QUALCHE IPOTESI SUL FUTURO REMOTO

QUALCHE IPOTESI SUL FUTURO REMOTO QUALCHE IPOTESI SUL FUTURO REMOTO COME GLI SA UTI OSSERVANO OGNI MOVIMENTO MILITARE ÌSUSS 2E£ L'occhio che spia dal cielo La stella più vicina. Alpha 'Centauri, dista oltre quattro ianni luce, circa quarantamila 'miliardi di chilometri. Viagigiando alla velocità di un jet. il viaggio durerebbe quattro milioni di anni. Sembra una distanza incolmabile e non sono affatto sicuro che l'uomo mai riuscirà a sviluppare una tecnologia adatta a compiere un viaggio intrastellare. Eppure quando si parla di cosmologia Alpha è appena alla soglia di casa. La nostra Galassia (visibile come Via Lattea sullo sfondo del cielo) è un aggregato di oltre 100 miliardi di stelle il cui diametro raggiunge i centomila anni luce. Fino al 1920 si pensava che tutte le stelle fossero concentrate nella Galassia e che questa fosse un universo, isola persa nel vuoto infinito degli spazi siderali. La costruzione dei grandi telescopi permise di riconoscere la natura extragalattica delle nebulose spirali. Ad esempio M 3 Lia celebre nebulosa di Andromeda, cavallo di battaglia degli scrittori di fantascienza, è una galassia simile alla nostra ma distante circa due milioni di anni luce. Guardando oltre con strumenti sempre più perfezionati ci si è resi conto che l'universo è popolato da galassie sparse in modo più o meno uniforme, la cui distanza media si aggira su alcuni milioni di anni luce. Si vedono galassie che distano centinaia di milioni di anni luce. Una stima approssimata ci permette di valutare in circa 10 miliardi il numero di galassie potenzialmente osservabili dalla Terra. Molte di esse sono tuttavia offuscate dalle polveri che vagano entro la nostra galassia. Nel 1929 Hubble. dopo anni di osservazione, annunciò la scoperta della recessione cosmica. In essenza le galassie si allontanano da noi (e tra di loro) con una velocità che è proporzionale alla loro distanza. Esiste un certo disaccordo sul valore di questa velocità, data l'incertezza nella scala delle distanze. Si sa tuttavia che essa si aggira sul valore di circa 20-35 km/sec per milione di anni luce. Una galassia cioè che disti cento mi" lioni di anni luce si allontana alla velocità di circa 2000-3500 km/sec. Molto prima di questa scoperta, nel 1917. Einstein aveva impostato-il problema cosmologico dal punto di vista teorico, usando la relatività generale appena creata. Einstein tuttavia immaginava un universo statico, immobile in cui le stelle apparivano appese a distanze regolari con una distribuzione che rimaneva essenzialmente invariata nel' tempo. Einstein non poteva immaginare la svolta osservativa imposta dalla costruzione dei telescopi. Anche se incorretto in queste assunzioni il modello einsteiniano impostava correttamente la teoria cosmologica dal punto di vista teorico e matematico. 1 lavori successivi di Friedman. Lemaitre. Robertson e Walker introdussero quelle modificazioni che condussero al modello attuale del big-bang. Il messaggio di Hubble è che l'universo si va espandendo. Non è tuttavia vero che le galassie fuggano la nostra, in una specie di geocentrismo alla rovescia. Osservando l'universo da una galassia qualsiasi otter¬ «Speriamo che papa Wojtyla e Roma comprendano gli sforzi della Chiesa d'Olanda per adeguarsi ai tempi e non la riducano alla rassegnazione». Cosi ci dicevano personalità cattoliche, a Utrecht pochi giorni prima del «Sinodo particolare dei vescovi dei Paesi Bassi» che Giovanni Paolo II apre oggi in Vaticano. In dodici giorni di dibattiti, vuole superare la «polarizzazione» o irrigidimento che si è prodotto nell'Episcopato olandese, ma soprattutto fra Roma e Utrecht, sede storica del primate. Un secolo fa. quando regnava Pio IX, i cattolici d'Olanda appena usciti .da tre secoli di repressione calvinista, che reagiva alla precedente repressione cattolicospagnola, li chiamavano «ces bons Hollandais»: tanto erano docili e ubbidienti al Papa e fornivano