A Montecitorio approvato il coordinamento di polizia

A Montecitorio approvato il coordinamento di polizia Per combattere meglio il terrorismo in Italia A Montecitorio approvato il coordinamento di polizia ROMA — «Le ultime vicende terroristiche hanno reso ancora più pressante l'esigenza di un più largo coordinamento tra le forze di polizia-. Il ministro dell'Interno Rognoni ha concluso cosi il suo intervento ieri alla Camera dei deputati dove e stato approvato in serata il decreto per il coordinamento delle tre polizie italiane (Pubblica Sicurezza. Carabinieri. Guardia di Finanza). Sui nastri delle agenzie di stampa, nel frattempo, veniva data l'ormai quotidiana notizia del più recente assassinio ad opera di terroristi quello di Milano. Di fronte a questa realtà, la Camera ha approvato a grande maggioranza il decreto nella speranza che possa permettere alle forze dell'ordine di rispondere con efficienza all'offensiva terroristica. Il segreto del successo sperato sta nella parola -coordina¬ mento-: le tre polizie italiane, che ancora oggi agiscono ognuna con la propria autonomia, troppo spesso senza che l'una sappia quanto sta facendo l'altra, dovranno sottostare tutte alla supervisione coordinatrice del ministro dell'Interno. A questo scopo viene costituito presso il Viminale il -comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica- del quale, oltre al ministro e a un sottosegretario, fanno parte i capi delle tre polizie. Dovrebbero così finire, dopo trent'anni di storia repubblicana, il sordo braccio di ferro e le rivalità che hanno spesso ostacolato l'azione delle forze dell'ordine. Alle riunioni del «comitato» potranno essere invitati anche magistrati, rappresentanti delle forze armate sempre allo scopo di riunire forze e cervelli nella lotta al terrorismo e alla criminalità, ha spiegato Rognoni. Un'altra importante innovazione contenuta nel decreto (il quale deve ancora essere approvato dal Senato) ha sollevato delle perplessità, solo per quanto riguarda i criteri di gestione. Si tratta della creazione di una «banca dei dati», sul modello di quelle già esistenti nella Germania Federale e in Francia nella quale vengono raccolte e catalogate da un elaboratore elettronico presso il ministero dell'Interno, le informazioni raccolte separatamente da polizia, carabinieri e guardia di finanza: oltre che alle informazioni dei servizi segreti e alle sentenze della magistratura. Gli unici emendamenti al decreto approvati dalla Camera, si riferiscono proprio alla «banca dei dati». Quello presentato dall'on. Milani (pdup) stabilisce che le modalità di raccolta valutazione e classificazione e l'entità delle informazioni che dovranno essere inserite nel cervello elettronico, saranno regolate da una apposita legge. Il dubbio, condiviso dalla maggioranza della Camera, era che potesse degenerare il sistema di raccolta dei dati, con schedature di cittadini per ragioni che nulla dovrebbero avere a che vedere con la difesa dell'ordine pubblico e la lotta al terrorismo come è avvenuto in passato. L'indipendente di sinistra. Rodotà, aveva proposto che solo la magistratura, gli ufficiali di polizia giudiziaria e i responsabili dei servizi segreti potessero attingere ai dati del ministero dell'Interno. Rodotà aveva proposto anche una commissione di tre magistrati per garantire la legittimità e correttezza dei dati raccolti. a. rap.

Persone citate: Milani, Rodotà, Rognoni

Luoghi citati: Francia, Germania Federale, Italia, Milano, Roma