Terremoto, un mese dopo

Terremoto, un mese dopo Gli scienziati, con l'aiuto di 2326 lettori de «La Stampa», io hanno radiografato Terremoto, un mese dopo «Mai, finora, era stato possibile ricostruire un'immagine così precisa» - La scossa principale del 5 gennaio è stata pari al grado 6,5-7 della scala Mercalli: profondità circa 15 chilometri, durata 50 secondi; tre repliche: la stessa sera, il 6 e l'8 gennaio - Cumiana al centro dell'area più interessata, allungata in senso Nord-Sud da Pinerolo ad Almese - Il grazie dei geologi ai compilatori delle schede Ad un mese e mezzo dal terremoto che ha colpito il Piemonte settentrionale diamo un primo bilancio dell'esperimento di approfondire la conoscenza del fenomeno con la collaborazione dei lettori de «La Statnpa». Le «schede» pervenute a tutt'oggi sono 2.326. Le persone che hanno risposto sono per circa un terzo residenti a Torino; le altre risposte sono pervenute da circa 140 comuni della Provincia di Torino, da una sessantina di comuni del resto del Piemonte e da 13 comuni della Valle d'Aosta, della Liguria e della Lombardia. Le risposte costituiscono un campione statisticamente valido sia come numero sia come distribuzione geografica: l'esperimento si può perciò considerare riuscito. A titolo di curiosità riferiamo che circa il 40% dei lettori che ci hanno inviato le loro «schede» hanno fornito anche le proprie generalità: vi sono rappresentati all'incirca in ugual proporzione uomini e donne, delle professioni e condizioni sociali più diverse. Hanno risposto all'iniziativa anche numerose classi di scuole elementari e medie. Spesso le «schede» sono state accompagnate da osservazioni supplementari, da richieste di infor inazioni sui fenomeni sismici e in particolare sulla probabilità del loro ripetersi in Piemonte. Molti hanno rivolto telefonicamente le domande all'Istituto di Geologia: ad essi si è cercato di rispondere con l'aiuto di colleghi e studenti. Desideriamo esprimere un vivo ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita dell'iniziativa. Essa con sentirà di ricavare una immagi ne del fenomeno sismico del 5 gennaio, quale non è mai stata possibile ricostruire per un altro terremoto nella storia sismica della regione. Ecco alcuni dati richiesti da parecchi lettori: sono preliminari, li ha forniti il prof. Claudio Eva, Direttore dell'Istituto di Geofisica dell'Università di Genova, che nell'ambito del Progetto Finalizzato Geodinamica è responsabile della gestione della rete strumentale (comprendente gli osservatori di Genova Acqui, Roburent, Boissano. San Remo. Sant'Anna di Valdieri. Entracque, Pinerolo. oltre che quelli di Oropa e di Pavia dell'Istituto Nazionale di Geofisica) che registra l'attività sismica del Piemonte. Scossa principale. Ha avuto come « tempo-origine » le ore 15.32'27" e le sue coordinate epicentrali sono: latitudine 45", 00' Nord e longitudine 7", 18' Est (questo punto ricade nel territorio comunale di Cumiana per cui il fenomeno sismico può essere indicato convenzionalmente come «Terremoto di Cumiana»). La sua magnitudo (parametro che esprime l'energia totale liberata e misurato dalla scala Richter) è stata di 4,9 e la sua intensità stimata (cioè il livello a cui questa energia è stata liberata) pari al 6.5-7 grado della scala Mercalli. La profondità ipocentrale è stata stimata pari a circa 15 km. Questa scossa, la cui fase massima all'osservatorio sismico di Pinerolo ha avuto una durata di circa 50 secondi, non è stata preceduta nei giorni antecedenti da alcuna scossa, neppure stru mentale (scosse strumentali nei sei mesi precedenti sono state registrate dall'Osservatorio di Pinerolo solo alle ore 22,41 del 22 novembre, con epicentro in ter ritorio francese, ed il 26 novem bre alle ore 2.07 e alle 14.29. con epicentro rispettivamente nel territorio comunale di Paesana e di Bobbio Pellice). Repliche. Delle tre «repliclte» della scossa principale solo la prima (registrata alle ore 20,55 dello stesso 5 gennaio) può essere stata avvertita dalle persone, mentre le successive (registrate rispettivamente alle 13.41 del 6 e alle 524 dell'8) sono state solo strumentali. A commento dei dati strumentali, si sottolinea che il concetto di epicentro punti/orme non ha significato fisico: si tratta del punto che rappresenta il centro geometrico dell'area