I giudici votano i moderati ma guardano pure a sinistra di Giuseppe Zaccaria

I giudici votano i moderati ma guardano pure a sinistra Alle elezioni per il rinnovo dell' Associazione I giudici votano i moderati ma guardano pure a sinistra «Magistratura Indipendente» mantiene i quindici seggi mentre i progressisti di «Magistratura Democratica» sono passati da cinque a sei rappresentanti ROMA — Rifugio nel moderatismo o nuovi cedimenti alle tentazioni di una fuga in avanti: la reazione dei giudici italiani alla crisi sembra esprimersi soprattutto in queste due tendenze. I risultati delle elezioni per il rinnovo dell'Associazione nazionale magistrati hanno fornito ieri indicazioni in buona parte sorprendenti. Se infatti largamente prevedibile era la tenuta di «Magistratura indipendente», la corrente di destra dell'Associazione, pochi si sarebbero attesi un successo del gruppo di estrema sinistra, quello di «Magistratura Democratica», che è passato da 5 a 6 seggi proprio nel momento in cui più duri si facevano gli attacchi contro alcuni dei suoi maggiori esponenti. La grande sconfitta di queiste consultazioni è la corrente che avrebbe dovuto esprimere le tendenze intermedie, quella di «Unità per la Costituzione». Nata due anni fa dalla fusione tra «Terzo Potere» e «Impegno Costituzionale», la nuova corrente non nascondeva ambizioni di primato. Le sue componenti avevano totalizzato nella preceden-i te elezione più del 45 per cento dei suffragi, e 16 seggi su 36. Presentandosi per la prima volta unito, lo schieramento riformista moderato ha ottenuto invece percentuali pressoché identiche a quelle della corrente moderata (poco più del 45 per cento) e lo stesso numero di seggi. Il discorso si basa ancora su dati non del tutto completi: a tarda sera, al quadro com plessivo mancavano i risultati di alcune sezioni. Gli orienta menti però emergono già con chiarezza, come già definite risultano le percentuali e l'assegnazione dei seggi. Lo spo glio delle schede assegnava 1926 voti a «Magistratura In dipendente», pari al 42,20 per cento: 1941 ad «Unità per la Costituzione» (42,57) e 697 a «Magistratura Democratica». La prima corrente ha mantenuto i quindici seggi delle elezioni precedenti; la seconda è passata da 16 a 15 e l'ultima da5a6. Un'altra conferma è venuta dalle astensioni. I votanti dovrebbero essere stati poco più di cinquemila: sono quindi oltre mille i giudici che non hanno preso parte alle elezioni. Non si tratta di un fenomeno nuovo, ma questa volta a rendere più allarmanti le indicazioni che ne scaturiscono concorrono almeno due considerazioni. Alle consultazioni del '77 l'astensione venne rappresentata soprattutto dagli «ermellini» dell'Umi, l'unione che raggruppando gli alti gradi della magistratura contestava apertamente la rappresentatività dell'associazione L'Umi però, si è sciolta ormai da due anni: l'astensionismo non può essersi rifatto quindi a politiche di schieramento. Inoltre le ultime consultazioni si sono svolte con un calendario particolarmente diluito: seggi aperti per tre giorni (da domenica a lunedì scorsi) Resta da analizzare il successo di «Magistratura democratica» «tanto più significativo — secondo il segretario della corrente. Salvatore Senese — in quanto ottenuto in condizioni estremamente difficili-. L'affermazione di «Md», sempre a giudizio di Senese, «dimostra die molti magistrati intendono reagire alla degradazione della nostra vita civile e. istituzionale attraiierso la riaffermazione di una prospettiva nella quale siano strettamente intrecciate lotta all'eversione e rinnovamento democratico delle istituzioni-. Ma il successo ha anche altre componenti ancora una volta riconducibili alle incertezze di «Unità per la Costituzione». Il gruppo riformista che pure dovrebbe proporsi come principale interprete delle esigenze della magistratura, continua a pagare le oscillazioni della sua linea, i contrasti non appianati fra le sue due maggiori componenti. Incerta nella scelta tra interessi dei giudici e un impegno politico più generale «Unità per la Costituzione» ha dovuto subire una doppia emorragia: quella dei giudici più conservatori, che probabilmente hanno deciso di dare il loro voto a «Magistratura Indipendente», e quella di molti giovani, che hanno manifestato col voto a «Md» la loro indignazione per una campagna di denigrazione mai apertamente denunciata dalla corrente di centro. Dall'interno accuse come quelle mosse a sei giudici di «Md» da VitaIone appaiono ancora più strumentali: l'affermazione di «Magistratura Democratica», è probabilmente anche un segno di solidarietà. Giuseppe Zaccaria Ctmstmgcalvvcpitsluipmgpd

Persone citate: Salvatore Senese, Senese

Luoghi citati: Roma