L'agricoltura si prepara a liberarsi dal petrolio

L'agricoltura si prepara a liberarsi dal petrolio Proposta di legge per le energie rinnovabili L'agricoltura si prepara a liberarsi dal petrolio ROMA — L'agricoltura è una grande consumatrice di energia, tanto da incidere per il 15 per cento sul bilancio globale italiano. Non si tratta prevalentemente di consumi diretti (il gasolio per i trattori e le macchine agricole) ma di consumi dovuti all'intero ciclo della produzione. 1 fertilizzanti chimici richiedono petrolio come i pesticidi sintetici; richiedono energia, in diverse forme, i trasporti, il trattamento dei prodotti, le serre, le industrie di conservazione e di trasformazione. Di fronte alla crisi energetica, il settore agricolo reagisce con una serie di progetti che hanno due fini paralleli: ridurre i consumi di petrolio, produrre energia con gli scarti e i rifiuti della produzione, vegetale e animale. Primo passo, la proposta di una legge per la diffusione di impianti che sfruttino le fonti di energia rinnovabili. Presentata dal «Centro Studi sull'agricoltura, l'ambiente e il territorio» (Cestat) alla presenza di scienziati, esperti, politici, esponenti dell'ammini strazione pubblica (è interve nuto anche il direttore gene rale del ministero dell'Indù stria, Ammassari), la legge prevede che gli agricoltori siano liberi di produrre energia in proprio, senza alcun onere, fino alla potenza massima di 2 mW, avendo sostanziosi contributi per le spese di impianto e potendo detrarre dal 50 al 75 per cento delle stesse spese dalla dichiarazione dei redditi. Sono previsti mutui agevolati, con concorso del denaro pubblico nel pagamento degli interessi. Quali fonti di energia può sfruttare in proprio un agricoltore, allo stato attuale della tecnica? Il biogas. che in passato veniva letteralmente ridicolizzato, è una delle risorse più importanti e promet tenti nel caso di aziende agri cole di medie e grandi dimen sioni, con allevamenti di bestiame. Gli escrementi, oggi largamente inutilizzati e versati nei corsi d'acqua, con gra ve inquinamento dei fiumi e infine dei mari costieri, sono una enorme ricchezza sprecata. Col sistema biogas i liquami di porcilaie e di altri allevamenti vengono raccolti in vasche stagne; la fermentazione produce un gas che contiene il 70 per cento di metano, comprimibile in bombole. Secondo i dati della Cooperativa E.BLA. (Energia biologica alternativa), che utilizza brevetti e metodologie di una grande azienda nordamericana, il gas in bombole viene a costare 15 lire il me. Gas utilizzabile per motori, cucina, illuminazione e riscaldamento. Altra risorsa, l'energia solare. E' risaputo che i pannelli solari consentono di produrre atrosrtelecptzcgtcSgsttrtmncnSsrpamevrI n e i e o n , a e s 5 r e li e acqua calda, di riscaldare abitazioni e serre, di essiccare foraggi. La legge proposta mira ridurre i costi di impianto, oggi troppo alti, e a garantire sia l'affidabilità delle apparecchiature che l'assistenza tecnica, per ora limitatissima e in molte zone inesistente. La legge va oltre, prevedendo un centro nazionale per lo sviluppo della conversione fotovoltaica, da localizzare nel Mezzogiorno. Dovremmo cosi ricuperare almeno in parte il gravissimo ritardo accumulato sugli Stati Uniti, la Francia, il Giappone, l'Olanda, la Svezia, che da anni dedicano grandi sforzi, finanziari e scientifici, al settore fotovoltaico, quello che consente di trasformare direttamente i raggi solari in elettricità, attraverso le «celle», generalmente al silicio, sperimentate nei voli spaziali (vengono accoppiate a accumulatori di nuovo tipo e grande potenza). Si prevede che nel 1985-87 i costi delle celle fotovoltaiche saranno economicamente competitivi, almeno nei Paesi avanzati. Duecentocinquantamila famiglie italiane sono prive di energia elettrica, nel 1980. Vivono in gran parte in zone rurali, lontane dai grandi centri. Il solo allacciamento alla rete costerebbe da 5 a 6 milioni di lire per famiglia, secondo dati del direttore generale Ammassari. Appare evidente a chiunque (anche l'Enel sembra d'accordo) la convenienza di piccoli impianti autonomi, con contributi pubblici che sarebbero inferiori alla spesa richiesta da grandi centrali e costosi elettrodotti. L'elettricità potrebbe essere prodotta sul posto col biogas dove esistono allevamenti, con le celle fotovoltaiche quando saranno accessibili (certamente prima delle centrali nucleari che richiedono da 7 a 10 anni per essere allacciate alla rete), con i generatori eolici dove il vento è sufficiente, vedi la Maremma, tutte le coste, il Campidano in Sardegna. Proprio in Maremma esiste una lunga tradizione di sfruttamento dell'energia eolica, con mulini a vento costruiti da una ditta di Grosseto. Va ricordato che in Olanda si costruiscono 1500 mulini a vento per la produzione di elettricità, che in Svezia si conta di arrivare a 30 milioni di chilovattora/anno di origine eolica entro il 1990. L'agricoltura italiana può ancora ridurre i consumi di petrolio convertendosi gradualmente all'agrobiologia (i residui dei liquami che hanno generato biogas sono ottimi 'fertilizzanti) e contenendo la domanda di concimi chimici e di pesticidi, causa di enormi danni alle colture e all'ambiente. Ma c'è un'altra risorsa dtvnnprtmbprpnp da sfruttare: l'alcol etilico, ottenuto dalla fermentazione di vegetali. Giorgio Nebbia, pioniere inascoltato per tanti anni e oggi richiestissimo, ha precisato che l'alcol può essere utilizzato immediatamente, nei comuni motori di automobile, purché miscelato a benzine che non contengano piombo. L'alcol, avendo potere antidetonante, sostituisce il piombo senza causare inquinamento atmosferico. Con una miscela al solo 10 per cento, potremmo risparmiare oltre un milione di tonnellate di petrolio l'anno per i soli mezzi a motore; puntando a una riduzione del 50 per cento a lungo termine. Non è necessario coltivare a barbabietole smisurate distese di terreno. Se condo Nebbia dobbiamo cominciare con la distillazione dei rifiuti agrìcoli e dei surplus». Con nuove tecnologie si potranno utilizzare anche i cascami della cellulosa. Negli Stati Uniti si ottiene carburante anche dai gusci delle noci e delle mandorle, ricchezza del Mezzogiorno. Tutto questo resterà proposta teorica, però, se le Regioni non troveranno modo di spendere nel settore delle nuove fonti di energia le centinaia di miliardi destinati a incentivi agricoli, e se il potere centrale continuerà a spendere poche briciole per la ricerca scientifica in questo campo. Mario Fazio

Persone citate: Ammassari, Giorgio Nebbia, Mario Fazio