Chiesto l'ergastolo per il rivoltoso che scampò alla strage di Alessandria
Chiesto l'ergastolo per il rivoltoso che scampò alla strage di Alessandria In Assise di appello a Genova la sanguinosa sommossa del 1974 Chiesto l'ergastolo per il rivoltoso che scampò alla strage di Alessandria GENOVA — E' attesa oggi la sentenza dell'assise di appello a Genova nei confronti di Everardo Levrero, 34 anni, solo imputato e unico sopravvissuto della sanguinosa rivolta del 10 maggio 1974 nel carcere di Alessandria: durante la sommossa sette persone — due detenuti e cinque ostaggi — rimasero uccise. Ieri, dopo un riassunto dei fatti e della sentenza di primo grado (pronunciata il 17 febbraio 1978 e con la quale Levrero venne condannato a 26 anni) il procuratore generale, Jommi, ha chiesto per l'imputato l'ergastolo. La pubblica accusa ha ritenuto infatti che Levrero agi assieme agli altri rivoltosi «con fredda determinazione» e che a lui non debbano essere concesse attenuanti. Il dottor Jommi ha sostenuto che Levrero ebbe, al pari degli altri due detenuti poi morti nel conflitto a fuoco, un ruolo prevalente. «Convogliò gli ostaggi in infermeria — ha sottolineato — si mosse autonomamente e lucidamente. Segno che aveva nella mente ben disegnato un progetto di evasione che prevedeva anche l'uso delle armi, senza pietà». In pratica il p. g. ha sostenuto che Levrero e i suoi complici erano disposti, fin dall'inizio della rivolta, ad evadere dal carcere facendo uso delle armi ed erano quindi pronti anche ad uccidere. Questa loro determinazione — in conclusione — renderebbe vane tutte le altre considerazioni sul comportamento della polizia e dei carabinieri. Di tutt'altro avviso si sono- dichiarati i due difensori del Levrero, avvocati Luca Ciurlo e Sergio Moroni. I legali han no sostenuto che Levrero svolse, in quel tragico episo dio, un ruolo subalterno. Sobillato dai complici, egli, han no detto, «voleva solo evade re» come ha dichiarato in pm occasioni in istruttoria e du rante gli interrogatori del processo d'assise di due anni fa. L'avvocato Ciurlo ha preci sato, con una disquisizione estremamente tecnica (il leit motiv di questo processo d'ap pello, più che ai fatti, è legato all'interpretazione della legge) ha precisato che nel caso di Levrero è venuto meno il nesso tra l'azione compiuta e le intenzioni iniziali.
Luoghi citati: Alessandria, Genova
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