Gli zoofili «si sbranano» tra loro L'Enpa non è in grado di funzionare

Gli zoofili «si sbranano» tra loro L'Enpa non è in grado di funzionare L'Ente per la protezione degli animali è paralizzato da mesi Gli zoofili «si sbranano» tra loro L'Enpa non è in grado di funzionare Un gruppo di soci contesta il commissario che da un anno gestisce l'organizzazione ROMA —Per i suoi assistiti /qualche milione) l'Enpa (Ente nazionale protezione animali! dovrebbe fare praticamente tutto: occuparsi delle loro condizioni di vita, vigilare sulla loro salute, evitare lo sfruttamento. Per svolgere questo compito, potrebbe contare su migliaia di ispettori volontari, sulle sedi sparse in tutta Italia, su contributi, lasciti, donazioni, sulle sottoscrizioni organizzate ogni anno tra i giovani. Invece, da mesi, tutto é bloccato, l'assistenza é lasciata all'impegno di pochi. L'ente insomma è in crisi: i dirigenti si scambiano accuse, la ripresa delle attività continua a slittare nel tempo, anche il patrimonio comincia a deteriorarsi. Se finora gli assistiti non si sono fatti sentire, è solo perché per statuto non sono abilitati a farlo. Loro, poverini, sono animali. Per nulla preoccupati dall'idea di dare un cattivo esempio, gli zoofili dell'Enpa continuano a sbranarsi tra di loro. Da quasi un anno l'organizzazione è affidata a un commissario, il dottor Giuseppe Croce. Un gruppo di soci l'accusa di averne rinviato più volte il riassetto per continuare a tessere oscure trame di potere. Lui risponde che appena esaurito il mandato se ne andrà, lasciando l'Enpa in mano a quanti vorranno spartirselo. Un po' di storia a questo punto é d'obbligo. L'Enpa é sfuggito per poco alla mannaia della legge sugli «enti inutili»: abolirlo, dicono tutti, sarebbe stato un errore. Ma intanto il governo ha deciso di togliere all'associazione ogni personalità giuridica di diritto pubblico. Dal marzo dello scorso anno, in pratica. l'Enpa è un'associazione privata, con poteri molto più limitati, alleile se mantenuta nella dignità di «ente morale». Tutto questo é avvenuto in Kl) periodo già piuttosto critico: da alcuni mesi, per l'esattezza dal 31 luglio del '78. la gestione dell'Enpa era stata affidata dal ministero degli Interni ad un commissario. Giuseppe Croce, di professione magistrato presso il Consiglio superiore. Il dottor Croce sembrava tra i più adatti a fronteggiare la complessa situazione: bisognava pilotare la trasformazione, inventariare i beni dell'ente, versare i fondi residui. Per giunta. Croce si presentava come ecologo e zoofilo di rango. Le cose invece pare siano andate in maniera diversa. Qualche iniziativa del commissario leome un censimento nominale dei soci dell'ente) ha provocato le prime reazioni: poi diverse sezioni hanno cominciato ad accorgersi che la gestione commissariale stava durando troppo. Di qui una serie di lettere di protesta, poi di interpellanze parlamentari, per finire con un atto di diffida spedito a Croce nel settembre scorso da un avvocato di Trento. Il presidente del «partito verde» veniva invitato a convocare al più presto le elezioni per il rinnovo del Consiglio centrale dell'Enpa. e subito dopo ad andarsene. A queste elezioni adesso pare si sia finalmente arrivati. Il parto non é stato indolore, ma il 4 febbraio Croce ha spedilo alle sezioni una circolare, riservandosi di fissare per il 15 il calendario delle consulta¬ zioni. «Cosi — dice il commissario — spero che i miei nemici siano soddisfatti: appena concluse le elezioni me ne andrò. E allora qualcuno capirà che ad impadronirsi di quest'ente nessuno, tanto meno io poteva avere interesse». Già, ma cosa si contendono poi le fazioni in lotta per il dominio dell'Enpa'/ Poco più di cento sezioni provinciali. 75 mila iscritti, un patrimonio che consiste in alcuni immobili sparsi per l'Italia. «Poi però — sostengono gli avversari di Croce — ci sono i lasciti i contributi, le sottoscrizioni. Chi gestisce l'Enpa amministra un capitale di dodici miliardi Croce ribatte che. in tutto, l'ente possiede poche centinaia di milioni. «E il peso elettorale di 75 mila iscritti, dove lo mettiamo?», è l'altra obiezione dei contestatori. «Io ,non ho mai avuto mire del genere — risponde Croce —. So¬ no stato nominato commissario ed ho amministrato l'ente secondo la legge». Lo scambio di accuse potrebbe continuare a lungo, attraverso interpretazioni contrapposte dello statuto, sottili questioni giuridiche, grevi insinuazioni: ma non è proprio il caso di seguirlo ancora. Piuttosto, sarà interessante fra poche settimane verificare quale assetto i soci dell'Enpa vorranno darsi. Iproblemi ancora aperti sono numerosi: fra gli altri, c'é quello della collocazione di oltre mille guardie zoofile (quei volontari, che fino a ieri vi potevano costringere ad aprire il cofano dell'auto per verificare se c'era della selvaggina). Prima che l'ente fosse privatizzato, avevano la qualifica di guardie di Ps. giravano armate: adesso dovrebbero diventare guardie giurate, ma le mansioni sono ancora tutte da definire, g. z.

Persone citate: Giuseppe Croce

Luoghi citati: Italia, Roma, Trento