Scandalo dei petroli truffe per miliardi

Scandalo dei petroli truffe per miliardi Scandalo dei petroli truffe per miliardi L'Avvocatura di Stato, tramite l'avv. Bestente, si è costituita parte civile nell'inchiesta sullo scandalo del petrolieri, che i giudici istruttori Vaudano e Grif fey (assieme ad altri colleghi di 12 città del Nord) stanno conducendo per portare sotto processo i responsabili di truffe per decine di miliardi, per le imposte evase nella lavorazione della benzina e del petrolio da trazione. Dopo mesi e mesi di pazienti indagini un primo risultato lo si è già avuto. La rete di complicità—che permetteva ai petrolieri di arricchirsi illecitamente — è stata scoperta e molte teste sono saltate. Sono tre funzionari dell'Utif (l'ufficio che doveva riscuotere le imposte sui prodotti petroliferi lavorati): Gerardo Di Sappio, Domenico De Fazio Caputo, Enrico Ferlito, per i quali sono scattate le manette; un'altra dozzina di funzionari del medesimo ufficio sono sotto inchiesta. Il terremoto ha scosso anche i quadri della Guardia di Finanza. Infatti il comandante e il vicecomandante della polizia tributaria di Torino sono stati trasferiti e sostituiti, mentre comunicazioni giudiziarie sono giunte ai generali Raffaele Giudice e Donato Lo Prete. Altri trasferimenti sono stati effettuati tra le Fiamme Gialle anche a Milano. Globalmente lo scandalo dovrebbe essere di duemila miliardi di imposte evase. Sono coinvolti grossi personaggi (funzionari di Stato, grossisti, ufficiali della Finanza). Le imputazioni: contrabbando, corruzione, falso, associazione a delinquere, interesse privato, ecc. A Torino i petrolieri coinvolti sono molti ed alcuni hanno già varcato le frontiere, preceduti da cospicui trasferimenti di contanti. Gli ultimi mandati di cattura emessi dal giudice Vaudano riguardano Cesare e Pietro Chiabotti, titolari della «Abto» e della «Isomar» di Sant'Ambrogio, in Val Susa; Antonio Villata titolare della «Petrosole» di Candiolo. I Chiabotti (Pietro dopo aver pagato 100 milioni di cauzione è uccel di bosco, cosi pure il padre, il quale oltre a essere stato rinviato a giudizio per la morte di due operai nella sua azienda di S. Ambrogio, deve anche rispondere di frode fiscale per centinaia di milioni) sono molto noti in Val Susa. Nella loro azienda pare che le maestranze fossero state inquadrate militarmente, con Incarichi interni di soldato, sergente, tenen¬ te, ecc. Ovviamente Cesare Chiabotti era il capitano. Ex ufficiale degli alpini, si racconta che la sua passione militare fosse giunta al punto di spedire un telex a re Feisal d'Arabia, durante le prime crisi petrolifere, minacciandolo d'intervenire con le truppe alpine, se non avesse ribassato il prezzo del petrolio. Nonostante il mandato di cattura, c'è chi giura d'averlo visto nei giorni scorsi (e altre volte) ad Oulx. Il mosaico dell'inchiesta dei giudici Vaudano e Griffey (al quale ignoti hanno bruciato un'auto nel garage) ha fatto scoprire evasioni d'imposta non pagate per decine di miliardi. Finora in carcere sono finiti (e poi usciti dopo aver pagato grosse cauzioni in attesa del processo) Sergio e Luigi Masnata, padre e figlio, titolari della «General Oil Company» di Leinl; Luigi Volpara, titolare delle società «Caltor», «Cornea», «Gomitoli», «Luigi Volpara», assieme al socio Aurelio Alecci (rinviato a giudizio). Altri che dovranno comparire davanti al giudice sono: Franco Tanzi titolare della «Scom»; Giuseppe Zimino della «Sir»; Giuseppe Cernusco della «General Oil' Company» e Carlo Baldacci. Poi vi è l'ex cantante «Dino», Eugenio Zambelli, già arrestato per una presunta frode di 4 miliardi (anch'egli è fuori su cauzione), in quanto amministrava un'azienda petrolifera che forniva il Volpara. L'inchiesta continua; c'è chi dice che questi siano solo «pesci piccoli» e che le sorprese nei prossimi mesi non mancheranno.

Luoghi citati: Candiolo, Milano, Oulx, S. Ambrogio, Torino