Seimila magistrati si recano alle urne

Seimila magistrati si recano alle urne Per rinnovare il Comitato Direttivo Seimila magistrati si recano alle urne DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Da oggi e fino a martedì prossimo i magistrati di tutta Italia si recheranno alle urne per rinnovare il Comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati. Rispetto alle precedenti elezioni, avvenute nel novembre del 1977. alcune innovazioni abbastanza significative sono venute a modificare la situazione e appaiono tali da contribuire in maniera determinante a dare un volto nuovo all'Anni. I 36 seggi saranno suddivisi questa volta, tra gli eletti di tre liste, al posto delle quattro presenti nella precedente votazione. Le due correnti di «Terzo Potere» e di «Impegno Costituzionale» si sono fuse nell'unico gruppo «Unità per la Costituzione» che. almeno stando ai dati delle elezioni del 1977. dovrebbe raccogliere il maggior numero di preferenze, oltre il 45 per cento. Altro dato di rilievo è stato lo scioglimento dell'«Unione magistrati italiani» (Umi) alla quale erano iscritti circa 600 giudici. Inoltre, nel corso di una recente assemblea generale dell'«Associazione nazionale magistrati», sono state fatte alcune sostanziali modifiche statutarie. In particolare, è stato deciso di portare da due a quattro anni la durata del «Comitato direttivo centrale» per renderla uguale a quella del Consiglio superiore della magistratura, la cui composizione è proporzionale alla forza delle tre correnti dell'Anni. Da alcuni calcoli approssimativi predisposti dalle segreterie nazionali delle tre correnti del sodalizio sì pensa che saranno circa 6000 i magistrati che parteciperanno alle votazioni. Le urne saranno predisposte in ogni sede di Corte di Appello d'Italia e saranno 23. quanti sono cioè i distretti giudiziari. I rapporti con il Consiglio superiore della magistratura sono il tema centrale dei prò grammi di tutte le correnti. Da più parti, negli ultimi tempi, sono state avanzate critiche per un certo immobilismo del Consiglio, determinato, secondo i più. da una eccessiva politicizzazione interna. La maggioranza dei magistrati italiani è concorde nel ritenere che la situazione venutasi a creare nel Consiglio, fonte tra l'altro di gravi disfunzioni, sia stata provocata proprio da quel sistema proporzionale recentemente inaugurato a Palazzo dei Marescialli. Nonostante ciò. la stragrande maggioranza è convinta della necessità di difendere tale principio, pur immettendovi alcuni correttivi. Gli altri problemi sul tappeto riguardano l'adeguamento della somma di bilancio stanziata per le spese di giustizia, fissata per il 1980 in 796 miliardi di lire, cioè lo 0.77 per cento del totale nazionale, e poi una revisione generale delle circoscrizioni giudiziarie. Assai sentite, però, anche per l'importanza che rivestono nel momento attuale, sono altre due questioni di fondo: quella di limitare nel tempo la permanenza di magistrati con funzioni direttive nello stesso ufficio, e. nell'ambito della riforma giudiziaria, affrettare al massimo il varo del nuovo codice di procedura penale e introdurre le nuove norme sulla depenalizzazione di determinati reati per rendere meno gravoso il lavoro dei giudici.

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