Scoperte prove anche contro la de nello scandalo edilìzio di Parma

Scoperte prove anche contro la de nello scandalo edilìzio di Parma Dopo le responsabilità emerse per psi e pei Scoperte prove anche contro la de nello scandalo edilìzio di Parma Il p.m. ha rintracciato un documento dal quale risulta che il 13 per cento delle azioni Siem fu «trasferito» a Marco Abbati, attualmente consigliere provinciale democristiano, implicato nel processo parallelo a quello in corso DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PARMA — E" stata, quella di ieri, al processo per lo scandalo edilizio, la giornata della de. Ha fatto il suo ingresso ufficiale tra le carte. Prima c'erano le prove che i partiti della maggioranza consiliare, psi e pei. avevano ufficialmente «mangiato., alla greppia del grande centro direzionale (o perlomeno si apprestavano a mangiare). Della de minoranza, si sapeva che aveva avuto la promessa di una nuova sede, non era provato che facesse parte anch'essa, attraverso un pacchetto azionario, della Siem la società immobiliare. Questa prova è emersa, annunciata dal pm il dott. Gerardo Laguardia, che in questo processo sta dimostrando di non lasciarsi sfuggire alcuna occasione per approfondire le indagini. Aveva arrestato il 17 gennaio, l'ex on. Attilio Ferrari del psi (ancora in carcere) dopo la sua deposizione infarcita di «non so» e «non ricordo... Ha arrestato, sabato scorso, due giorni dopo la sua comparsa in aula tra i testi il notaio Aminta Rota sotto l'imputazione di falsità, occultamento di atti e favoreggiamento personale. Rota è stato rilasciato lunedi sera, dopo un lungo interrogatorio in carcere: interrogatorio che attraverso un'evidente collaborazione, ha fruttato la constatazione che riguarda la democrazia cristiana. Dunque, vediamo come sono andate queste cose. Il notaio, nella sua deposizione come teste al processo, giovedì scorso, aveva affermato di non avere tenuto prima del '75 alcun «registro delle girate» per il passaggio di proprietà di azioni. E' un registro che i notai non devono obbligatoriamente tenere, sono tenuti ad averlo solo se si dedicano a quel tipo di operazioni. Rota aveva detto che prima di quella data non aveva avuto occasione di effettuare passaggi di azioni. Il pm l'aveva subito smentito dimostrandogli che nel '74 un paio di operazioni le aveva svolte e lui si era giustificato dicendo che erano state cose di poco conto che non aveva ritenuto di dover registrare (l'ammenda in questi casi è di appena 20 mila lire). Il dott. Laguardia aveva acquisito gli atti annunciando un'inchiesta in proposito. Aveva cosi indagato scoprendo che il Rota nel '73 aveva sottoposto alla vidimazione, presso il notaio Lavagetto di Parma, un suo «registro delle girate» (questi registri devono essere preventivamente vidimati da un altro notaio o dall'ufficio registro). Ed ecco l'annuncio che il dott. Laguardia ha fatto ieri mattina nel corso dell'udienza. In questo registro, che era nell'ufficio di Rota vidimato ma bianco, mai usato c'erano due foglietti con appunti scritti di pugno del notaio. Recano la data del 7 novem bre '73. In uno si dice: «Azioni Siem da Ferrari ad Abbati Nel secondo l'annotazione è più esauriente: -Passaggio di 133 asiani Siem. del valore nominale di 100 mila lire luna per un importo di 13 milioni e 300 mila, da Ferrari Diana ad Abbati Marco». Un'operazio ne avvenuta, ma mai annota ta ufficialmente. Diana Ferrari è la nuora di Ermes Foglia, uno dei tre impresari fondatori della Siem e Abbati è l'esponente delia dsrtdrlndgtUtv de. a quei tempi presidente delle Terme di Salsomaggiore, ora consigliere provinciale e. in questi giorni, rinviato a giudizio dal pm per concorso in presunto reato di corruzione. La scoperta significa che la tabella delle ripartizioni della Siem è da rivedere. La Società immobiliare edilizia moderna era stata costituita dai tre impresari Ermes Foglia. Francesco Corchia e Lino Bergamaschi con un capitale di 100 milioni, e con questa suddivisione: 29 per cento a ciascuno dei tre, 13 per cento a Giuseppe Verdi, uomo del psi. che vi era entrato, a suo dire, in cambio della mediazione per l'acquisto dell'area su cui costruire il centro. Nel corso del processo. Foglia (fiancheggiatore della de mentre Bergamaschi lo era del pei e Corchia del psi) aveva parlato di «fissati-bollati., coi quali parte delle azioni erano passate al pei attraver¬ so Renato Corsini, al psi attraverso Verdi, mentre la de aveva avuto solo la promessa della sede, non azioni. In realtà, la suddivisione, sulla base dell'appunto rinvenuto nello studio del notaio, è questa: 21,5 per cento a Corsini (pei). 21.5 a Verdi (psi), 16 a Foglia 14 a Corchia 14 a Bergamaschi e 13 ad Abbati (de). Dal che appare evidente che i partiti avevano la maggioranza. 56 per cento, e si sarebbero quindi divisi la maggior parte della torta del centro direzionale, un affare del valore di 30 miliardi, in soldi degli anni '73-'74. Marco Abbati, già indiziato nell'indagine che correva parallela a questo processo, venendo a deporre in aula aveva chiesto di essere sentito come teste, dopo il suo interrogatorio in istruttoria, come imputato, evidentemente per evitare di dover giurare. Al pm rispondendo nell'ambito dell'inchiesta parallela aveva negato di aver avuto azioni Siem. rimandando tutto ciò che concerneva questi affari a Guido Orsi, esponente della de nel frattempo defunto. Quanto emerso attraverso i foglietti di appunti del notaio Rota avrebbe potuto determinare il suo arresto se l'istruttoria fosse ancora aperta: ma è stata chiusa nei giorni scorsi con il rinvio a giudizio sia dell'Abbati che di Attilio Ferrari. Il processo è fissato per il 21 febbraio, lo presiederà lo stesso presidente Recusani. il quale molto probabilmente lo unificherà con questo in corso. Nell'udienza di ieri sono sfilati, come testi tre sindaci: Enzo Baldassì (pei) in carica fino al '70. Aldo Cremonini (psi) in carica dopo la crisi per lo scandalo Cesare Gherri che reggeva il Comune nel periodo degli illeciti: e l'ex vicesindaco Renato Albertini (pei). Remo Lui;li

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