L'impresario Navone in tribunale rievoca i giorni bui del sequestro

L'impresario Navone in tribunale rievoca i giorni bui del sequestro Terza udienza al processo per il rapimento del costruttore L'impresario Navone in tribunale rievoca i giorni bui del sequestro «Mi tpnPVfmn in un:; atan73 nnriTlimlì min rinnrilA alonn narlÌAnloMiiu _ I ilì4*l in nnln il «Mi tenevano in una stanza anonima, non promemoria di un colonnello dei carabinieri ricordo alcun particolare» - Letto in aula il sulle «confidenze» di un imputato-accusatore L'ex vicepresidente del Torino e costruttore edile, Giuseppe Navone, ha rievocato ieri mattina davanti ai giudici della terza sezione penale del tribunale le fasi del suo sequestro fornendo particolari sulle modalità. Con voce sicura ha confermato puntojierpunto ledeposizioni fatte a suo tempo al giudice istruttore sulla vicenda, a partire dalla sera del 18 marzo '77, quando tre persone lo prelevarono in corso Trapani, di fronte al cinema «Fiamma», fino alla sua liberazione (600 milioni di riscatto) avvenuta 17 giorni dopo in corso Tassoni angolo via San Donato. Le uniche ombre nella sua deposizione riguardano i giorni di prigionia «in una stanza con caratteristiche standard e senza alcuna particolarità*. Neanche i dati sulle dimensioni della cella sono serviti per identificarla con certezza e per avvalorare l'ipotesi dei carabinieri secondo i quali era stata «costruita» in via Santa Giulia 68. A questa incertezza bisogna aggiungere il dubbio che Giuseppe Navone ha avuto nella fase istruttoria quando non ha riconosciuto, durante il sopralluogo, il suono del campanello della porta. Ha detto in udienza: -L'avevo sentito suonare una volta, ma il trillo die mi hanno fatto ascoltare succissivamente era molto diverso. Non posso affermare che sia lo stesso*. Però ai fini del processo il mancato riconoscimento dei locali non sarebbe determinante poiché l'accusa sostiene che Vincenzo Agostino, presunto carceriere dell'impresario edile, ebbe tutto il tempo per risistemare l'alloggio. L'udienza che aveva come unico interesse la deposizione della parte lesa Giuseppe Navone, prima della lunga sfilata di lesti citati dall'accusa, si è vivacizzata con la presenza del colonnello dei carabinieri, Ruggeri, comandante del nucleo investigativo di Torino e autore di un promemoria inviato al giudice istruttore. E' un documento di due pagine dattiloscritte compilato dall'ufficiale sulla base delle dichiarazioni fornite spontaneamente da uno dei quattordici imputati in stato di detenzione, Gerardo De Vito. I legali degli accusati (Zancan Resinando, Macri e d'Ovidio) hanno chiesto al presidente dott. Jannibelli, che l'atto venis se considerato nullo e stralciato dal fascicolo processuale perché la stesura è avvenuta senza che l'imputato fosse tutelato dai diritti della difesa. I giudici hanno però respinto l'eccezione dopo 2 ore di camera di consiglio. Cosa contiene il promemoria? Le confidenze che Gerardo De Vito ha fatto ai carabinieri e che il col. Ruggeri ha trasmesso alla magistratura per conoscenza. L'imputato, che si dichiara estraneo al sequestro Navone, ha sempre detto di averle rac¬ colte mentre era in carcere e che sono di pubblico dominio. Insomma, non avrebbe voluto accusare nessuno, ma solo riferire quanto era venuto a sapere. Gerardo De Vito — sostiene il colonnello Ruggeri — raccontò di avere saputo da Nicola Di Monte che il sequestro era stato organizzato da Giuseppe Jannelli, Vincenzo Parisi, Giovanni Arlotta, Antonino Spanò, Giuseppe Cartillone e Vincenzo Agostino. Ma secondo il promemoria dell'ufficiale, il De Vito non si è limitato a fornire solo i nomi. Ha anche riferito i ruoli che le persone indicate hanno ricoperto nell'organizzazione partendo da Spanò, secondo lui ideatore del sequestro. Nelle confidenze il detenuto ha aggiunto che la cella era custodita da Jannelli, Parisi e Cartillone, mentre il riscatto è stato ritirato dai primi due che si sono presentati all'appuntamento con una «Kawasaky». In ultimo ha affermato che la somma estorta ai famigliari dell'impresario è stata suddivisa fra tutti i partecipanti in quote da 70 milioni a testa. Il | processo continua oggi.

Luoghi citati: Torino