Puntualmente distrutta la «tela di ragno» ricucita dai terroristi dopo ogni arresto

Puntualmente distrutta la «tela di ragno» ricucita dai terroristi dopo ogni arresto Dal gennaio '79 a oggi gli uomini di Dalla Chiesa hanno inferto colpi durissimi alla rete Bierre Puntualmente distrutta la «tela di ragno» ricucita dai terroristi dopo ogni arresto Sette covi scoperti, 15 persone catturate (alcune delle quali già processate) - Ma ogni volta qualcuno è riuscito a scappare e a ricomporre l'organizzazione dei nemici dello Stato - Dall'omicidio delle due guardie sotto le Nuove, al blitz del gennaio '79 (ma il fuggiasco Mattioli rimette in piedi una colonna anche con Peci e Micaletto) - Dalle Energa e dal «venerdì nero» all'arresto di Mattioli, al clamoroso epilogo di lunedì - Alla trappola si è sottratta solo una donna: per quanto? Dal gennaio '79 al febbraio '80 gli uomini del generale Dalla Chiesa hanno inferto tre colpi che potevano essere risolutivi alle ..colonne» torinesi delle Br. Tutte e tre le volte i terroristi sono riusciti a ricomporre la loro struttura organizzativa rinsaldandola con proseliti dell'ultima ora. Tutte e tre le volte qualcuno è riuscito a fuggire, ma ha lasciato dietro di sé una traccia che è servita per individuare il successivo anello della catena di complicità. Il bilancio, almeno in apparenza, è positivo per le forze dell'ordine: in un anno sono stati smascherati 7 covi, recuperate ingenti quantità di armi, munizioni, materiale documentario di grande interesse. Quindici terroristi sono stati catturati, alcuni dei quali già processati e condannati per la detenzione delle armi, mentre contro tutti prosegue l'inchiesta per organizzazione o partecipazione a banda armata. Le vittorie riportate non devono però trarre in in ganno: al fianco delle colonne Br quasi in concorrenza con loro agiscono i terroristi di Prima linea, camuffati con sempre nuove sigle. Su questo fronte le indagini sono ancora ai primi passi. Mattioli — A metà dicembre '78 le Br firmano uno dei più feroci crimini a Torino: gli agenti Lanza e Porceddu sono assassinati a raffiche di mitra sotto le mura delle Nuove. La città ripiomba in un clima di angoscia. Gli uomini di Dalla Chiesa hanno tra le mani una tenue traccia : uno dei tre killers del commando potrebbe essere un personaggio apparentemente insospettabile. Si tratta di Giuseppe Mattioli 32 anni, originario di Bonarva in provincia di Sassari. La data del suo ingresso nelle Br è incerta. Il suo nome però è già noto agli uomini della Digos. Tra il '75 e il '76 Mattioli è approdato all'organizzazione eversiva militando nel «Comitato Rivoluzionario Toscano». Grazie ad una conoscenza fatta a Firenze trova lavoro nella filiale torinese della ..Roller» (roulottes), in lungo Dora Siena 8. Con questa copertura l'impiegato Mattioli allestisce una «colon¬ na», utilizza gli appartamenti dei complici per ospitare la coppia di latitanti Rosaria Biondi e Nicola Valentino, reduci dalla strage di Patrica. Affitta in proprio un alloggio in corso Regina 181 e lo trasforma in stamperia delle Br. Il blitz — Quando, a fine gennaio '79, scatta l'operazione di Dalla Chiesa, nella rete restano Andrea Coi, la tede sca Ingeborg Kitzler la cop pia Biondi e Valentino nasco sti nell'alloggio in via Indù stria 20, le sorelle Claudia e Carmela Cadeddu nel covo di via Legnano 7. L'unico che riesce a sfuggire alla cattura è proprio Mattioli. Nella stamperia di corso Regina 181 lascia una sacca ricolma di vuote per pistole e fondine mitra. La nuova colonna. Mattioli impiega pochi mesi per ricostituire un'altra unità combattente, pronta ad entrare in azione quando si celebrerà a Torino, in ottobre, il processo d'appello ai capi storici delle Br. Può disporre di nuovi adepti che recluta in fabbrica e nella scuola. Sono Mario Volgarino, 23 anni della Fiat Rivalta meccanica, Antonio Delfino, 31 anni, operaio alle presse di Rivalta. i gemelli Giuseppe e Maria Carmela Di Cecco. 24 anni, che lavorano in aziende collegate alla Fiat. Angela Vai. 28 anni, insegnante elementare, già aderente a. Lotta continua. I latitanti — A rinforzare il gruppo arrivano anche i latitanti Patrizio Peci e Rocco Micaletto. L'identikit di Mattioli ancora una volta è la traccia che consente agli uomini di Dalla Chiesa di preparare il contrattacco. In coincidenza con il processone d'appello ai capi storici dell'eversione la colonna torinese di Mattioli infligge durissimi colpi alle forze dell'ordine che presidiano la Lamarmora. Per ben due volte partendo dalla base di corso Lecce, a pochi minuti di macchina danno l'assalto al bunker con 11 micidiale fucile a pompa cai 12 e le granate anticarro Energa. Per ben due volte gli ordigni sfiorano il pulmino dei carabinieri di guardia: la strage è evitata solo per un errore tecnico. La città è qua si in stato d'assedio. Il proces sone si conclude, ma entra in azione Prima linea. Il venerdì nero. Il 14 dicembre è una giornata di paura e sgomento. All'alba due rapine (una fallita, l'altra, messa a segno, con un bottino di mezzo miliardo) alla Fiat un caporeparto e un sorvegliante Fiat feriti gravemente. Nel pomeriggio l'assalto alla scuo la di amministrazione azien dale di via Ventimiglia; 200 persone sotto il tiro dei mitra per venti angosciosi minuti, dieci feriti alle gambe. Gli uomini di Dalla Chiesa devono affrettare i tempi. Il cerchio intorno alla nuova co lonna si chiude due giorni do po. Mattioli sorpreso con le armi in pugno nel covo di via Rossini, a Nichelino, si arren de. Cadono nella rete tutti gli altri complici (Volgarino, Del fino i gemelli Di Cecco e Vai). L'epilogo. Ma qualcuno rie sce ad allontanarsi in tempo la coppia che ha affittato la base di corso Lecce 25, Patri zio Peci e Maria Giovanna Massa (che si fa passare per infermiera) sfugge alla cattu ra. I due prendono contatto con il latitante Rocco Mica letto per ricostituire una nuo va «colonna I terroristi possono contare sulla complicità di un affiliato dell'ultima ora, Filippo Mastropasqua, delinquente co mune convertitosi al credo dell'eversione nel carcere spe ciale di Cuneo dove ha diviso la cella con Buonavita e Isa. Il gruppo dispone di un nuovo covo in città. Ma gli uomini di Dalla Chiesa lo hanno ormai individuato. Lunedì scorso l'epilogo. Micaletto, Peci Mastropasqua sono arrestati La compagna di Peci, Maria Giovanna Massa, sfugge alla trappola. Quanto durerà sua latitanza? Claudio Cerasuolo Nino Pietropinto mn Via Borgo Dora I: il «covo» era nella soffitta di questa casa popolare; i brigatisti andavano e venivano sotto gli occhi di tutti

Luoghi citati: Cuneo, Firenze, Nichelino, Patrica, Rivalta, Sassari, Siena, Torino