più zuavi e soldati pontifici di qualsiasi altro Paese. Centanni dopo, questa Chiesa è l'«enfant terrible»' del Cattolicesimo. «Non siamo più nel Medioevo, ma nell'era spaziale. E' perciò necessario adeguare il modo di vivere l'essenza della fede», ci disse padre Herman Fiolet. noto teologo e segretario del Consiglio ecumenico delle Chiese olandesi, il primo costituitosi nel mondo (1946) con la partecipaziciit dei cattolici. Il momento di rottura, nel' senso di un rinnovamento rispetto al passato, fu il Concilio Vaticano II. La «svoltaconciliare riguardò, da un lato, il nuovo rapporto fra Chiesa e mondo profano, un tempo respinto come regno di Satana: dall'altro il riconoscimento parziale della collegialità dei vescovi «con, e sotto il Papa» nel governo della Chiesa universale, e di una relativa autonomia delle Chiese locali. Un proverbio sintetizza il remmo la stessa impressione. Se il cosmo si espande, esso doveva essere più piccolo nel passato e le galassie più vicine. Facendo i calcoli si trova che tutta la materia nell'universo doveva essere radunata assieme ad un istante posto a circa 10-20 miliardi di anni or sono. Questo istante può compararsi al momento iniziale di una gigantesca esplosione (il big-bang) in cui la materia che poi ha formato le galassie si trovava in uno stato di temperatura e densità altissima e di espansione estremamente rapida. Questa esplosione non è avvenuta in alcun luogo particolare. Secondo il modello di Einstein, variamente elaborato, l'universo può essere paragonato ad un palloncino di gomma su cui siamo dipinti. Il palloncino ha una dimensione in più rispetto a quella a cui siamo abituati, oltre alla latitudine e longitudine occorre una terza coordinata per individuare la nostra posizione. Il palloncino si espande "con una partenza fulminea a partire dalla dimensione nulla. La distanza di due punti del pallone aumenta continuamente. Questa espansione rallenta continuamente: le galassie si attraggono come conseguenza della legge di Newton. A Princeton come Roma si è discusso ampiamente sul futuro della espansione. E' essa destinata a fermarsi nel futu-. ro. diventando una contrazione, oppure continuerà indefinitamente come sostengono altri? Al momento i dati soiàU oltremodo incerti e negli ultimi venti anni si è passati da universi chiusi (che cioè si ricontraggono) ad universi aperti, che continuano ad espandersi. Non si deve temere per la nostra sorte immediata. Se l'universo è chiuso, l'inversione di marcia avverrà tra non meno di 40-50 miliardi di anni, tra circa 100 miliardi di anni torneremo alle dimensioni di uno spillo (big crunch) morendo vaporizzati dal gran calore. Se l'universo è aperto moriremo di freddo. Le stelle infatti si spegneranno a poco a poco (già metà delle stelle della nostra galassia sono morte), il Sole morirà tra circa 5-6 miliardi di anni. Secondo varie teorie unificate, il protone è instabile e si disintegra in un periodo lunghissimo (in anni uno seguito da trenta zeri), la materia è destinata a sparire in un gelido gas di neutrini e fotoni. Prima che questo avvenga l'aspetto delle galassie sarà profondamente mutato e l'universo sarà popolato da giganteschi buchi neri che ingoieranno interi sistemi stellari, è dunque ben difficile che l'umanità sopravviva in queste circostanze nella forma presente, ma in fondo ci siamo evoluti dai rettili in poche centinaia di milioni di anni e troveremo il modo di adattarci alle lunghe e fredde attese del nostro futuro remoto. Quale è lo scopo con cui è stata costruita una macchina così gigantesca e dispendiosa come l'universo-1 A sentire Weinberg. l'universo è razionale ma privo di scopo: secondo Monod un accidentale scontro tra molecole organiche ha fatto nascere la vita sulla Terra e noi siamo nati dal caso in una straordinaria lotteria cosmica. E' notevole il fatto che in fondo l'attesa è stata breve, il biglietto vincente è uscito appena sono stati disponibili gli elementi chimici necessari