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Cinque minuti prima della rapina era al pronto soccorso: prosciolto Scagionato dal giudice istruttore per insufficienza di prove Cinque minuti prima della rapina era al pronto soccorso: prosciolto Durante l'assalto alla Banca d'America e d'Italia in via Valdieri, due anni fa, un bandito fu ferito dalia guardia e fuggì con i complici - Contro l'imputato soltanto indizi Cinque minuti di scarto rispetto al fatto, una dichiarazione medica «approssimativa», un riconoscimento mancato: tre elementi decisivi per scagionare Michele Princi dall'accusa di tentata rapina e tentato omicidio. Contro di lui. come ha chiarito l'inchiesta del giudice istruttore Oggè. molti indizi, una serie di elementi obiettivi accusatori ma nessuna prova. Conclusione logica, il proscioglimento dell'imputato (difeso dall'avv. Longhetto) anche se con formula dubitativa. Il fatto. Ore 10.20 del 3 febbraio '78. Davanti all'agenzia C della Banca d'America e d'Italia, in via Valdieri angolo via Di Nanni, una Lancia Beta blu metallizzata si accosta al marciapiede. Sull'auto sono in cinque: due scendono e si avvicinano all'ingresso, altri due rimangono sulla Beta, il quinto, con giubbotto di pelle va incontro al Cit, tadino dell'Ordine Giuseppe Stincheddu. di guardia all'agenzia. Il bandito si avvicina: «Mani in alto, è una rapina- e spiana la pistola. Giuseppe Stincheddu non ha esitazioni, estrae la sua Taurus cai. 38, preme il grilletto: due detonazioni lacerano l'aria, un proiettile raggiunge il rapinatore all'addome trapassandoglielo. Il giovane si accascia ha ancora l'arma in pugno: la punta contro l'agente apre il fuoco vuotando il caricatore. Stincheddu è colpito di striscio ad un dito. Il ferito viene caricato dai complici sulla Beta che parte di scatto. Seconda parte della storia. Nei pressi di corso Tassoni un'auto si blocca: viene scaricato un giovane ferito che raggiunge a piedi l'ospedale Maria Vittoria. E' subito identificato: si chiama Michele Princi 25 anni. Le sue condizioni non sono gravi: la pallottola non ha toccato organi vitali. Il Princi è arrestato: per gli inquirenti non ci sono dubbi, è lui il rapinatore di via Valdieri. una strada che si trova ad un tiro di schioppo dall'ospedale. Ma il ferito nega: sostiene di essere stato colpito in via San Donato (il giudice smantella in breve tempo la versione). Tocca però al magistrato provare l'accusa. Tutti gli indizi sembrano accusare Princi. I periti d'ufficio sostengono che è stato ferito da una pistola cai. 38 (e Stincheddu ha sparato proprio con quel tipo di arma). Il colpo è stato esploso da una distanza di 30-40 centimetri (anche questo combacia con la ricostruzione della sparatoria). Il Princi ha approssimativamente le stesse «fattezze somatiche» del rapinatore descritto dalla guardia. Stincheddu riconosce il giubbotto dell'aggressore. Qualcosa perù comincia a non quadrare più nell'inchiesta. Stincheddu. messo a confronto con Princi, non lo riconosce. Ancora l'agente sostiene di aver colpito il rapinatore al fianco destro, con traiettoria dal basso verso l'alto. La ferita del Princi è invece al fianco sinistro e con traiettoria opposta. Ma in fondo sono contraddizioni superabili: Stincheddu non ha guardato bene in faccia il rapinatore, sulla ferita può essersi sbagliato. Poi arriva il colpo di scena che scagiona il Princi. Dal referto firmato dal medico del Pronto soccorso risulta che il giovane è stato medicato alle ore 10.15. cinque minuti prima del tentativo di rapina. Il sanitario ammette che abitualmente i minuti vengono arrotondati. La conclusione del magistrato è obbligata: esistono gravi elementi a carico del Princi ma non la prova della sua partecipazione al fatto. Da qui il proscioglimento sia pure con formula dubitativa. Michele Princi 25 anni all'ospedale il «ionio della rapina dvètsSblsfsscvtvstrdtps Michele Princi, 25 anni, all'ospedale il «ionio della rapina Vittoria E' subit idtifit itla ai 38 (e Stincheddu