Quattro amici commercianti di Mondovì arrestati in Polonia per contrabbando

Quattro amici commercianti di Mondovì arrestati in Polonia per contrabbando Erano partiti per una vacanza nei Paesi dell'Est Quattro amici commercianti di Mondovì arrestati in Polonia per contrabbando Fermati alla frontiera con la Germania dell'Est, sarebbero accusati di traffico di pelli Richiesti 40 milioni di cauzione - Tutta la città ne parla, ma nessuno ha notizie sicure DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MONDO VI' — Quattro noti commercianti monregalesi sono stati arrestati in Polonia per contrabbando di pelli. Il fatto risale a circa una settimana fa, ma soltanto ieri la notizia è stata confermata dal nostro ministero degli Esteri. I protagonisti della spiacevole avventura sono Pierino Giusta, 37 anni, titolare di un negozio di tendaggi, pelli e tappeti in piazza Martiri della Libertà; Guido Lovera 38 anni, gestore con i fratelli di un selfservice di alimentari in via Marconi; Mario Peretti 40 anni, gommista, proprietario di un'officina di via Sant'Anna 23; Lelio Genola, 46 anni, artigiano, domiciliato a Carassone. via Momigliano 23. Secondo le prime notizie, i quattro sarebbero stati fermati alla frontiera fra la Polonia e la Germania dell'Est; sembra che per il loro rilascio sia stata richiesta una cauzione di quaranta milioni. Tutta la vicenda è ancora da chiarire, anche perché parenti e amici degli arrestati affermano di non sapere che cosa sia accaduto. In compenso, a Mondovl non si parla d'altro: la notizia è sulla bocca di tutti, ogni nuovo pettegolezzo aggiunge qualche frangia al racconto. C'è addirittura chi accenna a un colossale traffico di droga, ma, richiesto di fornire spiegazioni, si affretta a precisare di averlo «sentito dire in giro». «Sono tutti pronti a gettarci la croce addosso, anche se non sanno niente», dice Marisa Peretti, moglie del gommista arrestato. Anche lei, però, è reticente, il suo racconto è infiorato di «non so, non me l'ha detto». Suo marito era partito una quindicina di giorni fa con gli amici, «per fare una vacama dopo un inverno di gran lavoro. Era molto affaticato». Sembra che quella di fare un viaggetto insieme, ogni tanto fosse una abitudi ne dei quattro amici. «Hanno scelto la Polonia perché mio marito e qualcun altro non c'erano mai stati. E poi perché nei Paesi dell'Est la vita costa meno». Con loro, alla partenza, c'e ra anche Ubaldo Sciorato, 39 anni, un commerciante d'auto che abita in frazione Castellino, ma che per motivi di lavoro trascorre gran parte del suo tempo nella Germa nia dell'Est. E' stato proprio Sciorato a portare la notizia dell'arresto ai familiari. Ma è stato molto vago. Marisa Peretti, infatti, afferma di non sapere perché il marito è incappato in questo guaio. Che cosa le ha detto Sciorato? «Che era successo qualcosa, avevano avuto un guasto all'auto». Nell'ultima telefonata, tre giorni prima dell'arresto, anche il marito aveva accennato a un incidente, dicendo che si erano rotte le sospensioni di una delle vetture. Ma era tranquillo, sema preoccupazioni», aggiunge la donna. Per lei è inconcepibile anche soltanto pensare che «Mario sia coinvolto in qualcosa di losco. Non è il tipo da fare cose di questo genere. E' una persona onestissima. Come gli altri». La moglie di Pierino Giusta afferma addirittura di non aver saputo che il marito era andato in Polonia: «Abbiamo avuto qualche diverbio ultimamente e non mi ha detto che partiva», risponde seccamente e non aggiunge altro. Anche i fratelli di Guido Lovera si trincerano dietro frasi di comodo: «Non sappiamo, non abbiamo niente da dire». L'ultima speranza per cercare di sapere qualcosa di più è Ubaldo Sciorato. A casa, però, non c'è. Il suocero, restio a rispondere alle domande, dice che è tornato in Germania. «E' partito lunedi». Perché? «Per i suoi affari». Cosa sa degli amici che sono stati arrestati, è forse andato per aiutarli? «Che cosa vuole: gli altri sono in prigione, naturale che lui voglia fare qualcosa per tirarli fuori». Ha portato i soldi della cauzione? «Non lo so, di queste cose io non mi interes¬ so». Ma cosa è accaduto, perché li hanno arrestati? «Non so, non me l'ha detto». E su queste ultime parole il suocero del commerciante d'auto chiude la porta. Secondo alcuni conoscenti, che Piero Giusta importasse pelli dalla Polonia non è una novità. «Ha sempre detto di poter vendere a pressi speciali — dice uno dei clienti — perette riusciva a importare direttamente le pelli sema passare attraverso grossisti e intermediari». Quel che è accaduto è ancora avvolto nel mistero. Partiti per un viaggio di piacere, almeno secondo le dichiarazioni dei parenti i quattro amici sono finiti in prigione. «Se mio marito ha commesso uno sbaglio — dice Marisa Peretti —lo ha fatto in buona fede. Forse voleva farmi un regalo e ha comperato qualche pelle». Quando le facciamo notare che per poche pelli non si finisce in prigione ribatte: «Magari hanno avuto lastessa idea tutti e quattro». Insomma un incidente dettato, forse, dal desiderio di fare un regalo alle mogli. La notizia continua a essere al centro delle chiacchiere di tutta la città. «Malignano tutti e non si rendono conto del male die ci fanno», dice Marisa Peretti scuotendo la testa. «Pensare che stavano già tornando. Se non si fosse rotta l'auto». Già forse tutto è incominciato proprio così, con un banale incidente di viaggio. f.for. Lelio Genola Pierino Giusta Mario Peretti

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