Mentre Savona e Genova litigano avanzano Marsiglia e Rotterdam

Mentre Savona e Genova litigano avanzano Marsiglia e Rotterdam Mancano i finanziamenti per gli scali di Voltri e Vado Mentre Savona e Genova litigano avanzano Marsiglia e Rotterdam La polemica però copre una realtà preoccupante: i due porti vengono infatti condannati dal potere centrale a un ritardo nei confronti degli scali europei GENOVA — Sembra di leggere i giornali di quindici anni fa: nuovo porto di Voltri e nuovo porto di Vado, leggi speciali, progetti pilota, piano triennale dei porti che diventa piano quadriennale, dispute per miliardi che restano promesse o proposte. La nuova esplosione di rivalità tra Genova e Savona rischia di coprire con un polverone gratuito una realtà molto pili seria e preoccupante: i due porti liguri vengono condannati dal potere centrale a un ritardo storico nei confronti dei sistemi portuali direttamente concorrenti, quello di Marsiglia-Fos e quello di Rotterdam con l'appendice di Anversa. Il motivo della polemica locale è noto ma va qui sintetizzato per chiarezza. Genova ha dal 1964 un progetto, definito «indifferibile e urgente» da una legge del 1967. per il nuovo porto di Voltri. Modificato nel 1976 e poi nel 1979. destinato a integrare il vecchio porto, non ha mai ottenuto il finanziamento dello Stato. Con i mezzi a disposizione del Gap (Consorzio autonomo del porto di Genova) sono state realizzate alcune opere poco piti che simboliche: una diga foranea che dovrà ancora essere allungata di un chilometro, un breve molo, un parziale interramento lungo la spiaggia di Prà. Per realizzare il ..primo stralcio», con tre terminali per containers (capacità 100 mila pezzi l'anno) e uno per traghetti (3 milioni di tonnellate di merci l'anno) occorrono 280 miliardi. Tempi tecnici: quattro-cinque anni. Anche Savona ha un progetto di nuovo porto, nella rada di Vado. Le opere sono sta te iniziate, prolungando il molo frangiflutti, ma il coni pletamento della prima fase richiede una quarantina di miliardi. Il costo complessivo si aggira sui 250 miliardi. «Se l'Italia avesse da molti anni una programmazione portuale effettiva, i due porti di Voltri e di Vado sarebbero ormai costruiti. La polemica Savona-Genova è soltanto apparente: in realtà esiste una polemica com une nei confronti dello Stato», mi dice il presidente del Cap. Giuseppe Dagnino. Molto vicino è il parere del presidente della giunta regionale, il savonese Armando Magliotto: «Governi e Parlamenti si succedono facendo piano pluriennali che promettono un po'di miliardi a tutti, sema però nominare un progetto preciso come quello di Voltri. sema prevedere i collegamenti con l'hinterland. Siamo afflitti dalla vecchia mancamo di una cultura dei trasporti: i politici hanno sempre considerato i porti separatamente dalle autostrade, dalle ferrovie, dai trafori, con i risultati che vediamo». L'attuale governo, per mezzo del ministro Evangelisti, ha proposto un piano quadriennale che di fatto assorbe il vecchio piano triennale, riciclandone parzialmente gli stanziamenti. I 650 miliardi del vecchio piano dovrebbero diventare 850. Savona ne' avrebbe 37 in quattro anni. Genova ne avrebbe 82. ma senza un'esplicita destinazione al nuovo porto di Voltri. Emerge un dato di fondo: Genova e Savona si dibattono in un vuoto programmatico e finanziario. L'Olanda aveva già destinato negli Anni Sessanta l'equivalente di 510 miliardi di lire alle sole opere di ampliamento del porto di Rotterdam, prevedendo di raddoppiarlo per gli Anni Ottanta, con l'attrezzatura di 45 mila ettari a terra, contro i modestissimi 200 ettari della prima parte del porto di Voltri. Il Belgio aveva speso tra il 1956 e il 1970 oltre 200 miliardi nel potenziamento del porto di Anversa (vanno aggiunti 370 miliardi di investimenti privati). In Italia la programmazione per il quinquennio '72-76 assegnava 4050 miliardi alle strade. 1215 alle ferrovie, soltanto 374 a tutti i porti nazionali, piccoli e grandi, utili e inutili. Quei 374 miliardi venivano poi ridotti a 160. sminuzzati sulla carta, e infi¬ nt9tvDGdsDapbcPtnSRdRegate veliche ne restavano in gran parte teorici. Nessuno ha mai visto i 90 miliardi annunciati a quel tempo per Voltri. La lotta tra Genova e Savona non ha ragione di essere. Deve esserci invece un fronte Genova-Savona per ottenere dallo Stato i miliardi ind-ispensabili». dice Giuseppe Dagnino.../porti liguri hanno avuto dal vecchio piano il 20 ligdiqunePichreStreresesoper cento dei finanziamenti ! giobenché smaltiscano il 50 per I chcento dei traffici nazionali. ! diPoco o nulla per i collcgamen- J la ti con l'hinterland, che sono il j sunostro punto debole». friBattersi uniti, chiedere allo j noStato: l'eterno piagnisteo dei I liguri e della provincia? Non direi, perché abbiamo visto quanto spendono altri Paesi nel potenziamento dei porti. Piuttosto c'è da domandarsi: che fare per vincere l'indifferenza del potere centrale? Lo Stato continuerà a profondere migliaia di miliardi in opere pubbliche inutili o dannose, in industrie fallimentari e sospette, ignorando che qui si pCes«Ia prn gioca una partita europea. che il futuro del Mezzogiorno dipende dai suoi rapporti con la «polpa» dell'Europa e dalla sua funzione di ponte con l'A frica. per cui i porti liguri so- no indispensabili? Gianvittorio Cauvin. nuovo riivmdfocodcouretip presidente della Camera di Commercio, ha una risposta esplicitamente manageriale: «In passato non siamo riusciti a far pesare i nostri porti sulla politica nazionale perché era- \ rnino isolati e divisi. Decidia- \ riioci a cambiare metodo. Rivolgiamoci ai nostri utenti, milanesi, torinesi, svizzeri, tedeschi, con uno sforzo di informazione e di penetrazione, contese dovessimo vendere l'idea dei nostri porti. Una volta convinti gli utenti, avremo una forza ben più grande per realizzare e Voltri e Vado. Litigando ci troveremo uniti a piangere su Rotterdam.'. Mario Fazio

Persone citate: Armando Magliotto, Cauvin, Evangelisti, Giuseppe Dagnino, Mario Fazio