alla vita attraverso le sintesi stellari. Le dimensioni dell'universo indicano uno spreco colossale di materia e di spazio. E' mai possibile che tutto questo materiale abbia prodotto la vita solamente su di un pianeta mediocre come la Terra? Per questa ragione tendenzialmente gli astrofisici, pur con estrema cautela, ritengono che esistano altri mondi abitati. La ricerca di questi mondi si rivela estremamente ardua e forse solamente un colpo di fortuna porrà confermare i nostri pregiudizi. Tullio Regge Satelliti, aerei SR 71, radar volanti trasmettono minuziose informazioni alla Casa Bianca su tutto ciò «che si può vedere» - Azioni di soldati sovietici in Afghanistan e ogni tipo di armamento fotografati dal Big Bird - La complessa macchina elettronica e i progetti per sviluppare di più i sistemi di spionaggio tradizionali della Cia NEW YORK — Dal 4 novembre, il giorno dell'assalto all'ambasciata a Teheran, e> ancor più dal 27 dicembre, il giorno del colpo di Stato a Kabul, il cuore dell'America non è più la famosa «stanza ovale», lo studio del Presidente, ma «la stanza della situazione» poco distante. In questo locale della Casa Bianca, sema finestre, blindato, della cui esatta ubicazione pochi sono al corrente, si riunisce tutti i giorni il «comitato speciale di coordinamento» diretto dal consigliere Brzezinski. Il suo compito è analizzare le migliaia di informazioni, fotografie, dati, messaggi, eccetera, che arrivano sulle complicatissime macchine elettroniche della contigua «stanza di comunicazione». Il comitato, oltre che da Brzezinski, è composto dal segretario di Stato Vance. dal ministro della Difesa Brown, dal capo di Stato Maggiore delle forze annate generale Jones e dal direttore della Cia. i servizi segreti, ammiraglio Turner. Sulla base dei suoi rapporti il Presidente prende le sue decisioni. Giorno per giorno, ora per ora il comitato sa che cosa aì'iiene in tutto l'Afghanistan e in tutto l'Iran: o meglio, sa che cosa avviene all'aperto, nelle strade, sui fiumi, nelle campagne, sui monti. Alla «stanza di comunicazione», infatti, giunge l'intero bottino dei satelliti artificiali, degli aerei spia, delle stazioni radar volanti o «Awacs». degli apparecchi da ricognizione destinati a quelle zone. Essa è collegata coi centri nevralgici del sistema difensivo americano: il Pentagono, la stessa Cia, il Norad (North American Air Defense Command) nel ventre di granito della montagna Cheyenne del Colorado, le basi Usa alleate all'estero. Ogni informazione le viene trasmessa istantaneamente: se tra un avvenimento e l'analisi del comitato passa qualche ora, è perché occorre tempo per trasferire sulla carta, illustrata o scritta, la serie degli impulsi elettronici ricevuti. Gli Stati Uniti avevano già dato un'indicazione della loro capacità di seguire qualsiasi movimento militare nella guerra tra Israele e l'Egitto nel '73. Un anno fa, quando la Cina attaccò il Vietnam per «infliggere una lezione ai piccoli egemonismi», dimostrarono di essere in grado di seguire qualsiasi battaglia. Le scorse settimane, neppure una telecronaca diretta dell'invasione sovietica dell'Afghanistan avrebbe potuto dare un'idea cosi precisa di quanto stava accadendo come la diedero gli americani grazie ai dati giunti alla «stanza di comunicazione». Quando il Dipartimento di Stato accusò l'Urss di aver passato per le armi 300 leaders religiosi, politici e militari afghani «presso una grande città», lo fece con la relativa documentazione: le' foto del satellite «Big Bird» mostravano soldati russi nell'atto della fucilazione. Lo stesso accadde quando la accusò di sgombrare le strade verso la frontiera ìrania- Cainion e artiglieria sovietici presso Kabul. In primo piano, , alcuni ragazzi giocano na. per una drammatica, inquietante marcia di avvicinamento. Sostanzialmente, la superpotenza americana ha tre strumenti per sorvegliare dall'alto la situazione nell'Afghanistan: gli aerei spia «SR 71». gli eredi dell'U-2, uno