La moglie di Ala: «lo non li odio Carlo m'ha insegnato a perdonare»

La moglie di Ala: «lo non li odio Carlo m'ha insegnato a perdonare» A colloquio con la famiglia del sorvegliante assassinato La moglie di Ala: «lo non li odio Carlo m'ha insegnato a perdonare» La donna, stretta nel dolore insieme alle tre figlie, ha aggiunto: «Quelli sono ragazzi cattivi che non si rendono nemmeno conto di ciò che fanno» - Brandizzo in lutto «Non li odio. Bisogna perdonarli e non serbare rancore. E' stato il mio Carlo ad insegnarci queste cose. Io e le mie figlie, non possiamo deluderlo proprio in questo momento. Quelli sono ragazzi cattivi che non si rendono nemmeno conto di ciò che fanno. Io ne ho conosciuti tanti di giovani cosi, e posso dire che mai la colpa era completamente loro-. E' Italina Ala, 51 anni.a pronunciare queste parole. La donna guarda, sul tavolo della cucina dove ci ha latto accomodare, i giornali che riportano la tragedia che ha colpito lei e le sue fi¬ glie: Cristina di 26 anni. Caterina di 24 e Maria Pia di 21. Ogni tanto Cristina, la figlia più anziana, arrivata sulla soglia della laurea in medicina grazie ai sacrifici dei genitori, si avvicina alla madre, le stringe il volto, la guarda negli occhi e piange sommessamente. Riceve in cambio una carezza piena d'affetto che, sembra, momentaneamente rincuorarla. La stessa scena si ripeteva giovedì sera davanti al corpo senza vita del padre adagialo sopra una barella del pronto soccorso al Maria Adelaide. Ed era sempre lei. Italina, a rincuorare tutti, parenti ed amici del marito accorsi alla tragica notizia. Rassegnata ma forte, uno sguardo verso il suo Carlo e uno verso l'amico e collega Giovanni Pegorin che veniva medicaio nella sala a fianco: «Ma da Giovanni non va nessuno. Non sono ancora arrivati i parenti?-. Nella palazzina a due piani di via Po 16 a Brandizzo, dove abita la famiglia Ala, è una processione continua. Le scale deserte si animano, all'improvviso, di decine di persone arrivate lutte assieme. Sembrano stringersi e confondersi uno con l'altro, per non dover affrontare da soli il dolore di una madre e sposa che si è visto strappare il proprio uomo, alla vigilia di un periodo che sarebbe stato sicuramente felice dopo tutta una vita di sacrifici. A Carlo Ala mancavano appena tre mesi per la pensione: «Aveva paura — racconta Cristina —. La dissimulava bene, ma aveita paura. E non poteva essere diversamente con tutte quelle violenze che, quasi ogni giorno, si verificano dentro le fabbriche ma. soprattutto, negli stabilimenti della Fiat-. I terroristi, senza dirgli nulla, l'hanno spinto nella stanza più lontana dall'ingresso e l'hanno fatto distendere. «Dopo gli spari ho sentito solo le urla strazianti di quel poverino — ha raccontalo Giovanni Pegorin — ma non potevo nemmeno girarmi-. Sul pavimento del gabbiotto si è rapidamente allargata una macchia di sangue: era la vita di Carlo Ala che. a poco a poco, se ne andava. Inutile la corsa fino al Maria Adelaide. Adagiato su una barella del pronto soccorso si è spento per sempre. Una telefonata dalla Framtek ha avvertito le quattro donne che attendevano il loro uomo a casa Sono corse subito in via Milano 199. uno sguardo rapido fra la folla che si accalcava all'ingres so dello stabilimento e poi via verso Torino, a cercare il loro Carlo, per dargli un ultimo saluto. Un saluto che. oramai, non era più possibile: al loro arrivo Carlo era già morto. La scarica di proiettili, sei nella gamba de stra e due nella sinistra, gli ave¬ va reciso l'arteria femorale. A riprova dell'affetto e dell'a more che legava quest'uomo alla sua Brandizzo c'è lo sgomento che. ieri si coglieva in tutto il paese. I funerali si svolgeranno domenica pomeriggio nella parrocchia di San Giacomo Maggiore. Dice il parroco: «Di norma le esequie sono vietate nei giorni di festa. Ma per quest'uomo buono e generoso si farà un'eccezione, perché tutti possano essere presenti ». Beppe .".lineilo i i l pmvriac Lo strazio della famiglia dell'operaio assassinato - La moglie e le figlie, Caterina, Cristina e Maria Pia davanti alla fabbrica

Persone citate: Carlo Ala, Giovanni Pegorin, Maria Pia

Luoghi citati: Brandizzo, Torino