I ragazzi tornano a credere nella scuola e nello studio

I ragazzi tornano a credere nella scuola e nello studio Docenti esaminano l'esito del 1° quadrimestre I ragazzi tornano a credere nella scuola e nello studio «Vi cercano soprattutto modelli e punti di riferimento» Sono fragili, soli, con grandi vuoti nel linguaggio e scarsa capacità di riflettere - Colpa della civiltà dei mass media Si è chiuso il primo quadrimestre nelle scuole, schede e pagelle con i giudizi ed i voti sono state consegnate. In questa fase dell'anno un bilancio fra risultati positivi e negativi avrebbe scarso significato. E' invece interessante l'analisi fatta dai docenti delle superiori, di quel tipo di scuola cioè dove la selezione è una realtà che può segnare la vita futura dello studente. Il quadro che ne emerge è contrastato da molte ombre, ma mostra anche chiari segni di buona volontà. Osservazione comune: la carenza nei giovani di -mezzi di comunicazione». Sottolineano concordi gli interrogati: «I nostri ragazzi si presentano fragili, con grandi ruoti nel linguaggio parlato e scrìtto e quindi con gravi difficoltà nel comprendere materie e programmi che si basano sulla teoria-. D'altra parte. ..sentono profondamente l'esigenza culturale-: -non contestano più la scuola come era stato per la generazione del '68, ma vedono in essa un punto di riferimento; -soprattutto appaiono molto soli-. Spiega la prof. Vittoria Vecchi, storia e filosofia allo scientifico Volta: -Le classi sono tranquille, gli alliei'i studiano, sono diversi da quelli che ho avuto nel recente passato. Non vorrei che l'affermazione suonasse stonata e mi spiego. Il "materiale umano" è più ricettivo, meno crìtico. I ragazzi cercano modelli e punti di riferimento all'interno della scuola, forse perché fuori non ne trainano più. E'meglio? E' peggio? Non saprei dirlo-. La prof. Chiara Maurella (insegna anch'essa storia e filosofia ). scientifico Einstein: «Dero combattere ogni giorno con un retroterra culturale inesistente. Gli allievi sono molto interessati al programma, dimostrano desiderio di apprendere, ma devono fare i conti con la scarsa prepa¬ razione di base-. Il guasto che emerge più evidente è - la mancanza di linguaggio corretto-. Un'accusa agli insegnanti delle medie inferiori? -La colpa è un po'di tutti-. Aggiunge: -Fin dalla più tenera età i ragazzi sono sottoposti a sollecitazioni e messaggi troppo grandi e troppo frequenti, non riescono né ad immagazzinarli né a convogliarli in modo giusto ed ordinato. La scuola con i programmi vecchi, gli inse-gnanti impreparati a questo tipo di lavoro, non sono in grado di aiutarli-. E' d'accordo Mario Alovisio. docente di italiano all'industriale Avogadro: -La civiltà dei mass-media ha tolto la capacità di lettura, di riflessione, di ragionamento. Gli studenti sono sempre meno dotati di strumen ti di comunicazione perché sono abituati a guardare senza osservare, la situazione è particolar mente pesante all'istituto tecnico dove molti si iscrivono per comodità. Credono che gli insegnamenti siano facili e non è ve ro, pensano di ricevere una buo na preparazione manuale e nep pure questo è vero. Occorrerebbe un programma meno teorico e più pratico, un efficiente servi zio di orientamento scolastico-. Le bocciature fra il primo ed il secondo anno raggiungono il 35 per cento. Per Fernanda Grosso (professoressa d'inglese al Sommeiller. corsi diurni per ragionieri) la causa fondamentale delle carenze è l'aver abbandonato l'analisi della lingua, quella che poi portava al latino, senza aver fornito un sostitutivo serio. «Da una mia indagine campione emerge che sono meglio preparati quelli che hanno frequentato scuole dorè si adotta un sistema d'insegnamento ricino a quello tradizionale. E' una affermazione fatta a denti stretti perché credo nella validità del rinnovamento. Imiei volenterosi ragazzi li guardo con affetto e con pena. Come aiutarli? Purtroppo la reazione della scuola è quella di selezionare. Equivale, nel sistema attuale, "a buttarli ina"-. Uno spiraglio di luce al classico Alfieri. Afferma la prof. Barnaud (matematica e fisica) in ginnasio: «.Anch'io trovo grande difficoltà iniziale, ma poi si riesce quasi sempre a recuperare Forse è merito della materia, che ricomincio in pratica dall'inizio, forse della sperimentazione che ci è stata concessa-. Ha ottenuto di avere non due ma tre ore set timanali delle due materie: una è dedicata allo studio soprattut to pratico della fisica: -Ciò aiu ta molto gli studenti a conqui stare un metodo di apprendi men to. Una conferma viene dalla prof. De Federicis (letteratura italiana) del liceo Gioberti: «Gli studenti li ricetto dopo la dram matica "cerniera" del ginnasio, perciò non li conosco in modo di retto quando escono dalle medie. Da qualche anno tuttavia noto un interesse largamente crescente per lo studio, afferro un grande bisogno di impadronirsi degli strumenti culturali. Certo anche da noi ci sono difficoltà ma sono quelle che presenta la scuola a causa dell'invecchiamen to dei programmi-. Maria Valabrega

Persone citate: Alfieri, Avogadro, Chiara Maurella, De Federicis, Einstein, Fernanda Grosso, Gioberti, Maria Valabrega, Mario Alovisio, Vittoria Vecchi