Le imprese disertano un grande appalto per la «tangente» che la mafia impone?

Le imprese disertano un grande appalto per la «tangente» che la mafia impone? Reggio Calabria; denuncia di un ex parlamentare comunista Le imprese disertano un grande appalto per la «tangente» che la mafia impone? DAL NOSTRO CORRISPONDENTE REGGIO CALABRIA — Sarebbe aumentata per le imprese la «tangente» da pagare alla mafia. Un'impennata al 25 per cento sull'importo complessivo dei lavori da appaltare. La Procura ha deciso di indagare dopo la denuncia di un ex parlamentare comunista, Francesco Catanzariti. 47 anni, già segretario regionale della Cgil ed ora responsabile del centro studi della stessa confederazione: la denuncia è venuta dopo che è rimasta deserta la gara di appalto per la costruzione delle officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato che dovrebbero sorgere a Saline Joniche. pochi chilometri a Sud di Reggio. La storia di queste officine è lunga e tortuosa. La proposta dei sindacati venne inclusa nel piano generale delle ferrovie, ma la zona indicata presentava alcuni smottamenti e quindi venne sospettata di non essere idonea geologicamente. Seguirono tre anni di studi e di indagini: poi finalmente ci fu il parere favorevole e quindi a dicembre venne indetta la gara di ap¬ palto con una base d'asta di 60 miliardi alla quale vennero invitate tredici imprese. Mentre un'altra gara indetta per una analoga officina a Melfi (Basilicata) è stata regolarmente aggiudicata con un ribasso del 25 per cento, per Saline nessuna impresa ha presentato offerte. Dice Catanzariti: «In più occasioni ho sentito che questa diserzione in massa è dovuta alla pretesa di un aumento della base della gara del 25per cento per coprire un non meglio specificato "rischio Calabria"». Cosi iì 24 gennaio l'ex parlamentare ha scritto una lettera al ministro dei Trasporti on. Preti denunciando tra l'altro che questo «rischio Calabria» comprenderebbe una non meglio precisata «indennità» per risarcimento alle cosche mafiose. Quindi, una richiesta di accertare se questo corrisponde al vero, perché «dietro certi fenomeni e comportamenti — continua la lettera — possono ravvisarsi anche elementi più pericolosi e difficili da combattere e da scoprire di mafia sommersa». Sulla denuncia il sostituto procuratore della Repubblica di Reggio, dott. Guido Papa lia. un magistrato che ha già indagato su altre storie analoghe di appalti, subappalti, mafia, mazzette e tangenti ha deciso di vederci più a fondo. Cosi ieri l'altro ha ascoltato per tre ore l'ex parlamentare che a quanto pare ha minuziosamente esposto questa richiesta di «rischio Cala bria». Lo stesso magistrato ha an che sentito il direttore del compartimento delle Ferrovie dello Stato, ing. Bitto. e ha lasciato intendere che l'indagine proseguirà. Da parte delle organizzazioni sindacali c'è preoccupazione, non per l'inchiesta, ma per il pericolo di un blocco degli appalti. Si ricordano le attese nella zona di Saline dopo le illusioni decennali per rimpianto della Liquichimica mai entrato in funzione (doveva produrre bioproteine sintetiche) e in tutto il Reggino per questi 1200 posti definiti «sicuri». E non si nasconde che le ..mazzette» sono ormai una cosa comune come emerso anche durante il processone alla mafia dei subappalti di Gioia Enzo Lugana Tauro

Persone citate: Catanzariti, Francesco Catanzariti, Guido Papa, Preti

Luoghi citati: Basilicata, Calabria, Melfi, Reggio, Reggio Calabria