Scomparso da Monza il «supertestimone»
Scomparso da Monza il «supertestimone» Il sedicenne rapito e ucciso Scomparso da Monza il «supertestimone» MILANO — E' il turno dei testimoni a discarico al processo per l'omicidio di Paolo Giorgetti, lo studente sedicenne sequestrato a Meda il 9 novembre 1978 e soffocato da una eccessiva dose di narcotico. L'accusa non ha chiamato nessun teste. Alla base dell'incriminazione dei dieci imputati ci sono le rivelazioni di Giuseppe Di Stefano l'uomo contattato dall'organizzazione per fare da carceriere e che invece divenne confidente dei carabinieri. Di Stefano è introvabile da mesi: disse di essere stato minacciato di morte ed è introvabile. La sua versione dei fatti trovò però riscontro nelle confessioni di un imputato, Antonino Loielo. e nelle circostanze rivelate da altre persone, legate alla famiglia di quest'ultimo. Ma LoieIo ha ritrattato e il p.m., Vincenzo Pantaleo ha preferito chiedere la rilettura in aula delle deposizioni rese in istruttoria forse per evitare che la paura di una rappresaglia chiuda la bocca dei testimoni. La difesa invece insiste perché Di Stefano sia rintracciato e messo a confronto con le persone che accusa. Ma fino a ieri davanti ai giudici del tribunale di Monza si sono presentati solo amici e parenti degli imputati, con un alibi pronto per i giorni del sequestro. Due compaesani di Antonio Bruzzaniti, detto «Niki Lauda», hanno detto che in quei giorni la madre dell'imputato stava male e che. quindi, il figlio si trovava ad Africo Nuovo, in Calabria, per assisterla. Una ragazzina, nipote di Andrea Mainardi, ha invece tracciato un ritratto rassicurante dello zio: Bruzzaniti e Mainardi sono accusati di aver materialmente compiuto il sequestro, assieme con una terza persona, non ancora identificata. Molte deposizioni si somigliano troppo, altre forniscono particolari che non servono a scagionare gli imputati. Come quella di un barbiere che afferma di aver visto Giuseppe Loielo il giorno in cui Paolo Giorgetti fu ucciso. Ma questo non esclude che possa aver comunque organizzato il rapimento. mn. c.
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