I capitani di mare chiedono garanzie e leggi più chiare
I capitani di mare chiedono garanzie e leggi più chiare I capitani di mare chiedono garanzie e leggi più chiare GENOVA — La professionalità, le tecnologie, la crisi internazionale dei trasporti, le difficoltà di lavoro per i giovani, sono gli argomenti discussi ieri mattina, a Genova, alla «Terrazza Martini», al convegno indetto dal Collegio dei capitani marittimi sui problemi della gente di mare. «/ capitani marittimi — ha spiegato il segretario del col- legio (l'ente che è, in un certo senso, l'ordine professionale degli ufficiali della marina mercantile), Decio Lucano — sono stati, sino a poco tempo fa, un "terzo stato" nel dibattito che ha visto contrapposti da una parte o dall'altra la Federazione marinara e gli armatori, vuoi pubblici, vuoi privati. Ora, con intenti più propriamente sindacali e culturali in senso lato, intendiamo riaffermare il nostro diritto alla "partecipazione". Abbiamo svolto, mesi or sono, un convegno a Sorrento, e adesso, nella città italiana "capitale" della marineria intendiamo riprendere il filo del discorso, chiedendo soprattutto al governo leggi più chiare e maggiori garanzie». Ancora una volta è stato messo sotto accusa il «Rina» (registro navale italiano) ente privato, al quale, in condizioni di assoluto monopolio, sono stati concessi pieni poteri in materia di classificazione di navi e di rilascio di permessi di navigazione. I capitani marittimi hanno preso posizione a fianco della federazione Cgil-Cisl-Uil chiedendo la trasformazione del «Rina» in ente pubblico con la responsabilizzazione diretta e indiretta dei funzionari e tecnici che rilasciano le perizie sulle navi. Al convegno c'erano anche esponenti del collegio dei periti navali. E' stato ricordato che le perizie sui sinistri sono regolate, penalmente, dal «codice Rocco» e che sovente i comandanti non sono chiamati a rispondere di loro effettive responsabilità in ordine alle condizioni di bordo (igieniche, sanitarie, sindacali, ecc.) sovente in contrasto con le convenzioni internazionali. Infine il problema dei giovani è stato affrontato dal prof. Sergio Marletta preside del più importante istituto nautico della Liguria, il «San Giorgio» di Genova. «Purtroppo — ha denunciato — la riforma della scuola non ha ancora toccato gli istituti superiori specializzati come il nautico. I nostri giovani, aspiranti comandanti di coperta e direttori di macchina, non hanno una preparazione adeguata e sono costretti a duri e difficili tirocini. Sulle navi italiane è difficile imparare il mestiere». |_
Persone citate: Decio Lucano, Sergio Marletta
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