Mamma è naturale? di Lietta Tornabuoni

Mamma è naturale? Una raccolta di saggi sul desiderio di maternità Mamma è naturale? Autori Vari: «Il desiderio di maternità», a cura di Lisa Baruffi, ed. Boringhieri, pag. 287, lire 6000. Scena, lo studio d'un ginecologo. Il medico: «Buone notizie per lei, signora». La cliente: «Signorina, prego». medico: «Cattive notizie per lei. signorina». E' una barzelletta vecchia, facile. Ma nel saggio di Sally Macintyre serve bene a esemplificare il diverso segno sociale che la maternità ancora assume a seconda dello stato civile della madre, positivo per la donna sposata, negativo per la donna nubile: serve a semplificare l'interrogativo centrale del libro: il desiderio di avere figli è un istinto biologico, uguale in tutto il mondo e in ogni tempo della storia, oppure nasce da motivazioni sociali e culturali? Recenti o meno recenti elaborati in chiave socioantropologica oppure psicoanalitica lungo anni che vanno dal 1936 al 1977, questi dodici studi dì Therese Bender, Joan Busfiled, Mark Flapan, Edith Jacobson, Judith S. Kestenberg. Sally Macintyre, Nicole-Claude Mathieu, Margaret Mead e Frederick Wyatt arrivano molto tempestivi: forniscono alimento scientifico a una discussione intorno alla maternità che non è mai stata tanto appassionata, né tanto incerta. La maternità è apparsa spesso un intralcio alla generazione delle donne emanci paté: «Restando senza figli adempivo la mia missione na turale», è la famosa frase di Simone de Beauvoir posta pu re all'inizio di questo libro. Il rifiuto della maternità tradizionalmente intesa è stato per la generazione neofemminista dell'ultimo decennio un modo di smentire il preteso destino biologico femminile e di affermare la donna al di là del ruolo primario impostole dalla società. La scelta della maternità esprime adesso in tante autonome donne contemporanee contraddittori impulsi diversi. Equilibrio riacquistato. Resa da reduci sconfitte del femminismo. Felice realizsasione d'una maniera nuova di essere madre, come per le protagoni ste del romanzo di Lidia Ravera Bambino mio (Bompiani) e dell'ultimo film di Marco Ferreri Chiedo asilo. Oppure manifestazione emblematica della Società Narcisista succeduta al decennio della politica: «Nel punto più vulnerabile del sistema narcisistico — l'importalità dell'Io che la f realtà mette radicalmente in forse — si ottiene sicurezza rifugiandosi nel bambino», è la famosa citazione da Freud anch'essa posta all'inisio del libro. «L'assunto di una tendenza innata alla maternità pare sempre più messo in crisi dal fatto che il desiderio ripro- duttivo si autolimiti con tanta evidenza... in realtà l'esistenza di un "istinto materno" non è da molti ammessa nemmeno per il mondo animale», scrive nell'introduzione Lisa Baruffi, che ha curato la raccolta con molta intelligenza. Interrogate in Francia da Catherine Valabrègue, un gruppo di donne-campione hanno fornito alla domanda «perché vorresti avere un bambino?» risposte apparentemente indicanti che il desiderio di maternità trascende il figlio: si vuol essere madre per bisogno di giustificare la propria vita, di conformarsi alla norma, di fare esperienza, di combattere la solitudine, di lasciare una traccia del prò-' prio passaggio. Motivi troppo parziali per spiegare quel desiderio di maternità che i diversi saggi analissano invece in profondità, mentre tre di essi si soffermano sul problema dell'esistensa, nell'uomo, di una organizzazione pulsionale parallela al sentimento materno. Tutti insieme rappresentano un contributo molto interessante, se lo scopo è «impedire la perpetuazione e la rinascita di falsi miti e discorsi ambigui intorno alla maternità». Lietta Tornabuoni

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