Quanto costa servirsi in banca per assegni, pensioni e bollette di Natale Gilio

Quanto costa servirsi in banca per assegni, pensioni e bollette Le «commissioni» che gli Istituti fanno pagare ai clienti Quanto costa servirsi in banca per assegni, pensioni e bollette ROMA — Quanto costa il servizio bancario? In altri termini, cosa paga il cliente che ricorre alla banca per il pagamento delle cosiddette utenze (telefono, luce, gas. ecc.). per la riscossione della pensione, per usufruire in genere di quei servizi fino a qualche anno fa erogati da enti pubblici statali? In che modo l'utilizzazione di questi servizi può rendere oneroso il mantenere un conto corrente bancario? Per rispondere, occorre partire da un dato abbastanza esatto e che le stesse banche non smentiscono: l'emissione di un assegno bancario di conto corrente viene a costare al titolare del conto mediamente circa 600 lire. Una cifra risultante da più elementi. Intanto, chi in genere per i propri pagamenti usa ricorrere all'assegno bancario, sa che per ogni «cheque» emesso paga un prezzo di 175 lire. Spesso, però, non sa che lo Stato, sotto forma di imposta di bollo, ne incamera 150. mentre la differenza viene utilizzata per la copertura dei costi della carta e della stampa. A sua volta, la persona che riceve l'assegno (usiamo per comodità l'ipotesi più semplice) va in banca per l'incasso. L'azienda di credito lo paga al valore facciale (non chiede nulla, al contrario di quanto avviene in altri Paesi, per il servizio di incasso che viene scaricato sull'emittente), procede alla registrazione, invia la nota al centro elettronico dove ven¬ gono perforate delle schede e si provvede all'aggiornamento del conto corrente. Un insieme di passaggi con impiego di personale e di attrezzature che fanno salire necessariamente il costo finale dell'assegno emesso. A conti fatti, compresa la gestione e l'assicurazione del conto corrente (la spesa fissa è di 8 mila lire per un numero massimo di 22-23 operazioni), il cliente viene a pagare in un anno circa 60-80 mila lire. Un importo, soprattutto per conti di piccole dimensioni, non trascurabile che va a decurtare ulteriormente la già scarsa remunerazione riconosciuta ai depositi bancari. Conviene, allora, tenere un conto corrente e utilizzarlo per i pagamenti a cui tutti si è soggetti? Occorre distinguere, tenendo presente qual è il servizio che oggi la banca può dare. Il denaro, si usa dire, si sposta nel tempo o nello spazio. Nel primo caso, rientra il deposito a risparmio, il conto corrente che non registra movimenti; al limite, il deposito amministrato di obbligazioni e di azioni. Nel secondo, il denaro per incarico del cliente viene trasferito ad un'altra persona o ad un ente. E' quella che tecnicamente viene definita la gestione del sisteìna dei pagamenti, opposta alla gestione del sistema dei depositi. Mentre quest'ultima comporta costi minimi, l'altra richiede da parte della banca la capacità di assol¬ vere al servizio richiesto, il cui costo finale inevitabilmente si scarica sulla clientela. Facciamo degli esempi di operazioni bancarie molto semplici con l'indicazione della «commissione- che al cliente viene fatta pagare. Se si ricorre alla banca per saldare la bolletta del telefono, un accordo siglato in sede Abi (Associazione bancaria italiana) stabilisce che sull'importo della bolletta vanno caricate 300 lire se il pagamento è in contanti. 400 se si chiede l'addebito in conto corrente. Per tutte le altre "Utenze- (luce, gas, acqua ecc.) l'importo è lasciato alla discrezionalità delle aziende di credito con variazioni comunque marginali. In genere, il pagamento in contanti tramite banca della bolletta della luce o del gas comporta una commissione di 600 lire, o di 400 con l'addebito sul conto corrente. Per la riscossione della pensione, qualora se ne chieda il versamento in banca, la spesa che viene addebitata è dì 350 lire per ogni operazione. Come si vede, non si e molto lontani dal «costo» sopportato pagando attraverso i tradizionali uffici postali (il sovrapprezzo sui bollettini di conto corrente è di 250 lire), salvo che non si voglia andare direttamente alla Sip o all'Enel. Preferendo però quest'ultima soluzione si finisce per sopportare costi tnaggiori, tenuto conto tra l'altro del¬ l'impiego di tempo e della spesa di locomozione. Il ricorso alla banca tutto sommato facilita, con una differenza di costo alquanto minima. Piuttosto. l'erogazione di questi servizi non sempre si presenta conveniente, in termini di costi, per la banca. L'attrezzarsi a centro di contabilità per il disbrigo di servizi collettivi comporta un numero notevole di dipendenti da destinare a questa sola funzione, con una lievitazione notevole dei costi generali di esercizio. Il recupero dei costi (recupero, peraltro, parziale perchè si è calcolato che «trasferire» 50 mila lire da Roma a Torino costa alla banca almeno 5 mila lire, mentre ne vengono fatte pagare al cliente solo 500) avviene a carico della clientela. Da qui. la cifra indicata all'inizio di 600 lire per ogni assegno bancario staccato e il costo globale di 60-80 mila lire di mantenimento del conto corrente. Anche quest'onere, comunque, in molti casi è ridotto. Per facilitare l'uso dell'assegno si sono creati i «conti dipendenti» dove le aziende versano gli stipendi e dove sono previste delle agevolazioni con tariffa ridotta per le registrazioni, forfettizzazione delle spese ecc. Certo, per chi non ha di questi problemi (ma sono certamente casi rari) la convenienza a tenere un conto corrente non c'è. Natale Gilio

Luoghi citati: Roma, Torino