Chiede la sospensione da ogni incarico il dc coinvolto nello scandalo di Parma di Remo Lugli

Chiede la sospensione da ogni incarico il dc coinvolto nello scandalo di Parma Marco Abbati è attualmente consigliere provinciale Chiede la sospensione da ogni incarico il dc coinvolto nello scandalo di Parma La sua iniziativa ha provocato una divisione nel partito: «centralità» lo appoggia, il «cartello di Zac» prende le distanze - In ogni caso la decisione spetta ai probiviri nazionali DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PARMA — La de si lecca la ferita. Lo scossone è stato violento. Quel foglietto di appunti per mano del notaio Rota, scoperto dal dott. Laguardia, pubblico ministero nel processo per lo scandalo edilizio, e che riguarda il passaggio di azioni Siem. la società che doveva costruire il centro direzionale oggetto degli illeciti, dalla nuora di uno degli impresari al dott. Marco bbati democristiano, ha su- scitato tra le file del nucleo parmense del partito un certo scompiglio. Abbati ha indirizzato, già in data 2 febbraio (ma la notizia è stata risaputa soltanto ieri) una lettera alla direzione. Scrive: «In relazione all'evolversi degli avvenimenti riguardanti il processo sullo scandalo edilizio di Parma chiedo di essere esonerato temporaneamente da ogni attività, impegni e doveri di partito fintanto che non sarà definitivamente chiarita la mia posizione». Il direttivo del partito si è riunito per decidere il da farsi. Una riunione che si è protratta fino a sera inoltrata con momenti di tensione e si è conclusa senza una decisione. Per statuto sono i probiviri, a Roma, che trattano queste questioni e decidono il provvedimento da adottare. La sede parmense poteva soltanto decidere di inoltrare la lettera a Roma ma c'è stata una spaccatura sul come spedirla. Il gruppo di «centralità... di cui Abbati faceva parte, voleva inoltrarla con righe di accompagnamento con le quali si augurasse all'Abbati di poter dimostrare la propria innocenza. Il gruppo di sinistra, area di Zac pretendeva invece che nella lettera di accompagnamento si esprimesse un giudizio e precisamente l'invito ai probiviri di accettare senz'altro la richiesta di esonero. Le due parti si sono trovate in equilibrio e di qui la mancanza di una decisione, che prima o poi dovrà pur essere presa perché la lettera di Abbati esiste e deve essere inoltrata. L'amministrazione comunale di Parma, socialcomunista, con 50 consiglieri. 20 pei e 9 psi. vede la de all'opposizione con 14 consiglieri, non pochi per una città dell'Emilia. Ma questi quattordici sono dirisi su schieramenti opposti: «centralità» (dorotei e fanfaniani) ha il 36 per cento: il «cartello di Zac», che rag¬ gruppa la sinistra. DonatCattin. basisti, morotei e Forze nuove, ha il 27 per cento; seguono i gruppi minori. Abbati, consigliere comunale dal 1960 al '64 è poi diventato consigliere provinciale e 10 è tuttora. All'epoca degli intrallazzi della Siem copriva anche la carica di presidente della Società per le Terme di Salsomaggiore. Era una figura di spicco nella de ma non la rappresentava. Nando Calestani («centralità»), segretario provinciale dal settembre '74 al dicembre '79. quando si è dimesso per candidarsi alle prossime elezioni regionali, dice: «Non appena si incominciò a mormorare che Abbati potesse essere cointeressato nella faccenda del centro direzionale, lo interrogammo a fondo, anche io personalmente, ma lui sempre negò di avere delle cointeressenze. A m m ise soltanto di essersi interessato per l'acquisizione di una sede per la de attraverso una società che era da costituirsi attraverso una sottoscrizione. Sono convinto che non ci sia stato da parte del partito come tale alcun coinvolgimento». Anche il dott. Carlo Gabbi («centralità»), attuale segretario provinciale, esclude che 11 partito sia dentro questa faccenda, vista anche la linea che esso ha sempre seguito, contro le macchinazioni dei soc:alcomunisti per il centro Siem. «Penso che il suo, se c'è stato, fosse un intervento a carattere personale». C'è un personaggio che. per tutta questa vicenda, si dimostra profondamente amareggiato, l'on. Andrea Borri («cartello di Zac»), notaio. E' stato il primo che si è battuto contro le speculazioni del progetto Siem per il centro direzionale. Dice: «Noi de abbiui,io dato la nostra approvazione al piano regolatore generale nel '69. ma poi. quando ci siamo resi conto che l'amministrazione lo teneva in un limbo per contrattare gli svin¬ coli, abbiamo incominciato a dissociarci. Abbati, invece, venne a cercarmi per parlarmi della sede del partito, mi mostrò anche una bozza di convenzione per l'acquisto di una cubatura, che io rifiutai. Da allora ci siamo sempre battuti, io e il mio gruppo, contro il progetto del centro e la relativa speculaziorie. Mentre noi lottavamo. Abbati e i suoi rimanevano appartati oppure Abbati chiedeva che usassimo una linea più morbida». Il processo, interrotto ieri dal lutto per l'assassinio a Roma del prof. Bachelet. riprende oggi. Saranno sentiti, come testi i capigruppo dei partiti. Remo Lugli

Luoghi citati: Emilia, Parma, Roma