Il coro dei pendolari: sì al metrò (ma che non si faccia nel Duemila)

Il coro dei pendolari: sì al metrò (ma che non si faccia nel Duemila) Piccola inchiesta per conoscere le opinioni dei torinesi sul piano dei trasporti Il coro dei pendolari: sì al metrò (ma che non si faccia nel Duemila) I lavoratori denunciano cento disagi: levatacce per non arrivare tardi in fabbrica, pullman superaffollati - Il maxitram sulla linea nuova eliminerà molti problemi di trasferimento - Il tracciato sotterraneo preferito a quello in superficie - Perplessità: «Io non lo vedrò mai» Corso Francia, capolinea degli autobus da e per Grugliasco, Collegno e Rivoli, ore 14,30 di ieri. Chiediamo ai viaggiatori in attesa sotto le pensiline: -Scusate, sapete che vogliono costruire il metrò fino a Rivoli?*. Tutti rispondono affermativamente, ma un uomo anziano, che dice di essere -un cliente dell'Atm da almeno 20 anni per ragioni di lavoro*, vuole subito dire la sua: -E' una buona idea — spiega —, ma è da troppo tempo che me la contano. Io non ci credo più*. Sorride, si guarda attorno, poi aggiunge: -Senta, lei è ancora giovane e forse non ha certe malizie, ma non ha capito che siamo sotto le elezioni*. Un giovane sbotta voltandogli le spalle: -Vai nonno, sei troppo diffidente.'Wn po' di fiducia ci vuole nella vita, altrimenti è inutile discutere*. Il problema di una nuova rete di trasporti metropolitani è sentito. I primi ad auspicare l'Immediata realizzazione almeno della linea .1» sono i pendolari della TorinoRivoli. Al capolinea di corso Francia i commenti sono tutti favorevoli: «Si faccia in fretta: siamo stanchi di perdere tempo sui pullman. Venite al mattino, nelle ore di punta, e vi renderete conto di come stanno le cose. Non si riesce a salire né a scendere. Quante bestemmie, chiedete ai guidatori*. Il conducente di un autobus: -Per forza, i mezzi hanno una capacità limitata: non più di 120 persone. Dovete capire che i collegamenti interurbani sono diversi da quelli in città dove c'è il ricambio dei passeggeri ad ogni fermata. Su queste linee invece si sale solo a Rivoli e nelle tre fermate successive. Poi bisogna avere pazienza e aspettare l'altro autobus. Che volete, si spostano tutti dalle 7 alle S del mattino e nessuno vuole arrivare in ritardo al lavoro. Andava meglio con i filobus capaci di portare 200 viaggiatori*. L'opinione dell'autista dell'Atm trova ampi consensi. Raffaele Viezzi di Rivoli, operaio alla «Sicam» di Grugliasco: .Faccio il pendolare da 11 anni e per arrivare in fabbrica alle 8,15 devo alzarmi alle 7. Ne perdo del tempo tra un autobus e l'altro e spesso arrivo al lavoro in ritardo. Mi sono abituato al disservizio, ma la cosa non mi sta bene lo stesso. La linea metropolitana risolverà questo problema che non è solo mio ma anche di tanti altri. Spero di vederla presto in funzione*. S'intromette un giovane. Emanuele Lot di Rivoli, panettiere a Torino: -Anch'io perdo tempo, non meno di 40 minuti. Pur di vedere realizzato il metrò sono disposto a pagare di più il biglietto della corsa. Sa, bisogna provare ad alzarsi all'una del mattino per andare a lavorare. Dieci minuti in più di sonno non hannoprezzo*. La partenza degli autobus al capolinea di corso Francia avviene ogni 4 minuti nelle ore di punta e ogni otto durante la giornata. Un operaio della Nebiolo residente a Collegno. -Sulla carta — spiega — perché di fatto non si sa mai quando arrivano. La sicurezza dell'orarlo non è un problema da sottovalutare per chi si sposta per lavoro. Pensi che mia moglie, dovendo portare il figlio al "nido", è stata costretta ad acquistare una "500". Non aveva scelta se voleva bollare la cartolina in tempo a Torino. Per un po'di tempo ha rischiato, ma alla fine il padrone gliel'ha detto che alle 9 era forse un po'troppo tardi*. I commenti ascoltati alle varie fermate si assomigliano. Nessuno ha obiezioni da fare sul progetto salvo porsi interrogativi sui tempi di realizzazione. «Gid — dicono — se ne parla adesso, ma quando li vedremo i maxitram?*. Indifferenza sulla scelta del percorso: a cielo aperto o sotterraneo va bene in ogni caso. Si sottolinea: -A noi interessa arrivare a Torino nel minor tempo possibile ed essere sicuri di trovare posto. Dà fastidio vederti passare sotto il naso tre o quattro autobus e non poterci salire perché pieni di gen te •. I torinesi intervistati sono invece contrari al tracciato in superficie e nutrono molti dubbi sui tempi di costruzione. La fioraia di piazza Massaua, Fernanda Bardone: -Il metrò è sottoterra, altrimenti non è altro che una linea tranviaria con tutti gli inconvenienti. Ma è inutile parlarne — spiega—perche io non lo vedrò mai*. II dott. Viscovo della farmacia «Maffei»: • Non si può non condividere l'idea di un collegamento rapido con Rivoli, ma non basta metterla sulla carta. Bisogna cominciare a lavorare subito perché se ne parla da troppo tempo. Di questo passo il progetto invecchierà nei cassetti*. Aggiunge: -Non sono però convinto sull'effettiva necessità e sulla priorità della scelta. I miei clienti mi parlano sempre della casa (provate a cercare un alloggio) e non del metrò. Lo vogliono, certo, ma preferirebbero vedere sorgere nuovi palazzi*. Replicano due dipendenti della Provincia in un bar di corso Francia 313 : -Andava fatto 10 anni fa. Non siamo in grado di esprimere giudizi perché abbiamo informa¬ zioni vaghe, ma da quel che ci risulta sarebbe meglio sottoterra. Vogliamo vederli i, maxitram attraversare gli incroci nelle ore di punta anche con i semafori intelligenti, programmati e computerizzati. Tutte balle: il metrò è veloce solo nelle gallerie. Vedere New York e Parigi*. Un commerciante di piazza Rivoli è invece perplesso su tutto il progetto. Giorgio Briatta: -Altro che metropolitana, costruiranno di nuovo un altro "tritatutto", quel famoso trenino che i torinesi conoscono bene. Non basteranno certo le protezioni alte un metro per garantire la sicurezza. Ma anche se risolvessero il problema, voglio vedere come faranno i tecnici con il traffico automobilistico della piazza. Sottoterra, non c'è altra alternativa*. Eliana Bertoli commerciante di casalinghi: -Prima lo voglio vedere, poi darò un giudizio*. Lidia Chiesa, titolare di un negozio di giocattoli: -E la piazza come sarà? Ve lo dico io: un gran caos con ingorghi paurosi. Ma sono ottimista, ho fidicia negli altri e spero non sia solo un discorso elettorale*. Conclude Domenico Ferrerò, ex commerciante, torinese da sempre: .Se sarò ancora vivo ne parleremo nel 2000. L'aspetto qui e poi discuteremo*. Emanuele Monta

Persone citate: Bertoli, Eliana, Emanuele Lot, Fernanda Bardone, Giorgio Briatta, Lidia Chiesa, Maffei, Nebiolo, Raffaele Viezzi, Viscovo