dei quali, pilotato dallo sfortunato Gary Poivers, fu abbattuto nei cieli sovietici ai tempi di Kruscev, e che fanno capo a due basi militari inglesi a Cipro e ad altre due Usa in Turchia. Gli «SR 71», usati anche sopra Cuba, raggiungono un'altezza di quasi 30 km e, secondo i servizi segreti israeliani, «fotografano agevolmente tutto il Medio Oriente». Gli «Awacs», o radar volanti, che sono dei «Boeing» adattati a fini bellici, con una sofisticata apparecchiatura a bordo: a 800 km di distanza, essi individuano sia le truppe sia i mezzi motocorazzati. Gli «Awacs» costituiscono le «ammiraglie» dell'aria, dirigono cioè gli interventi dei caccia, dei bombardieri, degli intercettatoti, dei ricognitori e degli elicotteri. Se la flotta dell'Oceano Indiano dovesse aprire le ostilità, ad esempio, essi ne condizionerebbero le manovre. Il terzo strumento di sorveglianza sono i satelliti artificiali. Il «North American Air Defense Command» tiene traccia di un terzo circa di questi oggetti lanciati in orbita dall'inizio delle esplorazioni spaziali. Sui suoi computer e sui teleschermi, nelle viscere delle Montagne Rocciose, si rincorrono oltre 4000 corpi. L'organismo seleziona irsatelliti artificiali militari con irrisoria facilità. Essi sono precisissimi: con uno speciale processo d'ingrandimento si arriva a leggere il numero delle targhe dell'auto. Il comitato di coordinamento incominciò a sospettare delle intenzioni sovietiche in Afghanistan il 3 dicembre, ai primi spostamenti delle truppe alla frontiera: il 20 ne ebbe quasi la certezza, tanto che il Dipartimento di Stato convocò una conferenza stampa per denunciare il pericolo: il 27, la notizia del colpo di Stato si diffuse da Washington. Solo successivamente l'Urss trasmise un discorso di Karmel da Terzen, nel suo territorio, fingendo che venisse dalla radio di Kabul. Il dossier della Casa Bianca sull'occupazione è senza precedenti. Contiene le fotografie degli aerei usati, gli «Antonov 12» e gli «Antonov 22», con una capacità, rispettivamente, di 90 e 175 passeggeri più gli equipaggi;: deglielicotteri «MM1-24», detti anche «Gun ship» o aerei mitragliatori; dei cannoni da 155 millimetri, dei carri armati e delle autoblindo; dei camion costruiti sul fiume Volga con la tecnologia americana; delle basi russe, da Bagram, presso la capitale, ad Harat; delle fasi salienti dell'operazione, come l'ingresso nei passi di montagna. Se gli Stati Uniti decidessero di finanziare e armare la resistenza islamica lo farebbero meglio dei cinesi con i vietcong nella guerra di Corea. Posseggono infatti anche le immagini dei capisaldi dei guerriglieri e dei loro «santuari» in territorio pakistano. Ha detto il capo di Stato Maggiore delle forze armate generale Jones: «Il salto di qualità compiuto con l'elettronica nell'ultimo decennio è impressionante». La Casa Bianca, il Dipartimento di Stato, il Pentagono e la Cia sono d'accordo nell'affermare che il prossimo passo del riarmo russo potrebbe essere quello dei satelliti artificiali cosiddetti «killers», destinati cioè alla distruzione di altri satelliti. Il generale Alien, capo di Stato Maggiore dell'aviazione militare, ha asserito che gli Stati Uniti posseggono già il «know how» per produrli, ma non l'hanno fatto ancora per non violare il trattato Salt 1 sottoscritto col Cremlino. «Il trattato scade tra due anni — hanno osservato Jones e Alien — una guerra spaziale, la prima della storia, non è più inconcepibile. Il Cremlino si è reso conto che i satelliti sono più utili allo spionaggio militare degli agenti segreti». Il passo successivo, che gli Stati Uniti vorrebbero evitare a tutti i costi, sarebbe la dotazione di missili a questi corpi orbitanti. Solo lo sviluppo di certi lasers, i cosiddetti raggi della morte, avrebbe conseguenze altrettanto spaventose. Nella «stanza della situazione» della Casa Bianca vi è anche il terminale del «filo rosso», il collegamento diretto tra Washington e Mosca, tra Carter e