Il giudice Caselli da Fioroni cerca la verità su Negri e Br di Silvana Mazzocchi

Il giudice Caselli da Fioroni cerca la verità su Negri e Br Secondo, lungo interrogatorio nel carcere di Matera Il giudice Caselli da Fioroni cerca la verità su Negri e Br Tra i punti da chiarire: gli incontri tra il professore padovano e Curcio (uno sarebbe avvenuto a Torino nel '73); i primi atti terroristici alla Fiat; la nascita di Prima linea e i suoi rapporti con Autonomia; l'omicidio di Alessandrini DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MATERA — Appena da Roma è giunta notizia dell'omicidio di Bachelet, intorno al carcere è calato il blackout. Rabbia, timore e prudenza hanno ieri ristabilito intorno a Carlo Fioroni la rigida strategia del silenzio che si era un po' allentata e il flusso delle indiscrezioni si è fermato. Da qualche minuto il giudice istruttore di Torino. Giancarlo Caselli, stava interrogando Carlo Fioroni. Temi: l'organizzazione clandestina di cui egli fece parte fino al suo arresto per il delitto di Carlo Saronio e l'influenza che il gruppo ebbe a Torino nella prima metà degli Anni Settanta; l'incontro tra Toni Negri e Renato Curcio — che secondo Fioroni avvenne all'inizio del '73 — e le prime azioni delle Brigate rosse alla Fiat; i rapporti tra Autonomia e Prima linea, il gruppo che firmò il 30 gennaio '78 l'omicidio del giudice Emilio Alessandrini, un episodio sul quale Caselli indaga. Per l'assassinio, il magistrato ha già notificato una comunicazione giudiziaria a Toni Negri e oggi probabilmente lo ascolterà nel carcere di Palmi. L'interrogatorio condotto da Caselli (il secondo dopo quello del 13 gennaio scorso) è andato avanti per l'intera giornata. Già alle 7 del mattino, sotto una pioggia minuta ed insistente, era giunto al carcere il difensore di Fioroni, l'avv. Marcello Gentili, per parlare con il suo cliente. Molte ore dopo è arrivato Caselli e il colloquio s'è iniziato con la comunicazione giudiziaria per «banda armata» già presentata la volta scorsa. Alle 2 del pomeriggio c'è stato un breve intervallo per il pranzo, quindi il cancello è rimasto sbarrato, sorvegliato da agenti con il giubbotto antiproiettile, immobili sotto la luce dei riflettori. Dentro le mura del carcere è stata ricucita la storia dell'esordio delle Br a Torino, dei rapporti tra Curcio. l'Autonomia e il gruppo che a parere di Fioroni era diretto da Negri e sono state fatte ipotesi sulla nascita di Prima linea. Nella sua cartella. Caselli aveva portato un album di foto, un elenco di nomi, ma soprattutto la copia dei verbali di Fioroni del dicembre scorso con le indicazioni che hanno dato il via all'indagine di Torino. Fioroni raccontò che tra Toni Negri e Renato Curcio vi furono quattro incontri. Uno avvenne all'inizio del '73 a Torino ed egli vi partecipò. Disse: «All'appuntamento con Curcio. che aspettava in una via centrale di Torino, ci recammo Negri, io e Antonio Bellavita, mi pare sulla macchina di quest'ultimo. Preso a bordo Curcio andammo in collina. Sono quasi sicuro che durante il colloquio venne fatto il nome di Mario Dalmaviva come colui che avrebbe dovuto interessarsi del "lavoro" alla Fiat Mirafiori...». La contestazione fa parte dell'ordine di cattura notificato un mese fa a Dalmaviva nel carcere di Palmi. Il difensore, avv. Zancan. dopo l'interrogatorio di Dalmaviva. disse che il suo cliente non si era potuto difendere in quanto non sapeva nulla di quell'incontro e quindi neanche dell'ipotetico incarico. Continua Fioroni: quando nel febbraio '73 venne sequestrato Labate e a Mirafiori si verificarono le azioni clandestine, egli pensò all'incontro appena avvenuto. «Avendo assistito a quel colloquio — ha raccontato — non ebbi dubbi sulla convergenza tattica ed operativa delle organiszazioni di Negri e di Curcio, specie con riferimento ai fatti di Mirafiori». Un capitolo a parte dell'interrogatorio è stato dedicato a Prima linea, un gruppo che interessa molto Caselli soprattutto in rapporto all'omicidio di Alessandrini. Fioroni fu arrestato nell'aprile del '75 e Prima linea, pur comparendo come sigla di «movimento., fin dal gennaio del '76. esordisce con una vera e propria azione solo il 29 novembre successivo, e ancora a Torino. Cinque persone fanno irruzione nella sede torinese del gruppo dirigenti della Fiat ed inaugurano la sigla. All'epoca Prima linea sembra svolgere il ruolo meno violento nell'organigramma terrorista dell'annientamento ed i suoi aderenti si qualificano come «operaisti» rispetto ai «militaristi» delle Brigate rosse. Solo in seguito Prima linea passa all'omicidio. Fioroni ha detto ai giudici già due mesi fa che quando lesse in carcere i primi comunicati di Prima linea gli sembrò che essi avessero un contenuto simile, sia nella sostanza sia nel linguaggio, a quelli dell'Autonomia da lui ben conosciuta. La magistra¬ tl'Alacmlocdgtr tura, inoltre, rintracciò nell'appartamento dove Corrado Alunni venne arrestato a Milano, nel settembre '78. un documento scritto tre anni prima nel quale Prima linea, allora in formazione, veniva considerata una componente dell'Autonomia. Secondo i giudici quel documento è attribuibile a Negri. Che cosa sa Fioroni sulla costituzione di Prima linea? Ma soprattutto c'è un punto' che interessa il giudice Caselli. Carlo Fioroni venne processato per il delitto Saronio a cavallo tra il '78 e il '79. Pur essendo isolato in una gabbia a parte nell'aula della Corte di assise, egli assistette alle allusioni fatte all'epoca da Carlo Casirati in aula sulle notizie-bomba che egli avrebbe potuto dare. Come può aver agito l'organizzazione dal di fuori alle allusioni di Casirati? E' una domanda che sembra si sia posto anche Carlo Fioroni. Il 30 gennaio '79 fu ucciso Emilio Alessandrini. Silvana Mazzocchi