Donati i reni del bambino ucciso in clinica a Roma dal veleno d'una bombola

Donati i reni del bambino ucciso in clinica a Roma dal veleno d'una bombola Dopo il tragico errore alla «Madonna di Fatima» Donati i reni del bambino ucciso in clinica a Roma dal veleno d'una bombola ROMA — Fabio Meloni. 7 anni, è la seconda vittima dell'anidride carbonica somministrata ai pazienti nella clinica «Madonna di Fatima». L'ultimo esempio, in ordine di tempo, viene ancora da Roma, capitale dello sfacelo sanitario. Il bambino ha cessato di vivere l'altra notte al reparto di rianimazione del Policlinico Gemelli. Veniva tenuto in vita da quasi venti ore con l'aiuto dei macchinari più sofisticati, anche se il suo elettroencefalogramma risultava piatto. Poco dopo la mezzanotte, nonostante l'assistenza dei sanitari, anche il cuore ha cessato di battere. La «morte cerebrale» di Fabio Meloni aveva chiuso definitivamente l'angosciosa partita con la speranza ingaggiata da medici e familiari. A questo punto il responsabile del centro di rianimazione. Corrado Manni, si era rivolto ai genitori. C'era ormai solo una via per far sopravvivere, in qualche modo, il piccolo Fabio: donare i suoi reni a qualche altro bambino che. in mancanza di trapianto, sarebbe morto. Gianni e Renata Meloni hanno subito accettato. «Ho preso l'iniziativa di parlare ai genitori — spiega il prof. Manni — per sondare la loro disponibilità a fare l'unica cosa, umanamente parlando, per il loro Fabio. Non ho dato un suggerimento, ho prospettato una possibilità: quella di far trapiantare i reni del loro figliolo per salvare un altro bambino in pericolo di vita. Devo dire che ho trovato la più ampia disponibilità». Cosi si è messa in moto la macchina complessa e delicata che regola un trapianto d'organo. Gianni e Renata Meloni hanno firmato il «nulla osta» necessario, il sostituto procuratore Fiasconaro. che conduce con il collega Hinna Danesi l'inchiesta sulle bombole scambiate e sulle sue tragiche conseguenze (Vittoria Orsini l'altra paziente avvelenata dall'anidride carbonica, è de ceduta lunedi) ha autorizzato a procedere. Un rene è stato inviato al prof. Cortesini. direttore della seconda clinica chirurgica del Policlinico, che provvederà a trapiantarlo ad uno dei bambini ricoverati; l'altro è stato consegnato al prof. Castiglioni, dell'Università Cattolica, per un intervento che è stato compiuto nel pomeriggio su un ragazzo di sedici anni. Gli esami autoptici su Vittoria Orsini e Fabio Meloni hanno accertato che la donna e il bimbo sono morti per asfissia provocata dalla prolungata inalazione di anidride. Ora l'inchiesta attende l'interrogatorio delle cinque persone (gli anestesisti dei due interventi chirurgici, una suora infermiera, il magazziniere della clinica e il rappresentante legale della ditta Sio che ha fornito le bombole) colpite da comunicazioni giudiziarie per omicidio colposo. Gli investigatori dovranno chiarire per quale catena di errori un contenitore, marcato diversamente da quello dell'ossigeno e facilmente distinguibile, sia finito in batteria a rifornire l'impianto centralizzato della casa di cura. Le indagini dovranno inoltre stabilire perché gli anestesisti non abbiano notato in tempo l'anomala quantità di anidride carbonica

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