Sanremo: catturati i due picchiatori che hanno ucciso l'ex cuoco del Casinò
Sanremo: catturati i due picchiatori che hanno ucciso l'ex cuoco del Casinò Massacrato di notte a colpi di karaté, a calci e pugni Sanremo: catturati i due picchiatori che hanno ucciso l'ex cuoco del Casinò Hanno confessato - Uno si era nascosto a Milano - Entrambi ventitreenni, conoscevano la vittima - Il tragico diverbio sulla piazza di Poggio dopo un banale litigio notturno OAL NOSTRO CORRISPONDENTE SANREMO — Risolto dalla polizia, dopo solo 24 ore di serrate indagini, il «giallo» del dipendente del Casinò Municipale di Sanremo massacrato a colpi di «karaté», sabato notte, nella piazza principale di Poggio. Angelo Magliarisi, 47 anni, da tempo in servizio presso la casa da gioco come aiuto cuoco, è stato ucciso selvaggiamente a calci e pugni da due bulli di periferia al termine di un feroce pestaggio. Alla base del delitto futili molivi: scambio di insulti ed appezzamenti poco garbati nei confronti di due donne che erano sull'auto degli assassini. Gli autori del crimine, arrestati ieri notte dal vicequestore dottor Enzo Natale, sono Vittorio Spiteri, 23 anni, residente a Costa Rainera. strada Provinciale Ciosse, e Franco Alessandro, ventitreenne, via Grossi Bianchi 62 a Poggio. Gli assassini conoscevano la vittima, Alessandro abita nella sua stessa strada, a pochi isolati di distanza. Spiteri, fino al 1978, risiedeva anche lui nella frazione sanremese di Poggio. Poi, per motivi di lavoro (fa il camionista) si era trasferito nel vicino comune' di Costa Rainera. E' stato arrestato all'una e mezzo di notte mentre rientrava a casa. Quando il maresciallo Di Sora gli ha intimato l'alt, ha cercato di fuggire. «Non avvicinatevi — ha urlato — ho una pistola e sono deciso a sparare. Non voglio finire in carcere». Gli agenti di polizia lo hanno circondato riuscendo ad immobilizzarlo. In realtà Spiteri non era armato. In mano aveva soltanto la custodia degli occhiali. Forse sperava che, nel buio, gli agenti credessero che avesse davvero una pistola. Franco Alessandro, manovale disoccupato, fuggito dopo il crimine, è stato arrestato alla periferia di Milano ieri mattina verso le 4. Sia lui che Alessandro hanno confessato. Una delle loro amiche, Luciana Mannino, 46 anni, residente a Sanremo in Strada Rotabile 4, presente all'omicidio, è stata denunciata a piede libero per favoreggiamen- to personale e omissione di soccorso. Il delitto è stato ricostruito dagli investigatori. Sono le 3,10 di sabato notte quando Magliarisi, che è scapolo e vive con gli anziani genitori in via Grossi Bianchi, arriva a Poggio con la sua «126» rossa. Al Casinò ha terminato il lavoro alle 1,50. Con un collega va in bar, poi si dirige a casa. Come abitudine parcheggia lauto in piazza della Libertà. Quando scende nota una «128» blu scuro ferma poco lontano. Si avvicina e vede che a bordo ci sono quattro persone: al volante siede il proprietario, Spiteri; sugli altri sedili Alessandro, Luciana Mannino e Fiorella Aprosio. 26 anni. Una ragazza dedita alla droga. L'aiuto cuoco rimane qualche secondo a guardare den- tro. Spiteri lo apostrofa in malo modo, lo minaccia, gli ordina di andare a dormire se non vuole guai. Magliarisi gli risponde per le rime: in gioventù ha fatto il pugile e non si spaventa facilmente. Per qualche minuto volano parole grosse. Poi Spiteri scende dalla «128» ed affronta' l'avversario. Magliarisi si difende bene, allora entra in azione anche Alessandro. Uno immobilizza il cuoco per le braccia, l'altro picchia duramente. Magliarisi tenta di reagire, riesce a scappare, scivola sul marciapiede, perde sangue. Ma gli altri due gli sono sopra, non lo mollano, sembrano furie. Quando l'aiuto cuoco cade sull'asfalto Spiteri e Alessandro gli saltano sopra e per una decina di minuti lo colpiscono a calci e pugni. Fiorella Aprosio, di fronte a tanta violenza, fugge dall'auto, urla, cerca di fermare i picchiatori. Luciana Mannino resta sull'auto. Spiteri e Alessandro, quando riacquistano lucidità, risalgono sulla «128» e fuggono. Mirella Aprosio, sotto choc, rimane accanto a Magliarisi. Capisce che si tratta di ornici-, dio, ha paura. Da una cabina telefonica, chiama la Croce Rossa e il «113». Non dà il suo nome ma non riesce neppure ad allontanarsi dal luogo della tragedia. Quando arriva la polizia un agente la nota. Al particolare subito non viene dato peso; poi col passare delle ore si cercano spiegazioni. Roberto Basso Sanremo. Vittorio Spileri. uno defili assassini di Angelo Magliarisi (Telefoto Paolo Gatti)
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