Abbasso le congiure parallele di Stefano Reggiani
Abbasso le congiure parallele A VENEZIA GLI INTELLETTUALI CERCANO IL COMPROMESSO Abbasso le congiure parallele DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA —E' vero che è stata una puntigliosa rappresentazione accademica, spartita fra i sociologi e gli storici, col peso di centinaia di pagine dalla confortante intonazione cattedratica. E' vero che Fabio Mussi, comunista e partecipante, fa la fronda interna e mugugna: « Credimi) di essere loro gli intellettuali-. Ma anche i convegni più prudenti e meditati, tutti volti al riordino del passato, rivelano per urli improvvisi e per stupefatti contrasti la loro attualità. / vecchi errori Il convegno di studi della Fondazione Rizzoli, che si chiude oggi a Palazzo Grassi, era stato progettato quattro anni fa sul tema: • Intellettuali e società di massa dal 1945 ad oggi». Ma quattro anni fa l'Italia non era ancora bollente (anche se già scottava): adesso la riflessione degli intellettuali sugli intellettuali cade sull'orlo di una spaccatura generazionale e di un ultimatum politico. Lo storico Brunello Vigezzi. organizzatore del convegno, interviene nel dibattito per chiedersi: •Che importanza Ita l'età nella valutazione dei problemi'.'». E un altro storico. Paolo Spriano.chiarisce: «Cisono giovani intellettuali che non credono nella democrazia politica». Cosi ai «vecchi» accademici tocca non' solo il compito di raccogliere in pubblico le prove degli errori passati, ma di prefigurare in qualche modo il volto culturale della cosiddetta emergenza, della solidarietà nazionale. Vigezzi raccoglie le sue impressioni: «La prima impressione, la più evidente. è quella della separatezza elle ha segnato la cultura italiana in questi trentanni Ogni area, ogni corrente è andata aranti secondo una sua logica autonoma». Il convegno, col metodo delle relazioni per aree (comunista, cattolica, laica), ha accentuato questa divisione, questa gara parallela. «Ma la seconda impressione, dice Vigezzi, è che proprio la lunghezza del periodo preso in esame ci abbia lutto scoprire le ragioni delle incomprensioni e la radice comune di tanti errori». A questo punto, per Vigezzi. è come se gli accademici dovessero inventare lo Sme, un sistema di scambi capace di garantire ..fra stati diversi di pensiero una moneta coni une». In altre parole: il metodo delle culture parallele non serve piti nell'emergenza, ammesso che sia servilo in passato, col suo gravame di miti e di interazioni nascoste (Spriano: ..// mito dell'ortodossia che vincolava ciascuno alla sua parte»; Citati: «La cultura cattolica elie s'é fatta imprestare il lessico e i contenuti da quella marxista e gramsciana»). Laici e cattolici Sotto le dotte relazioni, negli strappi aperti dal dibattito rivelatore, è stato tutto un invito alla comprensione culturale e all'unione degli sforzi. Spriano: «Dopo la diaspora cerchiamo oggi di avvicinarci». Viilari: «L'abbandono dell'anticlericalismo da parte del pei e della scomunica da parte dei cattolici Ita segnata giù u suo tempo un avvicinamento». Vigezzi e Diaz: «Abbiamo pagato i miti del marxismo e della Resistenza con un ristagno culturali .. E Scoppola, da parte cattolica: «Non separiamo le aree, uniamo i metodi-. La relazione di Scoppola e stata prudente e circostanziata sul passato (»£ra Pio XII l'intellettuale organico dell'area cattolica»), come prudente eppure esplicita sul presente, con la difesa delle scelte dei montiniani e di Aldo Moro. Scoppola, tra gli intellettuali cattolici, è di quelli che possono osteggiare fino all'ultimo l'incontro politico con i comunisti, ma poi. all'occorrenza, chiedono che la collaborazione avvenga «a occhi aperti-, e non sia subita come un'imposizione delle circostanze. Insomma, tra reticenze e pubbliche confessioni, è stato un abbandono delle culture parallele; ed è stato anche una specie di trionfo metodologico della cultura laica alla quale sono stati dedicati la relazione di Galasso e gli interventi di Bobbio e di Valiaiu. Il mondo laico, ha ricordato Galasso, è stato 111 passato più sensibile al richiamo ..liberale» che a quello -democratico». Ma dovrebbe avere imparato la lezione. Oggi una tavola rotonda con Ronchey.' Ajello, Bettiza. Mussi e Tobagi indagherà sui rapporti degli intellettuali coi mezzi di comunicazione e magari approfondirà la natura della società di massa che gli accademici hanno un poco dimenticalo, presi dalle loro colpe di categoria. Ha dello Bobbio: «Adesso bisognerebbe studiare come la società di massa capisce e usa gli intellettuali». Stefano Reggiani
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