano, dopo aver controllato le impronte digitali: è Calogero Culmone, l'autista del -clan dei catanesi-, un fascicolo giudiziario spesso come un mattone per furti, rapine, detenzione d'armi. Non ci vuole molto alla polizia per ricostruire la sparatoria e i protagonisti. Ma il cameriere del «Maxim» non si trova. Francesco Ricciardi aveva preferito lasciare la città. Aveva chiesto e ottenuto aiuto da un suo parente, Antonio Testa 30 anni, a Trezzano sul Naviglio. Anche Biagio Rizzo aveva abbandonato la città. Tre mesi dopo la cattura per entrambi.

Luoghi citati: Cittanova, Grugliasco, Milano, Reggio Calabria, Trezzano Sul Naviglio