Troppi segretari nella de in Val d'Aosta e nessun delegato al Congresso nazionale

Troppi segretari nella de in Val d'Aosta e nessun delegato al Congresso nazionale Una «terna» guida (per ora) il partito e le polemiche Troppi segretari nella de in Val d'Aosta e nessun delegato al Congresso nazionale DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE AOSTA — La democrazia cristiana della Valle d'Aosta non ha diritto di voto al 14" Congresso del partito a Roma. I quattro delegati della Vallèe, rappresentanti 13 mila voti, non potranno esprimere la loro presenza politica: sono in castigo. Lo ha deciso la Commissione centrale di garanzie statutarie della de dopo la riunione del 13 febbraio, proprio a due giorni dall'inizio della grande assise. La decisione, a firma dell'on. Vincenzo Russo, ha concluso una lunga «querelle» iniziatasi il ?,2 novembre del 1979 nelle stanze del comitato regionale di via Chambéry. ad Aosta. Quel giorno, i due terzi della locale de approvarono la mozione di sfiducia contro Aldo Zanin, segretario politico di simpatie fanfaniane e amico (almeno fino al momento della sfiducia) dell'assessore regionale alle Finanze. Ramerà. Quel voto di sfiducia a Zanin è interpretato in modi diversi dalla nuova maggioranza de e dagli ambienti politici estranei al partito dello scudo crociato. I de. .ocristiani antiZanin sostengono che la nuo¬ va segreteria di Carlo Artaz (fanfaniano. ma amico di Ramerà) rappresenta una linea di ammodernamento e di nuova combattività per il partito. Gli ambienti non de dr'.la Valle parlano invece di rivolta di palazzo degli assessori amici di Ramerà (e lui incluso) contro i consiglieri fiancheggiatori dell'ex segretario, vicino all'area di Zaccagnini. La verità, naturalmente, è difficile da conoscere anche perché le alchimie politiche in questa regione di confine sono estremamente ingarbugliate e di ardua interpretazione. Sta di fatto che una ..troika., (che la de preferisce definire ..terna») ha sostituito, nello stesso giorno della sfiducia, il deposto Zanin. I tre nuovi segretari sono Carlo Artaz. Angelo Mappelli (doroteo e sindacalista). Augusto Fosson (vicino al Movimento popolare di Borruso). La nuova guida della de valdostana non piacque agli amici di Zanin, ora in minoranza. Cosi l'elezione fu impugnata. Si disse che lo statuto del partito non prevedeva una segreteria a tre né altri tipi di segreterìe collettive. E Roma dette ragione alla minoranza. La ..terna» fu sciolta e Artaz diventò unico segretario, mentre Mappelli e Fosson furono nominati vicesegretari. Un'operazione definita dagli oppositori della de ..bizantina» e ..disinvolta». Nel frattempo, nelle more della lite, spiegano alla de. sono scaduti i termini per convocare le assemblee sezionali che avrebbero dovuto esprimere i delegati al Congresso di Roma. La nuova segreteria di Artaz ha detto di non potere svolgere l'intero iter burocratico in dieci giorni e chiesto consiglio a Roma. Come farsi rappresentare? Il partito, dalla capitale, ha sentenziato: mandale qualcuno purché tutti siano d'accordo. Dice Augusto Fosson. vicesegretario de nonché capogruppo al Consiglio regionale: «A questo punto, non ci restava che fare eleggere dal comitato regionale i quattro delegati per Roma, in mancanza delle assemblee sezionali». I quattro sono Eraldo Manganone, consigliere regionale; l'assessore Ramerà: la signora Cognein, del movimento femminile, e il consigliere comunale Chiofalo. Ma anche stavolta gli amici di Zanin si dimostrano avversari irriducibili e per mano di Armido Chiattone. leader locale dell'area di Zac. firmano un ricorso a Roma contro i quattro delegati dal comitato aostano. In poche parole chiedono che essi non possano avere diritto al voto congressuale come rappresentanti ufficiali della de valdostana. Roma dà ragione a Chiattone e annulla la nomina dei quattro. Motivo: «Perché non sono espressione delle assemblee sezionali bensì del Comitato regionale che a ciò non è abilitato». Conclusione: i delegati valdostani sono partiti ugualmente per il 14" Congresso, ma la loro presenza è soltanto simbolica. Il comitato regionale della Valle d'Aosta ha preso atto della decisione romana con amarezza. Spiega Fosson: ..£" un incidente tecnico, non politico». E aggiunge: «In fondo non sono certo 13 mila voti su 14 milioni a cambiare le decisioni di un congresso». Alla domanda su chi avrebbero votato i quattro se ne avessero avuto il diritto. Fosson si stringe nelle spalle e non risponde. In questi tempi, per i de valdostani, è preferibile il silenzio. Edoardo Bullone