Vance a Parigi (senza successo) cerca appoggi al boicottaggio di Paolo Patruno

Vance a Parigi (senza successo) cerca appoggi al boicottaggio Confermate le divergenze sulle misure anti-Urss Vance a Parigi (senza successo) cerca appoggi al boicottaggio Il segretario di Stato americano ha incontrato il ministro Franeois-Poncet, ma non è stato ricevuto da Gigcard - Oggi a Londra, ultima tappa del giro europeo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Con l'ammissione dell'esistenza di «certe divergenze» tra la posizione francese e quella americana, il segretario di Stato Cyrus Vance ha lasciato ieri Parigi mettendo agli atti l'esito infruttuoso della più difficile tappa del suo periplo europeo. Uscendo dal Quai d'Orsaii dopo oltre quattro ore di colloqui con il ministro degli Esteri Francois-Poncet. Vance ha certo sottolineato davanti alla' stampa «il notevole grado di similitudine nelle analisi e negli obiettivi» dei due Paesi per risolvere la crisi innescata dall'invasione sovietica dell'Afghanistan, ma se l'obiettivo degli occidentali resta comune (ottenere il ritiro delle truppe russe), il rappresentante di Carter ha dovuto anime ttere che sussistono ancora «differenze» di analisi tra Parigi e Washington sulle «azioni da intraprendere» per arrivare all'obiettivo finale, cioè sul modo migliore per ottenere lo sgom aero. Il portavoce del ministero degli Esteri francese non è stato più prodigo di chiarimenti su queste «divergerne» franco-americane, limitandosi a rilevare «la grande convergenza sull'origine e la natura della crisi sotto i suoi differenti aspetti locali, regionali e mondiali». Ma la posizione dei due Paesi è sufficientemente conosciuta per poter sintetizzare cosi i termini del dissidio tra Giscard e Carter sulla crisi afghana e sulle sue conseguenze: al contrario di Washington. Parigi non è d'accordo sul principio-base della posizione americana, ossia sulla necessità di infliggere delle «punizioni» all'Urss /boicottaggio delle Olimpiadi e rappresaglie commerciali come il taglio delle forniture di cereali). Ma pur dichiarando «inaccettabile», l'invasione russa e chiedendo l'immediato ritiro delle forze sovietiche dall'Af¬ ghanistan. Parigi ritiene al contrario che bisogna proseguire «un dialogo senza indulgenze» con Mosca te non troncarlo! per non mettere completamente a repentaglio la distensione internazionale. E per raggiungere questo obiettivo, la Francia considera che bisogna lasciare a Mosca «un'onorevole via d'uscita». Messa agli atti questa fondamentale differenza d'analisi sul modo migliore per costringere Mosca a sgomberare da Kabul e farla tornare a una politica di distensione. Vance e Francois-Poncet hanno esaminato quindi sommariamente la proposta scaturita dai Nove a Roma su una «neutralizzazione» dell'Afghanistan, concludendo che è «un soggetto da esplorare» e che sarà tema di ulteriori discussioni con altri Paesi. Poi i due ministri hanno toccato altri argomenti: come già a Bonn e a Roma. Vance ha evocato il problema dell'aiuto occidentale al Pakistan. Infine, il lungo colloquio (come è stato precisato ufficialmente) ha permesso di «dissipare tutti i malintesi sulla fallita riunione di Bonn», il cui insuccesso sarebbe dovuto a «errori di procedura». E in questo clima di misurato «disgelo» (che non significa comunque di ritrovata armonia), il portavoce dei Quai d'Orsay ha concluso che «le consultazioni tra i due governi, altamente proficue, continueranno nel quadro bilaterale». In realtà, a parte le formule di riguardo d'uso a suggello dei colloqui tra Vance e Francois-Poncet. il clima dei rapporti tra Parigi e Washington non si è ancora ristabilita dopo il secco «no» di Parigi alla riunione euro-americana di onn. Ne è riprova il fatto che il presidente Giscard d'Estaing non ha trovato il tempo di ricevere nemmeno per pochi minuti Vance. Paolo Patruno

Persone citate: Cyrus Vance, Francois, Giscard D'estaing, Poncet