L'ora della morte atomica non fu mai tanto vicina di Renato Proni

L'ora della morte atomica non fu mai tanto vicina Le crisi di Iran e Afghanistan aumentano il pericolo L'ora della morte atomica non fu mai tanto vicina Gli scienziati nucleari hanno spostato in avanti le lancette del loro simbolico «orologio della catastrofe»: mancano appena 7 minuti all'ora X BRUXELLES — Gli scienziati nucleari di molti Paesi sono del parere che mai come adesso il mondo sia stato così vicino alla catastrofe atomica. Gli uomini che producono le bombe atomiche e che costruiscono le centrali nucleari hanno, dalla fine della guerra, un -orologio della catastrofe», che segna il grado di pericolo di una guerra atomica mondiale sulla base delle esistenti tensioni politiche e militari internazionali. Gli ultimi avvenimenti (la crisi iraniana, l'invasione sovietica dell'Afghanistan, le ritorsioni americane contro la Russia, la dislocazione degli euromissili a Est e a Ovest, il rinvio della ratifica degli accordi Salt 2, la situazione nel Medio Oriente), hanno spinto gli scienziati atomici a spostare in avanti le lancette del loro simbolico orologio al massimo, dal 1947, quando fu inventato questo indice del pericolo atomico. Oggi, come nel 1947 quando il mondo era in preda alle tensioni post-belliche e alla guerra fredda, le lancette dell'orologio atomico segnano soltanto sette minuti a mezzanotte. Allo scoccare della mezzanotte, in teoria, il mondo si troverebbe all'ora zero, cioè alla catastrofe nucleare di cui il papa ha parlato di recente. Nel 1947, c'era una sola potenza nucleare, l'America. Ora sono diventati Paesi con capacità nucleare l'Urss, la Cina, l'Inghilterra, la Francia, l'India, quasi certamente Israele e presto lo saranno il Pakistan e il Sud Africa. La proliferazione è uno dei motivi che inducono gli scienziati atomici a spostare in avanti il loro orologio. Eppure, nel 1974, quando l'India condusse il primo esperimento atomico sotterraneo (dimostrando in tal modo che il problema della proliferazione atomica era sfuggito al controllo internazionale), l'orologio degli scienziati nucleari segnava nove minuti a mezzanotte, dopo essere stato spostato in avanti di tre minuti. Oggi è di due minutipiù avanti di allora. Come ha detto Giovanni Paolo II, ci sono nel mondo circa cinquantamila ordi¬ gni atomici ma ne basterebbero duecento per uccidere cinquanta milioni di perso-' ne. Gli scienziati atomici, pubblicando il loro indice sulla rivista mensile internazionale -Bulletin of the Atomic Scientists», ci avvertono che ora mancano pochi minuti simbolici alla fine del mondo. La rivista, nel suo prossimo numero, pubblicherà anche un articolo di fondo in cui si afferma: -Stiamo ancora cercando — dieci anni dopo l'Inizio dei negoziati Salt — di avere un accordo che è pur lontano dall'includere una misura significativa di disarmo atomico ma che mantiene (se addirittura non incoraggia) l'accumulazione di un numero astronomico di armi nucleari da parte delle due superpotenze». -La responsabilità — conclude l'articolista — deve essere divisa in parti uguali tra gli Stati Uniti, con la loro tendenza perdente a introdurre nuove e destabilizzanti tecnologie belliche, e l'Urss, con la sua testarda insistenza sulla santità dei grandi numeri di grosse armi come contromisura alla sofisticazione tecnologica». -Un accordo — prosegue la rivista — che non è ancora in grado di fare fronte ai pericoli di un confronto atomico irrazionale e crescente in Europa. Un accordo che non ha ancora fatto il minimo passo verso un necessario controllo per rafforzare un sistema di non proliferazione inrapido deterioramento». Secondo la rivista, le forze dell'instabilità nel mondo crescono a causa dell'irrazionale condotta nazionale e Internazionale di alcuni Stati, di certi popoli emergenti e di alcune minoranze dissidenti, mentre manca l'abilità internazionale, per controllare le crisi. Nell'articolo di fondo. 11 «Bulletin of the Atomic Scientista» suggerisce un accordo che vieti la produzione e gli esperimenti di nuovi sistemi missilistici. Altrimenti le lancette dell'orologio avanzeranno ancora di più verso la simbolica mezzanotte dell'olocausto nucleare. Renato Proni >

Persone citate: Giovanni Paolo Ii