Gli Usa preparati per un conflitto nel Golfo Persico di Ennio Caretto

Gli Usa preparati per un conflitto nel Golfo Persico Rapporto militare al Congresso Gli Usa preparati per un conflitto nel Golfo Persico DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Gli Stati Uniti sono preparati a una guerra nel Golfo Persico, e si aspettano che l'Alleanza Atlantica li aiuti, nel caso che essa scoppi. Userebbero parte delle truppe americane stazionate in Italia, e chiederebbero la diretta partecipazione delle forze armate inglesi e francesi. Lo hanno dichiarato, testimoniando ieri e l'altro ieri al Senato, il ministro della Difesa Brown e il capo di Stato Maggiore generale Jones. Brown ha anche detto che gli Stati Uniti «dovrebbero riesaminare» la possibilità dì costruire >a bomba al neutrone, scartata due anni fa. Il governo americano ha cosi ufficializzato il monito del rappresentante personale del presidente Carter in India. Clifford, secondo il quale un'avanzata sovietica verso il Golfo Persico farebbe scoppiare una guerra. La scorsa settimana, nel «Messaggio sullo stato dell'Unione». Carter stesso aveva avvertito che gli Stati Uniti «sono pronti a proteggere con la forza i loro interessi vitali» in quella regione. Egli aveva anche adombrato un coinvolgimento dell'Alleanza Atlantica in un eventuale confronto con l'Urss. Ma Brown e Jones si so- no spinti oltre, evidentemente col suo assenso. Kennedy, il rivale, di Carter nelle elezioni, lo ha accusato di «isterismo». La posizione degli Stati Uniti è stata così riassunta in una conferenza stampa del Pentagono. «In caso di guerra nel Golfo Persico» ha detto un portavoce «un battaglione di circa 1000 soldati americani con armamento leggero giungerebbe sul posto nel giro di 24 ore, seguito un giorno più tardi da un secondo battaglione proveniente dall'America. Entro due settimane. 24 mila uomini con mezzi motocorazzati e artiglierie pesanti verrebbero lanciati nei combattimenti». Nella fase iniziale di un conflitto, l'urto nemico sarebbe sostenuto dai caccia e dai bombardieri della flotta dell'Oceano Indiano. Ai Congresso, il ministro della Difesa Broivn ha spiegato che cosa gli Stati Uniti si aspettano dall'Alleanza Atlantica. Escludendo, per ragioni storiche e politiche scaturite dalla seconda guerra mondiale, una partecipazione della Germania e del Giappo-' ne. essi chiederebbero «una presenza delle altre potenze». Senza nominarle. Broivn ha fatto capire che si tratterebbe dell'Inghilterra, della Francia, oltre che dell'Australia e della Nuova Zelanda. Il generale Jones ha aggiunto che il contributo di questi Paesi dovrebbe essere «aereo, navale e di uomini». Entrambi hanno riferito che l'Australia ha già offerto una base navale agli Stati Uniti. Il capo di Stato Maggiore ha cosi continuato: «E' appena tornata dal Golfo Persico una nostra missione militare. Essa ha compiuto buoni progressi nelle trattative per l'installazione di basi americane nella regione». «Gli Stati Uniti» ha insistito «non possono proteggere coloro che non collaborano alla propria difesa». Della bomba al neutrone ha parlato, senza esserne sollecitato, il ministro della Difesa. «Tutti i pezzi di quest'arma sono stati messi a punto — ha asserito — e il montaggio sarebbe breve. Siamo in grado di produrla e impiegarla al più presto». La bomba, die uccide le persone lasciando quasi intatte le cose, a parere di Brown sarebbe estremamente utile in combattimenti sui giacimenti di petrolio. La sua costruzione fu abbandonata due anni fa per l'opposizione europea e le proteste dell'Urss. che di fronte a essa verrebbe a trovarsi in una situazione di netta inferiorità. La testimonianza di Brown e di Jones al Congresso è scaturita dalle accuse rivolte al presidente Carter dalla Commissione delle forze armate del Senato di essere stato colto militarmente impreparato dalUwrisi afghana. Ennio Caretto

Persone citate: Brown, Jones, Kennedy