Per Tito poche speranze di Frane Barbieri

Per Tito poche speranze Laconici e preoccupati bollettini medici Per Tito poche speranze Aggravate le funzioni renali e del cuore - Nuova terapia intensiva DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BELGRADO — Il bollettino medico emesso dalla clinica di Lubiana lascia poco spazio alle speranze: «Nel corso della giornata lo stato generale del presidente Tito si è ulteriormente aggravato. Si è verificato un ulteriore indebolimento delle funzioni dei reni e del cuore. Vengono intraprese misure intense di cura». Decifrando i laconici termini medici, ciò potrebbe significare che si è dovuto ricorrere alla dialisi con il rene artificiale e a trasfusioni di sangue. Eventualmente anche a impulsi esterni alle funzioni cardiache. La notizia è arrivata improvvisa, la sera tardi, quando non si aspettava più alcun comunicalo e si pensava che ciò fosse segno di un consolidamento della situazione, seppur grave. Il ritardo del bollettino induce ora. al contrario, a pensare che il crollo fosse stato più brusco. Nei giorni scorsi agli aggravamenti subentravano dei momenti di ripresa, cosi i medici parlavano, per esempio, di insufficienza «temporanea: nelle funzioni cardiache. Ora si è. a quanto pare, di fronte a un salto di qualità. Purtroppo in senso negativo. Di fronte a questo prolun gato travaglio, il Paese sembra rassegnato all'irrimediabile. Le prime pagine dei giornali sono per molti versi una espressione quasi fotografica del modo in cui la Jugoslavia si è predisposta a vivere il difficile momento di transizione All'apertura, in prima colonna, vengono pubblicate le po¬ che righe dei bollettini medici su Tito, senza informazioni né interpretazioni più circostanziate. Tutto il resto è occupato dai titoli sulle attività, intensissime, dei massimi organi e personaggi dello Stato e del partito. Il governo insiste su una serie di misure di austerità e stabilizzazione. Precisando però: le restrizioni non devono essere tali da sopprimere la logica economica e i flussi internazionali del sistema, determinanti per l'autogestione. Sul piano internazionale, una serie di contatti mette in risalto un tatto quasi paradossale: mentre Tito sta conducendo l'ultima battaglia della sua epica vita, le idee del titoismo prendono sempre più piede sulla scena mondiale. Il non allineamento viene indicato come la terza via di uscita dalla pericolosa spaccatura del mondo in due blocchi ermetici ed agguerriti. L'autonomismo titoista sta progressivamente germogliando in vari partiti comunisti. anche quando non riconoscono l'ispirazione jugoslava, di fronte al graduale discreditamento del monolitismo ideologico e imperiale dell'Urss. Grlickov, membro della presidenza del partito, ha portato da Bonn, dove negli ultimi giorni ha incontrato i personaggi socialdemocratici, i più alti riconoscimenti del ruolo della Jugoslavia e di Tito. Il cancelliere Schmidt ha dato anche un suggerimento, purtroppo tardivo, affinché Tito con la forza carismatica e testamentaria si rivolgesse con un ultimo grande atto ai capi delle potenze mondiali in un appello alla pace e alla distensione. « Tito è l'unico uomo, avrebbe detto Schmidt. nell'attuale situazione internazionale in grado di avvertire sulla serietà del precipitare degli avvenimenti nel mondo, specialmente quanto riguarda il confronto dei blocchi, e l'unico capace di richiamare alla necessità di attenuare l'attuale statodi tensione». Anche senza l'ultimo ed emblematico intervento di Tito sulla scena mondiale la Jugoslavia intende svolgere il suo ruolo in questo campo. Si prospetta un concorso alle iniziative europee per il rilancio del detente. In primo luogo s'intende promuovere un'azione dei non allineati in questa direzione. Minic. altro autorevole membro della presidenza, ha mosso critiche a Castro e ai cubani in quanto nel ruolo di «presidente di turno» non si impegnano in modo adeguato. Il fatto viene attribuito alla duplice posizione di Cuba, la quale si vede costretta a non accettare l'invasione sovietica nell'Afghanistan (in quanto Paese non allineato), ma di «comprendere» allo stesso tempo le ragioni sovietiche (in quanto vitalmente legata a Mosca). E' prevedibile che gli jugoslavi assieme agli altri non allineati compiano dei passi, a prescindere dalle reticenze del governo coordinatore, per Frane Barbieri (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Persone citate: Minic, Schmidt

Luoghi citati: Afghanistan, Belgrado, Bonn, Cuba, Jugoslavia, Mosca, Urss