Processo Cecchetti: ancora discussioni sul'Astra cal. 9

Processo Cecchetti: ancora discussioni sul'Astra cal. 9 Il giovane ucciso in corso Ferrucci, marzo 77 Processo Cecchetti: ancora discussioni sul'Astra cal. 9 Non vennero rilevate le impronte perché «era passata per troppe mani» - Prossima udienza il 21 aprile contro il brigadiere imputato Penultima udienza del processo che si celebra in quinta sezione del tribunale (pres. Pempinelli) contro il brigadiere dei carabinieri Giorgio Vinardi, imputato di omicidio colposo. La notte del 17 marzo 1977, Vinardi sparò una raffica di mitra contro un'auto in sosta contromano in corso Ferrucci, poco distante dalle «Nuove», convinto che la persona a bordo fosse armata. Bruno Cecchetti. colpito al capo, mori il giorno dopo alle Molinette. A quasi tre anni di distanza, la vicenda giudiziaria deve ancora concludersi. La madre dello studente Bruno Cecchetti, che si è costituita parte civile contro il ministero della Difesa, ha sempre sostenuto che suo figlio non era un violento, non aveva mai posseduto un'arma e quella sera, stava rincasando dopo aver visto un amico. I carabinieri hanno invece sempre affermato che l'intervento di Vinardi era legittimo, in quanto aveva preveduto una possibile reazione della persona che era alla guida dell'auto in sosta, dopo aver intravisto il luccichio metallico di un'arma. La pistola «Astra cai. 9» che i carabinieri hanno esibito al processo è sempre stata al centro degli accesi scontri verbali tra il difensore di Vinardi, avvocato Gabri, e l'avvocato Costanzo. Ieri sono stati nuovamente in terrogati il perito Ghio e il capi tano Lotti, sempre in merito all'«Astra». Il perito Ghio ha riaffermato quanto aveva già detto in una precedente udienza: quando gli fu consegnata l'arma non aveva impronte: «O perché erano state cancellate o perché non ve ne erano». Il capitano Lotti dei carabinieri che scrisse il rapporto sui fatti di quella notte aveva testimoniato di aver dato incarico a un suo sottufficiale di prelevare eventuali Impronte dall'arma con il metodo della polvere di alluminio. H contrasto tra le due versioni, che aveva portato ad una richiesta di incriminazione di Lotti per falsa testimonianza, è stato chiarito ieri al dibattimento. Lotti ha ripetuto di aver dato quell'ordine. Ma è risultato che l'appuntato incaricato di eseguirlo aveva deciso di non fare più nulla dell'arma, in quanto era già passata per troppe mani. Conclusa la fase dibattimentale, il presidente ha aggiornato il processo al 21 aprile prossimo per la conclusione, in quanto l'avvocato Gabri, è impegnato in questi giorni come difensore d'ufficio al processo contro il brigatista Alunni, in corte d'assise. Bruno Cecchetti, il giovane ucciso - La madre