Nel grande scontro tra Ibm e Olivetti adesso scendono in campo le regioni

Nel grande scontro tra Ibm e Olivetti adesso scendono in campo le regioni Lunedì a Torino un convegno organizzato da Piemonte e Toscana Nel grande scontro tra Ibm e Olivetti adesso scendono in campo le regioni TORINO — Ormai tutti ne sono convinti: il computer è alle porte e se le Regioni, nel giro di pochi anni, non sapranno darsi un'informatica efficiente non si verificherà soltanto lo scadimento di uno o più servizi, ma probabilmente si ridimensionerà la stessa funzione politica dell'istituto regionale. Non solo: il Paese intero perderà una grossa sfida: quella di rinnovare e rendere più efficiente e moderna la pubblica amministrazione. La questione, insomma è grossa: ci sono in ballo commesse per centinaia di miliardi e la stessa credibilità dello Stato. Due Regioni (il Piemonte e la Toscana, all'avanguardia nella rivoluzione silenziosa dei computers) l'hanno capito e lunedi si confronteranno in un convegno, che si svolgerà a Torino, a Palazzo Lascaris sul tema «Diffusione e coordinamento delle tecniche informatiche nella pubblica amministrazione». Con Gianni Alasia. uomo di primo piano del sindacato piemontese negli Anni 50-70. assessore al Lavoro e all'Industria della Regione Piemonte, abbiamo fatto il punto di questo convegno. — Assessore, perché due Regioni lanciano la sfida per una burocrazia più moderna ed efficiente? «Perché bene o male c'è una riforma dello Stato che tende ad attribuire alle Regioni un ruolo di programmazione in alcuni settori chiave (nella riforma sanitaria, nella "legge quadrifoglio" per l'agricoltura, nel regime proprietario dei suoli, età e ci sono alcune leggi che le attribuiscono di fatto tale ruolo. Tutto ciò finisce per porre la dimensione regionale come una dimensione ottimale per un sistema di informazione-. — In pratica, in questo enorme mercato che si sta aprendo lo Stato, le Regioni e gli enti locali rischiano di muoversi ognuno per conto loro, creando magari doppioni o sovrapposizioni inutili... «Il maggior pericolo è che ci sia davvero un proliferare disorganico di terminali: ed è soprattutto questo che vogliamo evitare, cercando di individuare in tempo quale sistema sia coerente con lo spirito di riforma dello Stato, ma anche di indicare alle case costruttrici quale deve essere la strada da seguire per offrire a Regioni. Stato ed enti locali una offerta adeguata-. — Oggi, questa offerta, com'è? «E' praticamente in mano alle multinazionali americane il'Ibm. da sola, tocca il 70%) che dispongono di una rete di assistenza tecnica e di una produzione di softicare tali da rassicurare che debba affrontare i rilevanti investimenti richiesti dal trattamento automatico dell'informazione-. — L'Olivetti, insomma, in questa grande corsa delle commesse pubbliche, rischia di essere travolta dai giganti del settore: dall'Ibm.dall'Honeywell, dall'Univac? «Su questo terreno, bisogna evitare di cadere in un equivoco, die spesso compare nelle dichiarazioni di parte; ed è quello che l'estensione del mercato informatico per l'industria italiana sia solo un problema di volontà politica. L'Olivetti, in passato, ha compiuto scelte autol'esioniste, con la svendita agli americani della progettazione e l'uscita dai grandi calcolatori, che pesano tuttora sulla sua capacità di competizione. «Non è quindi sull'attuale industria italiana dell'informatica che si può contare per avere un'alternativa alle dipendenze dall'estero, ma sulla trasformazione di questa industria. Per questo occorre una forte e ampia azione di programmazione settoriale. «Sotto questo punto di vista ci pare interessante il recente accordo sindacale Olivetti che dovrà avere ora una gestione politica e sindacale attenta. In quell'occasione infatti il governo non ha solo precisato che è allo studio l'istituzione di un "centro di coordinamento della domanda delle Regioni", ma ha anche ribadito di aver deciso di istituire un Istituto superiore di informatica die dovrebbe aver compiti di organizzazione della domanda pubblica secondo quanto previsto dal programma finalizzato di settore-. — La grande corsa, insomma, è tutta aperta... • Certo, e in questo momento non è solo un problema di commesse ai produttori, siano essi le multinazionali straniere o l'industria nazionale, ma quello di fornire alla Pubblica amministrazione un'ipotesi credibile di funzionamento su basi nuove e di metterla in condizione di progettare su queste il proprio sistema informativo, che deve essere decentrato, se si vuole che il decentramento non sia solo una parola da usare nei convegni, e coordinato, se si vuole che la programmazione regionale decolli davvero-. Cesare Roteati

Persone citate: Gianni Alasia, Lascaris, Olivetti

Luoghi citati: Piemonte, Torino, Toscana