«Perché il giornale parla poco di noi?»

«Perché il giornale parla poco di noi?» 11 quotidiano in classe suscita domande «Perché il giornale parla poco di noi?» Uno studente della Ada Negri precisa: "Di noi giovani «normali», dei nostri problemi,, - Lunedì dibattito a Palazzo Lascaris Il giornale è entrato nella scuola media inferiore e superiore dalla porta principale. Nuovo strumento didattico che si affianca ai libri, ha la funzione di legame tra Io studio e la realtà quotidiana. La Regione ha stanziato per il progetto ..giornali a scuola» 600 milioni che sono stati spesi per i 15 mila abbonamenti periodici. Lunedi alle 9.30 a Palazzo Lascaris (via Alfieri 15) ragazzi e docenti esporranno alle autorità ed agli esperti il loro pensiero. Noi abbiamo voluto anticipare ..dal vivo» le reazioni di alcuni fra i giovani: gli alunni della media inferiore Ada Negri. Terza A: i ragazzi si esprimono senza soggezione abche se ad ascoltarli c'è l'insegnante d'italiano Gagliano e la preside prof. Carla Durando Maspoli. Dice Capaldi: «Il linguaggio usato non sempre è chiaro». Aggiunge Crivello: «Troviamo sovente parole straniere, oppure altre in italiano, ma di difficile comprensione». Bruno insinua malizioso: «Forse chi scrive non vuole essere capito?». Qualcuno confessa: «Prima leggevo soltanto lo sport, ora mi piace anche la cronaca». Altri incalzano: «La politica none poi cosi noiosa». C'è chi confessa: «Però è meglio la televisione, si sofferma sui fatti più importanti perii Paese». In prima F la prof. Cardiello raccoglie con i suoi alunni i •■pezzi» che, dopo un primo esame, sono giudicati interessanti. Saranno utilizzati ed approfonditi di volta in volta per ricerche e lavoro di gruppo. Fabrizio Roma dichiara: «Mi piace usare il giornale perché mi aiuta a conoscere parole ed argomenti nuovi. Però scopro anche tante cose cretine Quali? .. Vorrei ad esempio che ci fosse meno spazio per la pubblicità». Incalza Mauro Testa: «Perché non si parla più diffusamente dei nostri problemi di giovani "normali"?». Quali? Angelo Falcone. Renzo Arletti. vorrebbero una «campagna giornalistica per avere più verde, più spazio dove giocare». «Sono andato in piazza d'Armi e mi hanno rubato la bici — accusa Angelo — ad altri hanno portato via il giubbotto». Fabrizio invece ha «ricevuto secchi d'acqua in testa perché sui marciapiedi si fa baccano, ma dove possiamo andare altrimenti?». Seconda G. detta anche la classe delle vespe «perché parliamo tutti insieme». I ragazzi sono concordi con il prof. Camandona: «L'incontro con il giornale è stato emozionante, bellissimo, sicuramente un'esperienza da continuare». Il giornale «è sempre stato dietro le quinte della nostra classe, ma ora si può usarlo con maggior ampiezza di mezzi, si possono confrontare più testate, si possono anche fare scambi con altre sezioni». HelgaBertàlozzo: «Vorremmo averne uno ciascuno da portare a casa». Daniele Inghes annuncia di essere «molto interessato alla politica ed allo sport». Antonella Giglio: «A casa entrano almeno due "testate" al giorno, io le leggo alla sera prima di addormentarmi, tuttavia la discussione in classe è utile perché serve a fare confronti». Valentina Lenzi è l'unica fra tutti gli intervistati a non avere il quotidiano in casa. ■/ miei comprano soltanto un settimanale femminile. Non serve a niente, non dice niente. Sono contenta dell'esperienza a scuola». Il bilancio appare positivo. Conferma la preside Durando Maspoli: «Alla Negri i giornali sono entrati già in passato. L'iniziativa della Regione ci ha of* ferto l'opportunità di ampliare gli strumenti del nostro lavoro. E' chiaro che si tratta di sperimentazione che andrà verificata. Ma fin d'ora il consenso ci fa sperare perii meglio». Maria Valabrega

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