Senza illusioni di Aldo Rizzo

Senza illusioni Senza illusioni Paradossalmente, il governo Cossiga entra in quella che dovrebbe essere la fase finale della sua tormentata esistenza, sostenuto da una delle più ampie votazioni di fiducia che la no-.' stra storia parlamentare ricordi. Si è ricreata, sulla conversione in legge del decreto contro il terrorismo, la maggioranza che il 16 marzo 1978 (il giorno di via Fani) diede il via al quarto governo Andreotti: con in più i liberali, che in quell'occasione si autoesclusero. Dunque, uniti nel sì a Cossiga. tutti e sei i partiti detti costituzionali, la formula dell'«unità nazionale» allo stato puro. Naturalmente, la realtà politica è diversa. Comunisti e socialisti (che sono tornati a concordare i rispettivi atteggiamenti) hanno preso la decisione di votare la fiducia al governo esclusivamente allo scopo, di salvare il decreto antiterrori-' smo dall'ostruzionismo radica-' le: aiutati dallo stesso Cossiga, che aveva subito sottolineato il carattere tecnico e procedurale del voto. E lo stesso dicasi per i repubblicani, i quali hanno anzi già proposto agli altri partiti un negoziato programmatico e politico proprio per preparare una nuova fase della legislatura. In questa situazione, si è accesa la disputa se il voto sull'antiterrorismo confermi o meno che si può governare senza il pei. Nel caso specifico, i comunisti, pur senza essere al, governo, hanno dato un contributo importante e per certi aspetti decisivo: ma è accaduto su un tema particolarissimo e di supremo interesse per tutti, quale la difesa dell'ordine democratico; sarebbe certo diverso in altre, pur rilevanti, occasioni, e basti pensare alle gravi questioni socio-economiche D'altra parte, sembra eccessiva anche la conclusione opposta che non ci sia alcuna alternativa reale e di lungo respiro a un governo di cui sia parte diretta il pei. Dimostrare la fattibilità pra tica e l'opportunità politica di un simile governo dovrebbe es sere appunto il compito di quel grande negoziato proposto dal pri a tutti i partiti costituzionali: negoziato sulle scel-' te e sui programmi concreti di politica interna ed estera, da condurre senza «pregiudiziali» politiche, secondo la formula di Spadolini. E' possibile, in un momento di grave crisi internazionale, arrivare a una scelta concorde di politica estera, lungo le linee, più essenziali che mai. della solidarietà occidentale e dell'azione europea? E' possibile definire un programma comune, che sia responsabile ed efficace, contro la crisi economica? L'esperienza della «grande maggioranza» del quarto governo Andreotti ci ricorda che il ruolo del pei fu attivo e produttivo, ma si arrestò di fronte a nodi come lo Sme e il Piano Pandolfi; più di recente c'è stato l'episodio degli euromissili. E' chiaro che se si arrivasse a un'intesa reale e concreta su tutti i temi essenziali dell'emergenza interna e internazionale, la novità sarebbe grande e bisognerebbe prenderne atto. Se invece il risultato fosse un altro, bisognerebbe ugualmente prenderne atto senza drammi, nel rispetto dei ruoli distinti della dialettica democratica. Ma il negoziato si farà? Di nuovo, il dibattito sulle formule precede il confronto sui programmi concreti. In partenzasi chiedono opposte garanziesi pongono contrastanti condizioni: dal psdi e dal pli, su un versante, e dal pei sull'altro. La de, che aveva accolto in un primo tempo la proposta della trattativa «senza pregiudiziali»appare estremamente indecisasul Popolo di oggi è possibile trovare spunti differenti circa le sue intenzioni reali. Eppure è proprio a essa, in primo luogo, che spetta darun'indicazione precisa, in unssmdscdupmccpanvdpfR senso o in un altro. Il Congresso dovrà dire se il partito di maggioranza relativa è d'accordo su un negoziato «aperto» o se esclude comunque e in ogni caso l'eventualità di un accordo di governo esteso al pei. E' una risposta difficile, di un tipo che la de non ha mai amato; ma è proprio da questa risposta che bisogna partire, per sapere che tipo di tentativo va fatto per scongiurare nuove elezioni anticipate e impostare rimedi non contingenti ai guai effettivi di questo Paese. Aldo Rizzo

Persone citate: Andreotti, Cossiga, Pandolfi, Spadolini