Parma dopo lo scandalo i gravi contrasti nel psi
Parma dopo lo scandalo i gravi contrasti nel psi SUGLI ILLECITI URBANISTICI Parma dopo lo scandalo i gravi contrasti nel psi Rivelatrice testimonianza davanti al tribunale PARMA — Un vero e proprio processo interno al psi parmense nel periodo dello scandalo, quello scaturito ieri mattina dalla deposizione di Giulio Ferrarini, già segretario provinciale e ora segretario regionale del partito: un giovane venuto dalla provincia, seguace di Craxi. che prese in mano le redini del psi dopo la burrasca. Un uomo, quindi, praticamente all'oscuro delle manovre, degli intrallazzi, del vortice di tangenti che il processo sembra aver messo inequivocabilmente allo scoperto. Ferrarini assunse la segreteria nel marzo '76 quando ormai i giochi erano fatti. Nulla sapeva degli affari oscuri condotti dal Verdi per il partito, anche perché, ha commentato: «All'interno del psi si cozzava allora come contro un muro e se qualcuno si spingeva troppo avanti rischiava l'espulsione. Io ho praticamente saputo tutto dai giornali». Dopo la «lenzuolata» accusatrice in piazza l'on. Ferrari, al quale egli si era rivolto per avere spiegazioni, avrebbe ribattuto: «Fra una settimana non ne parlerà più nessuno». Non fu buon profeta, ha sottolineato lo stesso presidente del tribunale. «Nel 1974 — ha aggiunto Ferrarini — le mie critiche alla oligarchia che dominava il partito mi costarono l'elezione a segretario provinciale; fu nominato l'on. Ferrari benché incompatibile perché parlamentare». — Ma allora Ferrari era proprio cosi potente?, ha osservato il presidente. «Ferrari aveva una grossa influenza nel partito, era il leader della corrente De Martino, forte del 70 per cento delle adesioni». Si è poi accennato alla mancata venuta a Parma, dopo l'esplosione dello scandalo, dell'on. Aniasi, allora responsabile del settore enti locali del partito socialista. «Fui io a chiedergli di parlargli» è intervenuto l'ex assessore Paolo Alvau. il quale ha poi accennato all'incontro avuto successivamente a Roma con alcuni membri della direzione (Manca e Labriola) che egli rassicurò sulla legittimità di tutti gli atti amministrativi recanti la sua firma. g. c.
Persone citate: Aniasi, Craxi, De Martino, Ferrarini, Giulio Ferrarini, Labriola, Manca, Paolo Alvau
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