L'Iraq sceglie nuove aperture di Mario Ciriello

L'Iraq sceglie nuove aperture OSSERVATORIO L'Iraq sceglie nuove aperture Si parla raramente dell'Iraq ma questa lacuna sembra destinata a scomparire durante il 1980. Molte cose sono avvenute 1 stanno avvenendo e avverranno a Baghdad, la scena irachena è animata ricca di novità, alcune delle quali gioveranno in non modesta misura all'industria italiana. Mentre l'Iran anche sotto la guida di BaniSadr naviga tuttora tra scogli minacciosi e senza una chiara meta. l'Iraq si spinge ambizioso e baldanzoso su nuove rotte politiche. Molte sono le incognite, ma è un'evoluzione che merita di essere seguita. I fatti più importanti sono due. Negli ultimi 8 mesi, il potere supremo è passato dal sessantasettenne presidente Ahmad Hassan Al-Bakr al quarantaduenne presidente Saddam Hussein. E' stata una transizione tranquilla, senza quelle arammatiche lotte che hanno insanguinato sovente Baghdad (secondo informazioni di stampa, fu Hussein anzi a uccidere, nel '59. con una raffica al petto l'allora leader generale Qassem). Sotto la direzione del neo presidente l'Iraq ha annacquato i rapporti con Mosca, ha irrobustito quelli con l'Occidente e cerca adesso un «ruolo nuovo» nel Golfo. L'altro fatto è rappresentato dalla vistosa ascesa dell'Iraq nel mondo del petrolio. Baghdad è adesso il secondo produttore del Medio Oriente dopo l'Arabia Saudita. Per la prima volta dopo molti anni, il governo ha abbandonato la sua tradizionale reticenza e ha tracciato un quadro preciso. L'Iraq estrae sui 3 milioni 700 mila barili al giorno dei quali ne esporta 3 milioni 500 mila. La capacità produttiva è per ora sui 4 milioni di barili ma salirà tra l'82 e T83. In espansione lo sfruttamento del gas con la Snam Progetti e il Nuovo Pignone in primo piano. L'Italia si è inserita brillantemente nell'evoluzione economica irachena: e Baghdad si è ricordata del nostro Paese in queste settimane, quando ha deciso di potenziare la sua marina militare. Poteva scegliere tra Inghilterra. Francia Germania. Russia e Italia: ha preferito noi. e ha ordinato quattro fregate sei corvette, una nave appoggio più tutta una serie di attrezzature elettroniche e portuali per un valore complessivo sui 1800 miliardi di lire. E' questa nuova muscolatura navale che dovrebbe permettere a Baghdad di far sentire la sua presenza nel Golfo. Quale tipo di presenza? Hussein vuole migliorare i rapporti con le monarchie arabe sulla sponda occidentale e il momento è propizio perché tutti temono le incognite in Iran. Con le sue navi, un Iraq meno filosovietico potrebbe anche riuscire nell'im-, presa di coordinare una «sicurezza collettiva»: la. sua marina non sarà potente come l'iraniana, ma offrirà un utile contributo. Tutte queste idee saranno esaminate al grande vertice Opec che si terrà a Baghdad in ottobre. Nell'alleanza petrolifera l'Iraq ha già lasciato i falchi per i moderati. La tempestosa storia irachena dissuade dalle previsioni. Si può dire soltanto che «qualcosa si muove». Agli sviluppi già indicati — freddezza verso Mosca, ragionevolezza nell'Opec — si possono aggiungere due innovazioni interne. Si eleggerà fra breve un Parlamento anche se non proprio di stampo occidentale e s'istituirà un consiglio legislativo per la regione curda. Due progressi. Mario Ciriello Saddam Hussein: nuovo ruolo nello scacchiere del petrolio Si l dlPtti il Novo Pigno

Persone citate: Ahmad Hassan, Bakr, Novo, Pigno, Qassem, Saddam Hussein