Montedison: presero soldi, ma ora nessuno ricorda i particolari

Montedison: presero soldi, ma ora nessuno ricorda i particolari Il processo per i «fondi neri» Montedison: presero soldi, ma ora nessuno ricorda i particolari ROMA — Ancora sfilata di uomini politici e capitani d'industria al processo, in corso a Roma, per lo scandalo dei «fondi neri» della Montedison, alcune decine di miliardi di lire segretamente gestiti dall'ex presidente della holding, l'ing. Giorgio Valerio, per finanziare partiti politici o per elargire premi fuori busta ai dipendenti. Oltre a Valerio, morto qualche mese fa, sono imputate nel processo altre 35 persone, accusate di reati che vanno dal concorso aggravato in false comunicazioni sociali e illecita ripartizione degli utili, al concorso aggravato in pubbliche forniture, all'appropriazione indebita aggravata. Dall'inizio dell'inchiesta giudiziaria sono trascorsi ormai nove anni. Cominciata per accertare le responsabilità di una frode compiuta ai danni dello Stato attraverso la fornitura di radio ricetrasmittenti da installare sui carri armati in dotazione al nostro esercito, l'indagine ha preso poi in esame la destinazione di svariati miliardi di lire, costituenti i cosiddetti «fondi neri» della Montedison, miliardi che in parte, secondo le conclusioni del giudice istruttore, sono finiti nelle casse di partiti politici. Dopo Athos Valsecchi, Alfredo Covelli, Raffaele Girotti. Giorgio Mazzanti, Augusto Talamona. Randolfo Pacciardi. e altri personaggi del mondo politico e imprenditoriale, ascoltati nelle precedenti udienze, si sono presentati a testimoniare davanti al Tribunale l'ex presidente dell'Iri Giuseppe Petrilli, l'ex dirigente della «Bastogi» (una delle maggiori azioniste della Montedison) Tullio Torchiarti, l'ex segretario della de di Milano Gino Colombo, il consigliere politico di Aldo Moro Sereno Preato, e l'esponente socialdemocratico Mauro Ferri. Quest'ultimo ha dichiarato ai giudici che. tra il 1966 ed il 1968. quando egli era deputato per il partito socialista unificato, la sua formazione politica ricevette alcune sovvenzioni anche da parte dell'ing. Valerio, ma ha precisato di non aver mai saputo la provenienza del danaro né la sua entità. Petrilli, a sua volta, ha detto di aver avuto soltanto alcuni contatti con l'allora vice presidente della Montedison, sen. Merzagora, ma di non aver mai parlato dei «fondi neri». Diversi assegni per un importo di 5 milioni ciascuno passarono invece per le mani di Gino Colombo che ha detto di averli girati al segretario amministrativo della de, dopo averli ricevuti personalmente dall'ing. Valerio. Preato. infine, ha ammesso che. in occasione delle elezioni del '68, ricevette da Valerio un assegno che si aggirava tra i 5 e i 10 milioni, ma ha precisato di non ricordare a chi fosse intestato.

Luoghi citati: Milano, Roma