L'ex boss mafioso Buscetta ora fa il vetraio a Torino

L'ex boss mafioso Buscetta ora fa il vetraio a Torino o Ha ottenuto la semilibertà per buona condotta L'ex boss mafioso Buscetta ora fa il vetraio a Torino «Ringrazio il giudice che ha avuto fiducia in me. Voglio solo stare in pace, con la famiglia» - Lavora otto ore al giorno e la sera, alle 22. rientra in carcere: ha ancora una pena di due anni da scontare TORINO — Tommaso Buscetta. 52 anni, indicato nelle relazioni della Commissione antimafia come uno dei capi della mafia siciliana, ha otte- liuto la semilibertà. Gli è sta ta concessa dalla sezione di sorveglianza della corte d'appello di Torino per «comportamento esemplare — si legge nella motivazione — nel periodo di detenzione e perché non risulta che in Italia abbia avuto contatti con elementi della malai'ita». Buscetta. che da giovane a Palermo faceva il vetraio, ha ripreso l'antico mestiere. Ha trovato lavoro nel negozio-laboratorio: avere un'occupa- zione è la condizione indispensabile per ottenere il regime di seniilibertà. Ieri pomeriggio siamo andati a trovarlo nel suo ambiente di lavoro. «Sono in semilibertà — ha detto — dal primo febbraio, dopo sette anni di carcere. Mi sembra d'essere tornato a vivere. Ora voglio starmene in pace, non avere grane. Sul mio conto si è già detto e scrìtto troppo...». S'aspettava il provvedimento della corte d'appello di Torino? «Guardi, ho trovato un giudice umano ed equo. Mi ha fatto un discorso chiaro. "Buscetta — mi ha detto — le diamo la possibilità di fare una vita nuova. Si coinporti seriamente e correttamente altrimenti scatteranno di nuoi-o le manette". Io ringrazio quel giudice e giuro che non tradirò la sua fiducia». Quante ore lavora il giorno? «Esco dal carcere alle sette del mattino e li torno per dormire alle 22. Al lavoro rimango otto ore. Il resto del tempo lo trascorro con la mia famiglia, moglie e tre bambini». Che tipo di lavoro svolge? «// tagliatore di vetro ma non mi tiro indietro per tutto ciò che è necessario nel labo rótorio. Posso ringraziare il mio datore di lavoro: anche lui ha avuto fiducia in me. Al passato cerco di non pensare più. ho già sofferto tanto...». Quali i suoi progetti? «Cercherò di trascorrere la maggior parte del mio tempo libero con la famiglia. Non chiedo nient'altro se non di essere lasciato in pace». La competenza della magistratura torinese è una conseguenza delle recenti misure di sicurezza nelle carceri. Bu scetta. ritenuto un «perso naggio» da sorvegliare con cura, era stato trasferito tre anni fa dall'«Ucciardone» di Palermo, dove era rinchiuso dal novembre del 1972. al «supercarcere» di Cuneo. Buscetta in numerosi rapporti di polizia e carabinieri è stato definito uno dei capi più influenti della mafia palermitana, legato ai cugini Greco di Ciaculli e a Rosario Mancino. Il suo primo arresto, in Italia, avvenne il 19 gennaio 1959. Venne sorpreso a Taranto mentre, con altri 15 palermitani, stava scaricando due tonnellate di sigarette di contrabbando da un motopeschereccio. Ottenuta la libertà provvisoria, sei mesi dopo. Buscetta tornò a Palermo, ma non vi rimase a lungo. Prima che venisse costituita la Commissione parlamentare antimafia Buscetta scomparve: la sua presenza fu segnalata negli Stati Uniti, dove venne arrestato per immigrazione illegale e scarcerato dietro cauzione, ed in Italia, a Milano, dove venne fermato casualmente nel luglio del 1970 da una pattuglia della polizia stradale, alla quale esibì un passaporto falso intestato a Manuel Lopez, cittadino messicano. Arrestato in Brasile ai primi novembre del 1972. venne estradato in Italia e giunse a Palermo il 7 novembre.

Persone citate: Buscetta, Greco, Manuel Lopez, Rosario Mancino, Tommaso Buscetta