Breznev. Contrariamente a quanto si crede, non è un telefono ma una telescrivente. L'impianto centrale si trova al Pentagono, come quello moscoi'ita si trova al ministero della Difesa. Due volte, intorno al 3 dicembre e alla vigilia di Natale, il Presidente chiese iassi- Russia. Non si è opposto con le armi all'invasione dell'Angola da parte dei cubani, né alla colonizzazione dell'Etiopia tramite gli europei orientali. Ha firmato il Salt 2 per la limitazione delle armi strategiche sebbene l'Iran fosse già stato destabilizzato e stesse per esplodere la crisi di Cuba. Ha rinunciato alla bomba neutrone, che gli avrebbe dato la superiorità nucleare. Adesso è costretto a una precipitosa marcia indietro Quando la tensione terribile di questi giorni sarà stata superata, egli verrà chiamato a rispondere di quella che retrospettivamente sembrerà una tremenda debolezza. Non avrà altra scelta che dimostrarsi «forte», e rispondere all'Urss colpo su colpo. Enni0 carello ' curazione che l'Urss non • avrebbe invaso l'Afghanistan. Brzezinski gli aveva portato le fotografie prima del concentramento di forze alla frontiera poi del gigantesco ponte aereo con Kabul. Entrambe le volte, Breznev, o chi per lui, poiché a Washington si pensa che Breznev sia stato semiesautorato, negò che esistesse un piano d'intervento. Carter gli prestò solo parzialmente fede: ma non subodorava un 'operazione con 100 mila uomini, e il più massiccio spiegamento di aerei e mezzi motocorazzati dalla fine della seconda guerra mondiale. Gli effetti della crisi afghana sui sistemi di sorveglianza americani sono stati immediati. Il Presidente è giunto alla conclusione che l'elettronica va sorretta dai metodi tradizionali di spionaggio. Ha chiesto al Congresso di abolire i progetti legge per la limitazione e il controllo delle attività della Cia, in particolare quello che prevede la segnalazione a ben otto commissioni parlamentari delle «cover operations», le iniziative clandestine. Lo smantellamento dei servizi segreti, incominciato dopo il «golpe» in Cile e la sconfitta nel Vietnam, viene bloccato, e si avvia la loro ricostruzione. Non a caso, sta acquistando peso la candidatura alla presidenza, tra i repubblicani, di un uomo, George Bush, che di queste questioni se ne intende: Bush, un intellettuale del Connecticut, è stato non solo presidente del partito, e ambasciatore all'Onu, ma anche ambasciatore a Pechino, e capo della stessa Cia. «La nostra principale debolezza — ha sostenuto — è che non siamo stati capaci di competere con la polizia segreta sovietica, ilKgb». In questo clima, la «colomba» Carter minaccia di trasformarsi in «falco», almeno agli occhi dei profani. Eletto nel '76 perché rafforzasse la distensione, impegnato nella difesa dei diritti civili e nel disarmo, egli ha seguito nei primi tre anni del suo mandato la linea più conciliante possibile nei confronti della. Arina Ginzburg lascerà l'Urss MOSCA — La signora Arina Ginzburg. 42 anni, moglie del dissidente Alexandr Ginzburg. ha ottenuto l'autorizzazione a lasciare l'Unione Sovietica con i suoi figli di cinque e sette anni e la suocera. Lo ha annunciato ieri a Mosca la madre del dissidente Ludmila Ginzburg. di 72 anni. Arina Ginzburg si era finora rifiutata di raggiungere il marito in Occidente senza il suo figlio adottivo. Sergei Shibaev. di 19 anni, che le autorità sovietiche rifiutano di considerare come un membro della famiglia. La signora Ginzburg dovrebbe lasciare Mosca per New York all'inizio di feb-' braio. Ha preso la decisione di partire senza Sergei Shibaev a causa del «delicato stato di salute di Ludmila Ginzburg e per il fatto che i due figli. Santa e Aliocha, non vedono il loro padre da tre anni». Secondo l'accordo concluso tra le autorità americane e sovietiche in occasione dello scambio di quattro dissidenti contro due spie sovietiche, ogni dissidente ha la possibilità di designare i membri della sua famiglia che lo accompagneranno all'estero (Ansa-Afp)