Nasce col contributo dei lettori de «La Stampa» il primo centro di riabilitazione per gli audiolesi

Nasce col contributo dei lettori de «La Stampa» il primo centro di riabilitazione per gli audiolesi Una nuova preziosa opera sociale realizzata da «Specchio dei tempi» Nasce col contributo dei lettori de «La Stampa» il primo centro di riabilitazione per gli audiolesi E' ospitato nell'ambulatorio di via Tollegno, costruito con le offerte versate al nostro giornale - Lo gestisce il Comune con un'equipe di specialisti - Un positivo bilancio dell'attività svolta in favore degli handicappati Il Centro per handicappati di via Tollegno. donato alla città dai lettori de La Stampa, avrà presto le attrezzature per completare il settore di riabilitazione audiolesi grazie a nuovi contributi di Specchio dei tempi. Sarà il primo ambulatorio di questo genere in Torino e servirà, gestito da un'equipe territoriale di specialisti, l'intera zona Nord, trattando a tempo pieno fino a 30-35 ragazzi bisognosi di riabilitazione precoce. Un intervento indispensabile per reinserire nella scuola e nella società i ..sordi gravi-, un'iniziativa trainante cui altre seguiranno, come sottolinea la dottoressa De Leo. coordinatrice del servizio di neuropsichiatria infantile del Comune: «Dopo questo centro, ne sarà aperto un secondo, già previsto dai programmi municipali, nella zona Sud. Poi. con il censimento degli audiolesi gravi nei vari quartieri, si valuterà se attrezzarne altri-. Per ora i bambini già in trattamento nell'ambulatorio di via Tollegno sono una ventina, affidati a logopedisti che da un anno seguono corsi di riqualificazione presso la clinica audiologica dell'Università e operano nel Centro con sei apparecchi «Suvag- acquistati dal Comune e sperimentati nell'Istituto di Zagabria. Un'attrezzatura valida, ma sufficiente solo in minima parte alle cure specialistiche necessarie: di qui l'intervento di Specchio dei tempi che. grazie a nuove offerte dei lettori, completerà la serie di delicate e costose apparecchiature. La rieducazione alla comunicazione, svolta a livello ambulatoriale dalle équipes di neuropsichiatria infantile delle Uls. troverà cosi accesso al -momento attrezzato- della stimolazione auditiva: un secondo stadio indispensabile del trattamento, che addestra all'uso della protesi per ricevere la stimolazione acustica. «fino ad oggi molti ragazzi erano costretti ad emigrare settimanalmente a Milano per curarsi privatamente in centri di questo tipo — dice la dottoressa De Leo — ed ora, invece, potranno essere assistiti nella nostra città. Finalmente gli audiolesi, forse i più "istituzionalizzati" tra gli handicappati, avranno la necessaria riabilitazione precoce e continuativa che precede, e accompagna, l'inserimento nella vita scolastica: già da quest'anno, intanto, sono stati inseriti con affiancamento di insegnanti qualificati, in varie scuole, una quarantina di ragazzi. Ovviamente, finché l'unico centro operativo sarà quello donato da "Specchio dei tempi", possono accedere all'ambulatorio di via Tollegno tutti i ragazzi sordi gravi segnalati con diagnosi delle équipes territoriali, anche dellazqna Sud della città-. I criteri di suddivisione in zone appaiono infatti diversi per le due attività riabilitative del Centro di via Tollegno. riguardanti bambini audiolesi e neuromotulesi da 0 a 14 anni. Essendo impossibile attrezzare un centro per ogni quartiere, il Comune ha deciso di strutturare Centri di riabilitazione interquarteriali. Il complesso donato dai lettori de La Stampa copre cosi, come centro per motulesi, la stessa zona di sei quartieri prevista nella suddivisione dei Dipartimenti di Emergenza (quella, cioè, collegata all'Astanteria Martini): come centro per audiolesi, in attesa del censimento dei potenziali utenti, servirà invece tutta la zona Nord e. temporaneamente, l'intera città. Dai venti bambini già in trattamento si potrà arrivare, come già detto, ad un massimo di 30-35 sfruttando le apparec chiature a tempo pieno. Già quasi ai limiti, invece, è l'attività di riabilitazione per motulesi (in genere a patologia di tipo neurologico) che ha in trattamento circa 75 bambini: 'Un numero adeguato, ma ai limiti, per l'organico odierno — dice la fisiatra, dottoressa Rubini, consulente per i centri di riabilitazione — mentre la percentuale dei casi è già abbastanza alta nel quartiere, e altri genitori vengono per informazioni dalla provincia. Per la riabilitazione neuromotoria il materiale disponibile e quello in arrivo sono sufficienti; per altri tipi di patologia sarebbero invece necessari altri strumenti. Noi desideriamo comunque che la gente venga con i propri figli senza attendere la diagnosi del pediatra o del medico ospedaliero. perché quando c'è già la diagnosi spesso è troppo tardi. La prevenzione e la riabilitazione precoce sono fondamentali, una sistemazione per il bambino handicappato si trova comunque-. L'intervento del centro tende infatti a coinvolgere in modo globale l'ambiente di vita del bambino: dai genitori alle strutture con cui viene a contatto, come la scuola, al tempo libero. «Troppa gente, purtroppo, non sa dove rivolgersi, e spesso anche i medici perdono tempo prezioso- commenta la dottoressa Rubini. Affidarsi in tempo ai centri specializzati significa invece, in molti casi, salvare un bambino dall'emarginazione.

Persone citate: De Leo, Rubini

Luoghi citati: Milano, Torino