Anche Mazzoleni rinuncerebbe alla presidenza Confindustria

Anche Mazzoleni rinuncerebbe alla presidenza Confindustria L'elezione, prevista per mercoledì, forse slitterà Anche Mazzoleni rinuncerebbe alla presidenza Confindustria Fa parte della commissione dei «tre saggi» - Fino a ieri era indicato come l'uomo in grado di assicurare una soluzione di transizione ROMA — Trovare un successore di Carli alla guida della Confindustria sta diventando un'operazione assai complicata. A poco meno di una settimana dalla riunione della giunta confederale, convocata per mercoledì 13 febbraio, nessuno dei candidati interpellati dai «tre saggi» (De Micheli. Mazzoleni e Modiano) si è dichiarato disposto per il prestigioso incarico. Sono comunque ore di febbrili consultazioni: al Nord si susseguono gli incontri tra i vertici delle associazioni industriali, mentre la riunione nell'abitazione romana del presidente della Fiat. Giovanni Agnelli, che avrebbe dovuto tenersi ieri sera, non si sarebbe tenuta, a quanto riferisce l'agenzia Adn-Kronos. a causa della indisponibilità di uno dei partecipanti al «summit». Negli ambienti confederali si è ormai convinti che soltanto una autorevole mediazione potrebbe sbloccare la vicenda. Al momento, infatti, non sembra esserci nemmeno una rosa di «papabili». E' di ieri mattina la voce della rinuncia di Emilio Mazzoleni. A questa sarebbe seguita anche la dichiarazione di indisponibilità di Enrico Chiari che era stato contattato nei giorni scorsi a Londra dall'amministratore delegato della Olivetti. Carlo De Benedetti. Niente da fare anche con Luigi Orlando, sempre fermo nel suo rifiuto ad assumere la presidenza della Confindustria, nonostante le sollecitazioni ricevute. Stesso discorso per Franco Mattei. Alla resa dei conti, si è in una posizione di stallo totale. A questo punto le ipotesi sono due: o prima della seduta della giunta si trova il nome, oppure mercoledì prossimo il «parlamentino» degli in¬ dustriali non potrà fare altro che passare al voto senza un'indicazione precisa. Per lo statuto confederale, infatti, è sufficiente il 15 per cento dei votanti per la presentazione di un proprio candidato. Ciò vuol dire che ogni associazione territoriale potrebbe, al limite, presentare un suo nome. Ma arrivare a questa procedura significherebbe il fallimento della missione dei «tre saggi». Come ultima scappatoia la giunta potrebbe far slittare di qualche settimana la decisione.

Luoghi citati: Londra, Roma