C'è chi parla in latino

C'è chi parla in latino C'è chi parla in latino Non dimentichiamo poi i nobili tories. e soprattutto una personalità di primo piano, la baronessa Diana Elles. Oltre ad aver studiato in Inghilterra, questa avvocatessa è stata educata al Sacro Cuore di Firenze e ai Cours Dupanloup di Parigi. Ufficiale d'aviazione durante la Seconda guerra mondiale, la baronessa ha già fatto parte del Parlamento europeo ed è stata membro della delegazione britannica alle Nazioni Unite per le quali ha scritto un rapporto sui diritti degli stranieri. Fra i ..figli di buona famiglia» ricordiamo ancora il giovane marchese de Douro. direttore di una compagnia d'investimenti americana e preprietario di una tenuta agricola membro della National Farmer's Union. Lord O'Hagan ha quasi la stessa età (34 anni) ed ha studiato a Eton. il che non gli impediva di andare in jeans al precedente Parlamento dei Nove, dove siedeva fra gli indipendenti e si divertiva a fare il contestatore. Ora sfoggia un completo dal taglio impeccabile, i maligni dicono forse a causa del matrimonio con la principessa Tamara Imeretinsky. John de Courcy Ling. ex consigliere all'ambasciata britannica a Parigi, riassume cosi l'opinione degli amici di Margaret Thatcher a Strasburgo: ..// futuro dell'Europa sta nel centro, e si basa sull'accordo fra giscardiani e conservatori inglesi-. Prima di lasciare questi inglesi di nobili natali non dimentichiamo Lord HarmarNicholls. un gentleman di 67 anni che un tempo si opponeva all'ingresso della Gran Bretagna nella Comunità e ha avuto il «grande onore» di far parte dell'esercito dell'India. Contrariamente al vecchio soldato dell'Impero britannico, due uomini sono a tal punto convinti della causa europea che non hanno esitato ad acquisire una nazionalità supplementare o a cambiarla per farsi eleggere a Strasburgo. Figlio dell'ultimo imperatore d'Austria. Otto d'Asburgo è diventato cittadino tedesco per farsi eleggere nelle liste dei cristiano-sociali bavaresi, ma ha conservato la nazionalità austriaca. Il cèco Jiri Pelikan invece profugo politico dopo l'invasione sovietica del 1968. è stato privato della sua nazionalità, è diventato italiano e si è presentato per la lista socialista. «Sono europeo a tal punto che questo fatto non rappresenta per me il minimo problema — spiega l'arciduca austriaco —. D'altra parte, ho parlato con Pelikan: le nostre iniziative sono parallele perche con la nostra presenza vogliamo dire che l'Europa dell'Est, dove non esistono diritti dell'uomo, non viene di¬ menticata-. Secondo Otto d'Asburgo, l'Europa significa infatti innanzitutto una cultura comune, fondata sui diritti della persona umana introdotti dal cristianesimo. Oltre a Jiri Pelikan. quali altri contatti ha avuto il presidente dell'Unione paneuropea al Parlamento dei Nove? .. Volevo incontrare il pastore dell'Irlanda del Nord. Ian Paisley. per meglio comprendere il dramma irlandese, ma i miei amici conservatori inglesi mi hanno dissuaso, dicendomi che è "troppo " fanatico-. Invece l'arciduca ha parlato con quelli che definisce -gli anarchici italiani- (i radicali), e soprattutto con Pannella: «E' molto simpatico, ha un'ottima educazione e parla un francese splendido-. Ecco perché Otto d'Asburgo ha imperniato una parte della sua campagna elettorale europea in Baviera sull'adozione del francese come lingua franca dell'Europa. E a Strasburgo presiede un gruppo di studio e d'azione per la lingua francese, fondato l'autunno scorso. Cosi un cittadino austro-tedesco anima un Comitato transnazionale nel quale italiani (per esempio Susanna Agnelli) e belgi (Antoinette Spaak del Fronte francofono) si trovano accanto a francesi di ogni tendenza politica, come l'accademico di Francia Maurice Druon. ex ministro della Cultura. Nel suo gruppo politico del Partito popolare europeo, l'arciduca siede accanto all'ex presidente del Bundestag e dell'Unione europea democristiana. Kai-Uwe Von Hassel il parlamentare che ha provocato il famoso dibattito dell'Assemblea sul problema degli armamenti. Alcuni colleghi francesi hanno però aspramente rimproverato ad un uomo che presiede l'Unione europea occidentale, competente in questo campo, di aver tentato di estendere i poteri del Parlamento dei Nove. Fra le altre grandi figure internazionali, alcune appartengono all'Spd socialdemocratico. Oskar Vetter. presidente della potente Confederazione dei sindacati tedeschi (Dgb) rappresenta i lavoratori diottre Reno. Luise Herklotz esprime invece le preoccupazioni culturali degli amici di Willy Brandt, e anima un Comitato europeo per la protezione del patrimonio architettonico e culturale del Vecchio Continente. Nazionalismi