Ma il latino non unisce l'Europa

Ma il latino non unisce l'Europa Ma il latino non unisce l'Europa Cossiga presidente della Cee non è riuscito a convincere la signora Thatcher dèl:le buone ragioni finanziarie degli altri partners della Comunità. Nemmeno gli aderenti alla Nato hanno finora trovato un'intesa sul problema sublime di questo incipiente 1980 — se boicottare o no le Olimpiadi di Mosca — e ancora molti fatti si potrebbero citare a dimostrazione di quanto sia difficile capirsi tra europei. «Non parliamo la stessa lingua», dicono molti, ed è purtroppo vero. Meno accettabile però è la conclusione che taluni ne traggono, e secondo la quale per avere un'Europa unitaria bisogna darle innanzitutto una sola lingua: o l'inglese, come la più diffusa nel resto del mondo; o una lingua artificiale come l'esperanto, o addirittura una lingua morta come il latino, da riesumare nel ricordo della grande e irripetibile stagione dell'Europa carolingia. Frequentemente se ne scrive su giornali e riviste come di un problema non solo tecnico ma più dignitosamente culturale. Ne discutono sociologi, politologi, letterati e linguisti: ma è proprio vero che il nemico dello spirito d'Europa sia il suo plurilinguismo? , Non è per nulla véro. Partecipando giorni fa ad una tavola rotonda organizzata dalla rivista Euro, l'accademico dei Lincei Giuliano Bonfante, già ordinario di glottologia nell'università di Torino, ha fatto notare che nell'impero austro-ungarico, politicamente, unito e solidissimo, si parlavano e scrivevano diverse lingue. In Svizzera ce ne sono tre, anzi quattro, e nessuno ha pensato mai di adottarne una sola, nemmeno gli svizzeri tedeschi che pure costituiscono la maggioranza della popolazione. E cosi avviene che nei tribunali, nelle scuole e negli uffici del Canton Ticino si usa l'italiano e solo l'italiano, mentre nelle valli ladine cittadini elvetici passano tutta la vita sema parlare che la loro lingua. La sospirata unità politica del nostro continente non si realizza con l'imposizione per legge di un idioma comune egemone sugli altri. La folle operazione che in questo senso fosse tentata non risolverebbe i problemi della nostra ■reciproca incomprensione; ben lungi dal diminuirli, piuttosto li accrescerebbe a dismisura. Prendiamo il caso del Belgio dove i fiamminghi sono in guerra permanente contro i valloni francofoni; teniamo, conto delle rivendicazioni de-, gli occitani, dei bretoni e dei baschi ostinatamente impegnati nella difesa della loro lingua; e per converso pensiamo all'Irlanda: in quell'isola •tutti parlano in inglese, ma pur continuano a scannarsi tra di loro. Non è dunque sul piano della glottologia che si risolve il problema dell'Europa: non sarà il latino a salvarci. Si poVittorio Gorresip (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Giuliano Bonfante, Thatcher

Luoghi citati: Belgio, Canton, Europa, Irlanda, Mosca, Svizzera, Torino