Il Sole s'arrabbia di Giorgio Abetti
Il Sole s'arrabbia Siamo nella fase centrale delle perturbazioni Il Sole s'arrabbia Il fenomeno durerà fino a dicembre del 1986 - Sulla Terra forse ci sarà qualche conseguenza per l'agricoltura E' ben noto come il nostro Sole presenta, nei grandiosi fenomeni che vediamo svolgersi sulla sua superficie, un ciclo ben definito con la durata media di undici anni, fluttuante fra due o tre anni in più o in meno, appunto sulla media di undici. Il ciclo di attività, cioè di burrasche o perturbazioni varie, si svolge più o meno intensamente, raggiungendo con una più rapida ascesa il massimo in circa 4 anni, mentre l'andamento verso il minimo viene raggiunto in circa 7 anni. Fino dal tempo delle prime osservazioni di Galileo (1609 ca.) si comincò a sospettare che il Sole fosse soggetto a questo ciclo, che solo le osservazioni regolari e continuative, eseguite in gran numero negli osservatori di tutto il mondo dal 1749 in poi. potevano confermare. Da quell'anno sono ora passati 20 cicli, alternativamente con massimi e minimi più alti o più bassi, ma sempre ben definiti, cosi che oggi siamo in grado di prevedere nel futuro lo svolgersi, sia pure con qualche incertezza, dei vari cicli. Infatti nel' corso della vita del Sole e dell'Universo in genere, non sono probabili cambiamenti radicali durante la nostra breve vita. In verità, per acquistare conoscenza della vastità e complessità dei vari fenomeni solari, è necessario seguire la loro formazione e svolgimento con speciali strumenti, come le torri solari o con i comuni cannocchiali, provvisti di spettrografi, fotometri, ecc.. che svelano i segreti delle radiazioni monocromatiche del Sole, nelle varie lunghezze d'onda. Dal 1749 si è fatta molta strada nella collaborazione internazionale, specialmente con la fondazione nel 1922 a Roma, della ..Unione astronomica internazionale... la quale oggi è diventata una vasta organizzazione che ha dato, nel corso della sua vita e delle sue riunioni triennali, un'enorme massa di cognizioni all'astronomia nei suoi vari campi. Appunto in quei convegni triennali è stato fra l'altro convenuto di registrare giorno per giorno il numero e la grandezza dei gruppi di macchie e delle macchie singole, presenti in quel giorno sulla superficie del Sole, stabilendo dei cosi detti «numeri caratteristici», che nell'insieme definiscono abbastanza bene lo stato più o meno tranquillo o perturbato del Sole per quel dato giorno. Come era stato già notato al principio di queste osservazioni, la irregolarità della durata undecennale del ciclo, cosi si è scoperto che i vari cicli si svolgono con intensità variabile per cause ora sconosciute, dipendenti dalla struttura e dal funzionamento della grande macchina termica che costituisce il Sole. Qualche anno fa. precisamente nel giugno 1976. si concludeva il 20" ciclo col minimo numero caratteristico 12.2. mentre il massimo è passato appena tre mesi fa. col numero 156.7. Dall'esame della variabile intensità dei vari cicli, è facile supporre che il periodo ben definito di 11 anni, è probabilmente prodotto dalla interferenza di vari periodi di durata inferiore o superiore a quelli di 11 anni. Il metodo matematico della cosi detta «analisi periodale», offre la possibilità di separare da un ciclo principale gli eventuali sopra o sottoperiodi. Proprio per il caso del Sole, il compianto prof. F. Vercelli ha fatto un interessantissimo studio sulla crescita delle piante di lunga vita, che arrivano, nelle sequoie giganti californiane, fino a 3500 anni fa: la loro crescita annua è dimostrata dagli anelli visibili nel loro tronco, più o meno fitti. Nella frequenza maggiore o minore di questi anelli detti «meristemi... si rivela la probabile esistenza di altri due periodi, rispettivamente di 16 ed 8 anni, confusi con quello principale di 11 anni. Si noti quanto sia interessante questo studio, che dà luogo a questo ramo delle scienze forestali, chiamato «dendrologia». Leonardo da Vinci, attribuendo il fatto della maggiore crescita degli alberi al Sole e alle piogge, può venire considerato come uno dei pionieri della «dendrologia»: infatti egli scrisse con la sua usuale chiarezza: «La parte meridionale delle piante mostra maggior vigore e gioventù, che le settentrionali. Li circuii delti rami segati, mostrano il numero delti suoi anni e quali furono più umidi e più secchi, secondo la maggiore o minore loro grossezza. E cosi mostrano gli aspetti del moiido dove essi erano rivolti, perché più grossi sono a meridione che a setten trione. e cosi il centro dell'albero, per tal causa, è più prossimo alla scorsa sua settentrionale, che non alla meridionale». Le vicende periodiche del Sole, che si può definire «perturbato- rispetto al Sole «quieto», hanno consiglialo l'Unione astronomica internazionale a studiare separatamente queste sue due condizioni, istituendo negli anni scorsi, i cosi detti «anni geofisici internazionali del "Sole perturbato" e del "Sole quieto"», che hanno dato notevoli risultati, specialmente per lo studio delle relazioni fra il Sole e la Terra. Riepilogando quanto si e detto fin qui. possiamo dire che il Sole, entrato nel 1976 nella fase della sua ciclica perturbazione, è oggi al massimo di questa fase, che durerà circa tino a novembre o dicembre 1986. quando comincerà il ciclo 22". In questo periodo osserveremo un maggior numero di regioni «attive» sulla sua superficie, cioè più macchie, facole, llocculi. protuberanze. brillamenti, condensazioni nella sua coro¬ ncoemTTcztue mabvastrsleealmcgacpnlgI e■ l! cdI! a' nn! d| antdczdSmpgpit na e correnti di radiazioni corpuscolari che vengono emesse da queste regioni. Tanto maggiori saranno sulla Terra le burrasche nel suo campo magnetico, la formazione di aurore polari e le perturbazioni nella sua ionosfera e nell'ozono, come pure nella meteorologia terrestre, e con altri effetti finora non ancora bene accertati. Tali perturbazioni, per la vita terrestre, dovrebbero avere qualche conseguenza solo nel campo dell'agricoltura. Il nostro benefattore resterà per noi sempre quello descritto nel Salmo 18": «E il Sole è come uno sposo quando esce dal suo talamo, come un eroe quando baldo si accinge alla corsa. Da un capo del cielo ei prende le mosse, e il termine del suo giro è all'altro capo: non ri è nulla che sfugga al suocalore». Giorgio Abetti
Persone citate: Leonardo Da Vinci
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