Tra i francesi, notiamo che alcuni eletti dell'Udf come Jean Lecanuet e Pierre Pflimlin (sindaco di Strasburgo) sono europeisti convinti da sempre, e che hanno svolto un ruolo importante nel varo dell'impresa comunitaria. Ma pochi hanno un'esperienza sufficientemente vasta, salvo, in una certa misura. Edgar Faure. ex procuratore a Norimberga e tra i promotori del riconoscimento della Cina da parte della Francia nel 1964. Lo stesso per alcuni socialisti, come Gerard Jaquet. vicepresidente del Movimento europeo e Maurice Faure. negoziatore del Trattato di Roma. Ed è curioso constatare che la personalità francese forse più internazionalista faccia parte di una delle due liste che hanno fatto la campagna più nazionalista. Fra i deputati di una certa età figura Louise Weiss. 86 anni, ex direitrice di Europe Nouvelle. confidente di Aristide Briand e di Jean Monnet. che ha fondato l'Istituto di scienze della pace. Ma che fa dunque a Strasburgo un italiano di origine cèca, un uomo che ha vissuto i giorni esaltanti della primavera di Praga e non da una posizione qualsiasi, dato che era direttore dei notiziari alla tv? Certo non si limita ad assistere passivamente alle sedute e ad assaggiare la gastronomia alsaziana, ma. sono parole sue, «continua la lotta per la libertà dopo la sconfitta dell'agosto '68-. Appena arrivata a Strasburgo. Pelikan ha indetto una conferenza stampa per sensibilizzare l'opinione pubblica, ponendo sul tappeto il problema della creazione di una Commissione per i diritti dell'uomo al Parlamento europeo (ne esiste già una al Consiglio d'Europa). Ed ha fatto firmare da tutti i colleglli favorevoli un appello per la liberazione di dieci militanti cecoslovacchi di Charta 77recentemente arrestati. Pelikan era stato allora molto esplicito: «Darò certamente fastidio a quanti sono disposti a concludere affari in cambio del silenzio sui diritti civili. Ma vorrei adoperarmi in modo che in Europa non vi siano né un nuovo olocausto nazista, né gulag staliniani. Ora che sono cittadino italiano ho più che mai il diritto di occuparmi di que- stioni europee, poiché la Cecoslovacchia fa parte del Vecchio Continente-. Un vecchio amico di Pelikan è Pannella. I due uomini si conoscono da 30 anni. Pannella aveva proposto a Pelikan di candidarsi per il partito radicale, ma. ammette ora. «capisco che certi temi che noi difendiamo hanno potuto metterlo nell'imbarazzo-. I radicali italiani si sono resi celebri per la lotta in favore del divorzio, dell'aborto, dell'obiezione di coscienza e del diritto all'omosessualità. Pannella ebbe già delle noie a Sofia nel 1968, quando manifestava contro l'entrata delle truppe del Patto di Varsavia in Cecoslovacchia. Gli altri radicali non sono da meno in quanto a contestazione. Emma Bonino. 31 anni, venne arrestata nel giugno '75 e restò in carcere alcuni giorni prima di essere rimessa in libertà provvisoria. E' accusata di aver provocato alcuni aborti in quanto animatrice di un centro d'informazione sull'interruzione della gravidanza. I radicalfolk L'altra radicale eletta è soprattutto un'intellettuale ma poco conformista. Enfant terrible del comunismo. Maria Antonietta Macciocchi ha preso il posto lasciato da Leonardo Sciascia, che ha preferito dimettersi dal Parlamento Europeo e conservare il posto di deputato italiano per partecipare ai lavori della commissione d'inchiesta sull'assassinio di Aldo Moro. La Macciocchi ha militato a lungo nel partito comunista, al quale si iscrisse nel 1962: venne eletta deputato nella circoscrizione di Napoli nel 1968. Dice però «di non essere mai stata staliìiista-. Poi c'è Mario Capanna, deputato di estrema sinistra, che si è già fatto notare parlando per alcuni minuti in latino all'Assemblea. Questi focosi deputati europei hanno contribuito indubbiamente a portare folklore nell'Assemblea, ma la loro indiscussa intenzione è più sottile: «Ci serviremo qui come in Italia delle, leggi fatte da una borghesia rinnegata che vede esplodere le proprie contraddizioni fra ideali e potere-. E cosi, dopo aver spulciato il regolamento del Parlamento, i radicali hanno depositato alcune migliaia di emendamenti. Questo manipolo di paladini dei diritti dell'uomo mostra il lato più vivace dell'Europa, che rappresenta cosi, con alcune imperfezioni, le libertà per molti Paesi nei quali vigono la dittatura e la tortura. E qui sta anche il potere dell'Europa, piuttosto che nelle polemiche sull'allargamento delle competenze dell'Assemblea di Strasburgo. Poiché, malgrado le sue debolezze, la Comunità può ancora svolgere un ruolo decisivo per sanare molte ingiustizie. Laurent Leblond Serge-AHain Rozenblum Puzza di bruciato (ancora una volta)