Arsenico nella nave che affondò a Olbia

Arsenico nella nave che affondò a Olbia Il mare comincia ad avvelenarsi Arsenico nella nave che affondò a Olbia Occorre che i fusti con il veleno vengano recuperati per impedire un disastro ecologico OLBIA — C'è arsenico sul fondo del mare, tra le isole di Tavolara e Molara, dove si trova adagiato il relitto della nave greca Klearchos. affondata il 20 luglio dello scorso anno. Per impedire un disastro ecologico di imprevedibili proporzioni, occorre che i fusti con i veleni che si trovano nella stiva del mercantile vengano recuperati. Questa la sostanza della relazione presentata dal direttore del laboratorio chimico provinciale di Sassari, dott. Umberto Alamanni, incaricato di analizzare i campioni di acqua che a partire da qualche giorno dopo l'affondamento della nave, venivano prelevati nel quadro dell'inchiesta giudiziaria voluta dal pretore di Olbia dott. Russo. C'è una stiva, la numero due. che è ancora ermeticamente chiusa e nessuno sa che cosa contiene. Ma si può fondatamente ritenere che ci siano sostanze tossiche. Assieme alle 5 tonnellate di anidride arseniosa che la nave trasportava, vi erano 64 tonnellate di acido formico. 32 di percloro etilene 5 di acido fosforico. 16 di bromuro di metile. 30 di perossido di idrogeno 80 di soda caustica in perle, oltre a piccoli quantitativi di altri prodotti chimici. Una parte, ma non si sa quanta, di questi prodotti, è stata bruciata dal fuoco che è divampato a bordo della nave e ne ha provocato l'affondamento; ma quanto meno la metà del carico è contenuto nella stiva intatta e molti fusti della stiva n. 1 giacciono sparsi in fondo al mare come si è potuto rilevare nel corso di un'ispezione compiuta dai sommozzatori tra il 10 e il 20 ottobre scorso. «Le analisi dell'acqua prelevata attorno al relitto — dice la relazione di Alamanni — hanno evidenziato un discreto quantitativo di arsenico e ione ortofosfato sia a prua che presso le stive n. 1 e 2 oltre a lievi valori di percloro etilene'. «Poiché attorno alla nave esiste un certo stato di inquinamento — conclude la relazione —occorre che si proceda sema indugi al recupero del carico per i riflessi ecologici e sanitari che ne possono derivare e nell'attesa tenere sotto controllo analitico tutta la zona ». Chi recupererà i contenitori pieni di sostanze tossiche o eventualmente la nave con tutto il suo carico? Nella vicenda è intervenuto l'assessorato regionale per la difesa dell'ambiente che si è fatto carico del problema e attende sia la buona stagione sia le determinazioni del pretore in merito alla inchiesta giudiziaria a suo tempo promossa, per procedere alle operazioni di recupero. La stagione turistica é alle porte e non si può ulteriormente tenere sul fondo del mare, di fronte ad una costa assai frequentata come quella a Sud di Olbia, un pericolo di tale imponenza. Antonio Pinna

Persone citate: Alamanni, Antonio Pinna, Umberto Alamanni

Luoghi citati: Olbia, Sassari