che i sismografi hanno indicato corrispondere, in superficie, alla sorgente profonda del terremoto. Quest'ultima, a sua volta non corrisponde ad un punto ma ad un volume dell'ordine di grandezza dei km cubi o delle decine di km cubi. Va inoltre tenuto presente che nella determinazione dell'epicentro si è costretti a ricorrere ad una modellizzazione con notevoli semplificazioni, come ad esempio quella di considerare omogenea la crosta terrestre e piana la superficie topografica. Area pleistosismica. Si tratta dell'area in cui si sono avuti gli dietti più intensi: nel caso del terremoto di Cumiana quest'area, in base ai dati finora disponibili, sembra avere una forma ellittica, allungata in senso N-S. e si estende da Pinerolo ad Aimese e comprende in base ai primi dati, gli abitati di Cumiana Piossasco, Frossasco, Giaveno, Cantalupa e Trana. Per rispondere alle domande rivolteci più di frequente ricordiamo che il Piemonte non è un'area asismica, cioè immune da fenomeni sismici, come qualcuno ritiene, ma è una regione u moderata sismicità, sia per quanto riguarda il numero che l'intensità degli eventi. I terremoti che interessano la nostra regione sono di natura tettonica sono cioè provocati dall'instabilità della crosta terrestre: questi fenomeni non hanno perciò qui niente a che vedere con il vulcanesimo. In Piemonte come tutta l'Italia Settentrionale non esistono vulcani aitivi e neppure spenti in epoca recente. tdvnmnitgUlp Come è stato più volte ripetuto, i terremoti, allo stato attuale delle conoscenze, non sono prevedibili: non è cioè possibile conoscere con precisione il momento e il luogo dove avverranno. Ricerche e sperimentazioni in questo senso, pur avendo dato qualche risultato incoraggiante in Cina, Giappone, Stati Uniti e Urss sono lontani dall'offrire una metodologia di applicazione corrente. Sismicità futura. Si è consta¬ tato che il tipo di considerazione più ragionevole per stimarla è quella di estrapolare probabilisticamente al futuro la storia sismica passata. Su questa base, un nuovo, prossimo e intenso fenomeno sismico nel Piemonte settentrionale è da ritenersi improbabile. Che fare? Lettori ci chiedono come ci si debba comportare quando si verifica un terremoto. Difficile, dare una risposta generica, valida per le diverse si¬ tuazioni possibili. Riprendendo le considerazioni essenziali contenute in un opuscolo pubblicato negli Stati Uniti dal titolo «Come convivere con il terremoto», possiamo dire che il suggerimento più importante che si può dare è quello di cercare di non perdere la calma. Chi la mantiene ha minori probabilità di subire conseguenze. Se ci si trova all'interno di un edificio, i punti meno vulnerabili sono gli angoli delle stanze ed i vani delle porte interne (nelle vecchie costruzioni quelli praticati nei muri portanti). E' prudente tenersi lontani dalle finestre, da oggetti pesanti e fragili come grandi specchi, ecc. Se si è in un edificio pubblico, evitare di precipitarsi alle uscite che possono essere bloccate dall'accalcarsi della folla in preda al panico. Se ci si trova nei piani alti di una costruzione, cercare' di uscire solo dopo che la scossa è cessata, usando le scale e non l'ascensore che può non funzionare per black-out o può essere bloccato da una scossa successiva. All'esterno bisogna tenersi lontani da oggetti e strutture che possono crollare, come balconi, tralicci elettrici, ecc. Se ci si trova in automobile è invece sufficiente fermarsi. Ci sia infine consentito di rivolgerci personalmente ad un lettore di Rivoli il quale ci ha illustrato una sua interpretazione dei fenomeni sismici che ritiene sicura. Lo ammettiamo, la geologia nel caso dei terremoti, può solo formulare ipotesi perché non è possibile eseguire delle verifiche alla sorgente del fenomeno che si trova sempre a profondità inaccessibili nella crosta terrestre. Qualunque ipotesi (e quindi anche la sua) è da prendere seriamente in considerazione, purché basata su fondamenti fisici e geologici validi. Una cosa sola ci sentiamo di escludere a priori nel suo modello interpretativo: ci creda, gentile amico, tra le cause possibili del terremoto, il governo (una volta tanto) non c'entra! Francesco Carraro list di Geologia dell'Università)

Persone citate: Claudio Eva, Francesco Carraro, Giaveno, Mercalli, Richter, Terremoto