I russi vicino al Pakistan

I russi vicino al Pakistan I russi vicino al Pakistan (Segue dalla 1 ' pagina) retti nella stessa direzione. Non è stato diramato alcun comunicato dopo il vertice allo Spinghar — né si prevedeva che si sarebbe saputo dell'incontro — ma i russi e gli agenti segreti afghani avevano proprio scelto l'albergo in cui si trovavano, unici due ospiti, gli inviati del Times e del Guardian. Li abbiamo visti arrivare, scortati da guardie con visiere di protezione che subilo hanno eretto mitragliatrici a nastro sui tavolini attorno all'hotel. Uno degli ufficiali afghani, a chi gli domandava perché fossero venuti in città, ha risposto in farsi: «Siamo venuti per uccidere». Non ci sono dubbi sull'escalation della guerra attorno a Jalalabad. Ogni giorno esplodono mine sotto i ponti e massicciate. La scorsa settimana, per la prima volta dall'intervento sovietico, i ribelli sono riusciti a distruggere un elicottero russo. E' stato colpito, a quanto pare, dal fuoco di fucili automatici, a cinque miglia dalla città, e abbattendosi è esploso uccidendo i suoi cinque uomini di equipaggio. Centinaia di soldati russi di rinforzo sono ora venuti da Kabul. La guarnigione di Jalalabad. che era composta fino a una settimana fa di 1400 soldati, ora ne ha circa tremila. I soldati afghani hanno chiuso al traffico la strada che porta all'aeroporto, dove gli aerei da trasporto sovietici atterrano al ritmo di uno ogni tre ore. Non è necessario sottolineare la minaccia militare che tutto ciò rappresenta per il Pakistan. Jalalabad è ad appena cento chilometri dal confine del Passo di Khyber e si ha notizia che ingenti forze sovietiche sono accampate anche a Nord del villaggio di Spinboldak. a Sud di Kandahar. dove i gruppi ribelli sono particolarmente attivi. Una concentrazione di mezzi pesanti russi cosi vicino al confine del Pakistan non può che accrescere la tensione internazionale; basterebbe, da parte di un ufficiale sovietico troppo zelante, l'inseguimento dei ribelli fin oltre la frontiera per provocare una crisi Allo stesso modo un aumento dell'attività dei ribelli come quella che si sta verificando nelle province orientali dell'Afghanistan sarà inevitabilmente interpretata dai russi come una deliberata provocazione da parte delle potenze occidentali. Le trasmissioni radio dei sovietici — soprattutto quelle da Tashkent — accusano ripetutamente Stati Uniti. Cina. Pakistan e Arabia Saudita di armare i mohajeddin. Se i ribelli dovessero disporre di missili terra-aria — sempre ammettendo che l'elicottero abbattuto la settimana scorsa non sia stato vittima di una di queste armi — la rabbia sovietica esploderebbe. In teoria i politici delle superpotenze dovrebbero essere in grado di evitare una tale crisi. Ma la campagna attorno a Jalalabad — con continui voli di elicotteri corazzati, il fragore dei razzi che esplodono nei villaggi e il graduale sgombero degli agglomerati più piccoli (un fenomeno nuovo per questa parte dell'Afghanistan) — comincia a ricordare i documentari della guerra in Vietnam. A Est combattimenti diretti sono divampati fra truppe sovietiche e reparti disertori afghani, soprattutto presso l'aeroporto di Fayzabad (ma bisogna accettare con cautela la notizia secondo cui sarebbe stato catturato dai ribelli). Non ci sono dubbi, tuttavia, sul fatto che gli elicotteri sovietici hanno bombardato i villaggi di Alisingh e Alinghar. presso Metarlam nella provincia di Lacman. Spingendomi martedì per 25 miglia nel territorio di Lacman occupato dai ribelli ho potuto constatare che il governo ha perso qualsiasi controllo (tranne che nel centro di Letarlam) e che tutti gli edifici pubblici sono stati rasi al suolo dai mohajeddin. Un gruppo di uomini mi ha detto che una cinquantina fra donne e bambini erano stati uccisi nei bombardamenti russi degli ultimi tre giorni. Robert Fisk t'op>right Time»' NtHspapers e per l'Italia l.a Stampa

Persone citate: Robert Fisk